lunedì, agosto 13, 2007
LE POLEMICHE SUI ROM
La polemica, all’indomani della morte di quattro piccoli bambini rom in una baracca alla periferia di Livorno, sta montando a tutti i livelli ed ha investito alte cariche nazionali oltre a tutte le istituzioni locali.
La vicenda: quattro bambini (tre figli di una coppia di zingari, una di un’altra coppia) vengono lasciati dai genitori in una baracca costruita – ovviamente senza nessun canone di sicurezza – sotto un cavalcavia alla periferia di Livorno; improvvisamente nella baracca scoppia un incendio che prende vigore anche dai materiali usati per l’alloggio di fortuna: l’inchiesta non ha ancora sciolto le riserve circa i motivi per i quali l’incendio sarebbe scoppiato e, in particolare, sulla violenza fatta registrare dal rogo.
Direi che le polemiche sono le cose che più mi hanno stupito, perché pensavo che l’episodio venisse archiviato sotto l’etichetta di “tanto, sono sempre i soliti zingari, sudici, puzzolenti e ladri”; invece i media – forse a corto di argomenti choc – hanno subito cavalcato l’argomento, mettendo in mezzo anche i soliti VIP che si sono visti costretti ad intervenire.
Vediamo di fare alcuni commenti ai commenti – come è mio costume – ma prima sciogliamo alcuni nodi circa i modi con cui questi nomadi vengono chiamati: “zingaro” deriva dal greco athoinhanos che significa “intoccabile” e rimanda alle tribù indiane che furono fatte confluire nella casta dei paria; “rom” significa “fatto di fango” ma anche “uomo”: questo è il termine con cui la principale etnia zingara designa i propri adepti.
Visto di cosa si parla, sentiamo come i politici hanno attaccato la questione e cominciamo con le dichiarazioni di Prodi che – ancora in ferie – sembra risentire di questa sorta di rilassamento: “E’ un problema politico serio.; l’Europa ha risolto molti problemi interetnici, ma quello dei rom è di una complicazione terribile, perché il loro problema di convivenza è diverso dagli altri”: insomma, aria fritta!!
Gli ha replicato il comunista Marco Rizzo del PdCi che ha detto “le sue riflessioni non sono né di destra né di sinistra, non dicono purtroppo nulla. Che il fenomeno sia complesso lo sapevamo tutti; da chi governa si aspettiamo soluzioni, magari di sinistra”.
Un altro versante della polemica è quello tra il ministro Ferrero e le amministrazioni locali; il primo ha dichiarato infatti che “occuparsi di rom, nomadi, immigrati non porta voti e quindi molte amministrazioni locali, anche davanti alle condizioni disumane dei campi, voltano la testa dall’altra parte”.
Gli hanno risposto Domenici, sindaco di Firenze e Presidente dell’A,N,C.I.(“non ci deve essere una politica di scaricabarile dei diversi livelli istituzionali nei confronti di altri, soprattutto verso i Comuni che devono fronteggiare le emergenze”) e Cacciari, sindaco di Venezia (“il signor ministro crede che sia semplice sistemare i campi nomadi e aiutare i più indigenti coi fondi tagliati? Se sa tutto questo parli, sennò e meglio che stia zitto”).
Possiamo anche concludere – dopo avere ricordato che Hitler ne sterminò oltre 500mila – che l’Europa ha “nominato” l’Italia il paese più razzista nei confronti degli zingari, affermando poi che i “campi nomadi” sono un’istituzione quasi esclusivamente italiana.
Un ultimo commento: gli zingari di Livorno hanno commentato – con il pragmatismo e la rassegnazione della povera gente – che la colpa era dei genitori che tenevano male i loro figli; come dire: lasciamo stare sindaci e ministri e vediamocela tra noi!!