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martedì, agosto 21, 2007

I PARTITI CHIEDONO PIU' SOLDI 

Il tesoriere dei D.S., tale Ugo Sposetti, non celebre alla massa, ma celeberrimo agli addetti ai lavori, propone sfacciatamente di rispolverare il finanziamento pubblico dei partiti.

Primo commento: il popolo italiano, attraverso il referendum del 1993, ha detto “no” a questo strumento ladresco con una percentuale mostruosamente alta: il 90,3% dei votanti; se lo dovessero rifare adesso si supererebbe tale limite!!

I bravi politici, con la furbizia tipica dell’italiano medio, non si persero d’animo e confezionarono una legge che “inventava” i rimborsi elettorali e questi subentravano al finanziamento pubblico; attraverso tali rimborsi, tutti i partiti – anche il “quasi fallito” PC – misero a posto i loro conti, ma evidentemente non sono ancora contenti.

A corollario della proposta e con l’intento di far capire l’importanza dei soldi per vincere le battaglie politiche, Sposetti dichiara: “senza i soldi incassati dall’Unione grazie a quella legge, la vittoria contro Berlusconi sarebbe stata impossibile”.

E con questo ha fatto capire a tutti – caso mai ce ne fosse stato bisogno – che le ideologie sono state sostituite dalle campagne elettorali all’americana, con uso di “nani e ballerine” (come si diceva una volta) al fine di attirare la gente da una parte o dall’altra.

Dagli stessi amici di Sposetti – amici di schieramento – provengono le prime e più violente prese di posizione; “le dichiarazione di Sposetti sono cosa greve e insolente, degne della massima indignazione; possiamo anche perdere, ma non perderci vendendo l’anima; il PD che vogliamo costruire è l’opposto di quello di Sposetti”: questo è il commento di Franco Monaco, deputato assai vicino al Presidente Prodi.

Ma facciamo un passo indietro; sapete come funziona il rimborso elettorale? Uno potrebbe pensare che tale rimborso ha luogo dopo ciascuna tornata elettorale; e invece no, è un rimborso “annuale”, cioè un finanziamento camuffato da rimborso.

A quanto ammonta il rimborso? 1 euro per Camera e Senato, altrettanto per le Regionali e per l’Europee; in totale sono 4 euro che vanno moltiplicati per gli elettori della Camera (il numero più alto!!) , cioè 50milioni, e quindi abbiamo una cifra annuale di 200milioni di euro da suddividersi proporzionalmente; se moltiplichiamo tale importo per gli anni della legislatura (5) si raggiunge il mitico miliardo di euro.

Sapete come stanno andando i conti dei nostri schieramenti politici per effetto di questa sommatoria di scamotti da magliari? I partiti del centro sinistra hanno chiuso il 2006 con un attivo di 30.170 euro, mentre quello dei partiti del centro destra ammonta a 76.122 euro: è diventato un affare mettere in piedi un partito!!

Questo Sposetti – al quale tutti i partiti dovrebbero fare un bel monumento – non si lascia scalfire dalle male parole che altri colleghi gli gettano contro ed afferma: “le animelle che storcono il naso sui costi della politica o parlano per opportunismo o sono in malafede; è ora di finirla con le chiacchiere, facciamo sul serio, è giunto il momento di impegnarsi in una battaglia democratica per reintrodurre il finanziamento pubblico ai partiti”.

Indubbiamente ha le idee chiare e se ne frega se il barbiere del Senato con i suoi 133 mila euro percepisce 36 mila euro più del Lord Chamberlain della Regina Elisabetta; mi lascia perplesso l’aggettivo che Sposetti usa per definire la prossima battaglia sul finanziamento pubblico: dice “democratica”, ma cosa significa? Forse che a decidere per il si o per il no è una consorteria composta da un rappresentante per ciascun partito politico??


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