domenica, luglio 01, 2007
RIDIAMO LE CARTE ??
Mi ha colpito un concetto usato da un intellettuale nostrano: “chi ha detto che sviluppo e crescita sono un bene in sé? Anche il tumore è una crescita, di cellule impazzite che finiscono per distruggere il corpo che da loro la vita”.
Questo discorso – logicissimo nella sua brutale assurdità – mi è rimuginato dentro per vario tempo e poi mi ha “costretto” a parlarne con voi; forse anche perché si dimostra essere una sorta di seguito del post di alcuni giorni or sono, nel quale i rifiuti venivano contrapposti al progresso.
Allora, proseguiamo il nostro discorso su progresso e sviluppo: dall’avvento dell’industrializzazione il mondo moderno è stato sempre costretto ad un obbligato sviluppo continuo, interrotto unicamente dai periodi di guerra, e questa crescita continua avrebbe dovuto produrre un benessere generalizzato.
Come primo commento possiamo dire che lo sviluppo c’è stato, eccome se c’è stato, ma a questo non posso dire che si sia legato un concetto per me essenziale per la felicità del pianeta: quello di giustizia economica e sociale.
Mi spiego meglio: le fonti di approvvigionamento energetico hanno continuato ad essere il volano dello sviluppo e quindi chi ne ha potuto usufruire ha avuto partita vinta; da notare che queste fonti energetiche sono state messe quasi tutte dal Creatore in quei paesi che di questo sviluppo hanno usufruito ben poco e che per poterne assaggiare un qualche frammento sono costretti a venire da noi ed a fare un qualsiasi lavoro gli si prospetti, di buona o cattiva sostanza, pur di tirare avanti.
Ho più volte ipotizzato che i paesi detentori dell’energia si potrebbero ribellare al loro sfruttamento da parte di paesi che poi non danno niente (o pochissimo) in cambio (vedi
Dico questo perché il positivo per me sarebbe che il moto perpetuo del pianeta si arrestasse e ricominciasse dopo che le carte sono state ridate agli stessi giocatori che riprovano a giocare una nuova partita: se seguite l’aforisma che ho usato, in concreto sto inneggiando ad un esaurimento delle fonti energetiche che – a mio modo di vedere – sarebbe una vera e propria manna piovuta dal cielo, perché ci costringerebbe a ritornare per forza a quella vita semplice e “umana” di cui “tutti”, cioè ricchi e poveri, abbiamo bisogno.
La soluzione apocalittica che invoco, potrebbe poi manifestarsi come meno traumatica di quanto si possa immaginare: in fondo basterebbe ritornare ad un rapporto corretto con la natura e con i nostri simili e mettersi tutti insieme per campare “al meglio possibile” con le cose che la natura ci fornisce e con quelle che sappiamo costruire con il nostro ingegno e con le nostre mani, ma senza le fonti energetiche.
Lo so bene che si tratta della ennesima idea bislacca che vi propino, ma pensateci un po’ su e vedrete che alla fin fine non è poi così campata in aria come si potrebbe definire ad un primo frettoloso esame: l’esaurimento delle fonti energetiche rappresenta la nuova smazzata che il grande cartaio ci propone.
Quindi, carte nuove, partita nuova, giocatori vecchi: come potrebbe andare a finire??