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lunedì, giugno 11, 2007

VALORI ETICI 

Il concetto di etico – cioè distinzione tra il bene e il male – è ormai diventato di uso comune, tant’è vero che anche nell’intervento che citavo ieri l’altro dell’on. Santagata sugli sprechi nel mondo politico, viene fuori l’etica della politica, usato come un qualcosa che potrebbe servire a rimediare ai guasti del sistema.

Mi provo anch’io a dare un modesto contributo al problema, estrapolando questi “valori etici” da quello che tradizionalmente ha formato il mio (e quello di tanti altri della mia epoca) DNA socio-culturale: l’apprendimento dei Vangeli e dei fondamenti della religione cattolica e attraverso alcuni di questi enunciati vedere il motivo per cui se ne sono perse le tracce.

“NON DI SOLO PANE VIVE L’UOMO”: badate bene che questa affermazione venne fatta da Gesù in un periodo in cui il pane scarseggiava nelle mense, eppure Egli vi contrappose qualcosa di superiore al quale l’uomo doveva ricorrere, non per fare opera di religione, ma per raggiungere la propria felicità.

“È PIU’ FACILE CHE UN CAMMELLO PASSI PER LA CRUNA DI UN AGO CHE UN RICCO VARCHI LE SOGLIE DEL PARADISO”: siamo ancora della stessa idea, signora gerarchia ecclesiastica, oppure l’abbiamo imparato solo per dovere catechistico? Si noti che fino ad una certa epoca – diciamo il medioevo – la Chiesa ebbe a condurre una lunga e generosa battaglia non solo contro l’usura, ma anche contro l’interesse ed il profitto.

Forse perché si ricordava l’altra affermazione di Gesù quando entro nel Tempio e scaraventò in aria tutte le merci: “VOI FATE DELLA CASA DI DIO UNA SPELONCA DI BARI E DI LADRI”: dov’è sparito questa furia verso coloro che approfittano del luogo santo per commerciare e imbrogliare? Adesso sembra che i commerci siano organizzati dalla stessa struttura religiosa!

Dopo queste tre fasi – si potrebbe continuare ma non credo ce ne sia necessità – dobbiamo chiederci perché queste affermazioni non fanno più parte della teologia concreta che i religiosi (quasi tutti, anche se non tutti) portano avanti con la gente..

E la risposta è semplice e difficile allo stesso tempo: queste affermazioni vanno contro il modello di sviluppo imperante nella nostra civiltà e proposto anche ai popoli in via di sviluppo: la base della nostra civiltà è diametralmente opposta a questi insegnamenti e il tutto avviene in nome di un nuovo Dio: IL PROGRESSO.

Tutti noi, tutte le culture, tutte le civiltà sono state abbacinate dalle fantasmagoriche scoperte dell’uomo che hanno condotto la nostra umanità verso un progresso impensabile prima di allora.

Quello che dovremmo chiederci – da esseri umani, laici o religiosi – è se questo progresso in nome del quale sono state compiute le più grandi nefandezze della storia dell’ultimo secolo, abbia contribuito a produrre un uomo migliore di quello che lo ha preceduto, oppure no.

E anche in questo la Chiesa ci viene in soccorso: il cardinale Ratzinger, poi diventato Papa Benedetto XVI, su questo tema afferma che “il progresso non ha partorito l’uomo migliore e neppure una società migliore e comincia ad essere una minaccia per il genere umano”.

Domandiamoci allora come mai una parte così importante della storia e dei documenti della Chiesa viene ignorata sistematicamente non solo dai propri fedeli – succubi ormai del relativismo etico – ma anche dalla stessa gerarchia della Chiesa.

Meditiamo, Santo Padre, meditiamo!!

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