giovedì, giugno 07, 2007
UN INCARICO IMPROBO
L’incarico che ho definito “improbo” è quello che si è visto cadere addosso l’onorevole Giulio Santagata – ministro per l’attuazione del programma dell’attuale governo Prodi – e riguarda la stesura del disegno di legge sul taglio dei costi alla politica.
Come qualcuno ricorderà, sull’onda delle statistiche, dei sondaggi, dei libri-denuncia, ecc, il governo “aveva aperto un tavolo” per affrontare il problema.
Ora, è noto a tutti, che in Italia quando non si vuole (o non si può) risolvere un problema, si “apre un tavolo”; e poi, via chiamare “tavolo” (luogo cioè deputato a mangiare) lo strumento che dovrebbe limitare il “mangiare” dei politici, mi sembra un paradosso che non vorrei sconfinasse nella burla; ho paura cioè che non si vada oltre il famoso tavolo e che i provvedimenti “possibili al momento” siano di scarsa ricaduta.
E questo convincimento mi deriva anche dall’intervento di ieri al “question time” della Camera del sopra citato Santagata; sentite bene: i capisaldi del disegno di legge – la cui riduzione è uno degli obiettivi prioritari dell’attività di governo – sono anzitutto la rapidità di intervento (entro giugno la norma sarà all’esame del Parlamento) poi un’altra parola chiave sarà la “trasparenza” delle retribuzioni legate a incarichi pubblici, quindi avremo lo sfoltimento della rappresentanza amministrativa, la revisione del numero dei componenti degli organi rappresentativi ed esecutivi, il tutto condito da una promozione ad ampio raggio del concetto di etica pubblica.
Non credo che ci sia molto da spiegare, perché è soltanto “aria fritta”, “desideri irrealizzabili” e via di questo passo: una sola osservazione può essere quella che le retribuzioni sono già ben conosciute dagli italiani, sia attraverso libri usciti apposta e sia attraverso vari siti internet, quindi suggerirei al bravo Santagata di non sprecare energie per questo.
Ci sarebbe poi da aggiungere che lo sfoltimento della rappresentanza amministrativa (cioè degli Enti Locali) non credo sia possibile in forma imperativa, dato che queste strutture hanno statuti singolarmente approvati e quindi, anche nel caso di volersi imporre, ne dovrebbe passare di tempo prima di arrivare a conclusione.
Invece le cose semplici e facili da realizzare (in teoria, in pratica poi….) non sono neppure sfiorate: lasciamo perdere lo stipendio dei parlamentari e le varie prebende annesse, ma almeno su due cose si doveva intervenire subito: la drastica diminuzione delle auto blu (diciamo dell’85% in modo da scendere dalle 574.000 attuali a 86.000 che poi sarebbe comunque una cifra superiore a quella degli Stati Uniti e delle maggiori nazioni europee) e la completa abolizione delle consulenze degli enti locali (veri e propri regali per amici e sodali).
Ho citato questi due problemi in aggiunta allo stipendio ed agli annessi, perché in una recente indagine risultano le cose più “odiate” dagli italiani, con percentuali altissime che vanno dal 70 all’85% e che indicano con chiarezza – ammesso che se ne voglia tenere conto – quali sono i desideri del popolo.
Ma sappiamo bene che è stato coniato un vocabolo che è diventato una sorta di dispregiativo – alludo a “populista” – che invece potrebbe anche significare “fare quello che il popolo ci indica”.
Insomma, tanto per concludere, che cosa partorirà il famoso tavolo? Provvedimenti fumosi e di difficile interpretazione o normative chiare e nette, rivolte a quello che il popolo chiede: via gli sprechi attraverso l’abolizione di assurdi privilegi??!!