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martedì, giugno 05, 2007

PARLIAMO UN PO' DI POLITICA 

Due sono le cose che mi interessa trattare: la prima è il caso “Visco – Speciale” ed il secondo è la partecipazione di esponenti politici della maggioranza (alcuni con incarichi di governo) alla prevista manifestazione anti Bush di sabato prossimo.

Nella prima, il voler continuare a considerare il popolo come un branco di sudditi, ha reso la vicenda ancora più ingarbugliata: inizia quando “Il Giornale” pubblica il testo degli interrogatori resi da alcuni personaggi sull’affare UNIPOL-BNL oltre un anno fa; da questo interrogatori si rileva che il Comandante della Guardia di Finanza, Generale Speciale, ha dichiarato di avere subito pressioni dal vice ministro Visco – con delega alla G.d.F. – per l’azzeramento dei vertici milanesi dell’arma, in quanto rivelatisi un po’ troppo anti UNIPOL (cioè Coop).

Fino a qui si sarebbe potuto arginare il caso, se non fosse stato che buona parte dei componenti governativi hanno innalzato la bandiera del complotto ordito dall’opposizione, quando invece si trattava di verbali pubblicati liberamente e lecitamente da un quotidiano (ma avrebbero fatto bene a farlo anche altri!) dai quali veniva fuori un intervento del vice ministro che potrebbe anche configurarsi in una velata costrizione al generale: ma notate bene che tutto questo è avvenuto molto tempo addietro e se ne viene a conoscenza solo adesso.

A questo punto insorge l’opposizione che chiede la testa di Visco; il governo – salomonicamente – toglie “temporaneamente” le deleghe a Visco e caccia Speciale, offrendogli un bellissimo scranno alla Corte dei Conti (rifiutato dal generale che preferisce andare in pensione); ora, la gente comune, si chiede: se il generale ha sbagliato il governo fa bene a cacciarlo, ma senza la ventilata ricompensa; se invece ha sbagliato Visco, si tolgano le deleghe “definitivamente” e gli si faccia fare qualcos’altro.

Invece, si tiene i piedi su due staffe, ma domani, alla discussione del fatto in Senato, potrebbero accadere fatti spiacevoli per il governo, che non ha certo bisogno di altre gatte da pelare.

La seconda questione è la partecipazione di esponenti politici di governo dell’estrema sinistra alla manifestazione anti Bush di sabato prossimo; anche qui una breve riflessione: Bush non viene se non è stato “invitato” da qualcuno e questi non può essere che il Capo del Governo; quindi, se qualcuno della sua maggioranza sfila in un corteo che avrà – presumo – una parola d’ordine del tipo “Bush go home”, c’è da chiedersi dove stia la coerenza, anzi la logica, perché a questi signori manifestanti si potrebbe chiedere il perché questa battaglia non sia stata fatta contro “chi lo ha invitato”.

Ma forse, così facendo, si salvano capre e cavoli: da una parte si fa la manifestazione e si dimostra di essere antiamericani, antioccidentali, insomma anti qualcosa e quindi si assume l’aureola di “rivoluzionario”, dall’altra si continua a convivere in una coalizione che permette loro di guadagnare tutto quel ben di Dio ed anche di “sputarci sopra” all’occorrenza: una volta si chiamava “tenere i piedi in due staffe”, non so se adesso il detto sia cambiato!!


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