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domenica, giugno 10, 2007

ED ORA PARLIAMO DEL G8 

Anche quest’anno si è consumato – in Germania, a Rostock - il consunto rito della riunione dei (cosiddetti??) 8 grandi della Terra, appunto il G8 o G7+1 come si dice da qualche parte, composto da U.S.A., Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Canada, e Russia in qualità di membro aggiunto; anche questa volta è stato allargato ai 5 paesi emergenti, chiamiamoli “aspiranti grandi”: Cina, India, Sud Africa e Brasile e Messico come semplici uditori; anzitutto diciamo subito che alcuni di questi uditori sono di gran lunga più “grandi” della maggior parte dei paesi ufficialmente facenti parte del G8, ma lasciamo perdere e aspettiamoci che da un momento all’altro si stufino di stare fuori della porta e ci entrino di prepotenza.

Come da copione si sono avuti i consueti tafferugli tra “no global” e altre sigle da una parte e le forze dell’ordine tedesche dall’altra: diciamo subito che nel raggio di 15 chilometri dal luogo della riunione, i cittadini tedeschi hanno subito disagi e danni (anche materiali); ma anche tutto questo fa parte del copione e la recita è andata in scena anche questa volta con la consueta dovizia di lacrimogeni e di cariche della polizia: tutto desolatamente deja vu.

Come al solito non si è combinato quasi niente: era all’ordine del giorno, in particolare, la questione della riduzione delle emissioni di CO2 per cercare di diminuire l’effetto serra, ma al di là di qualche generica promessa non siamo andati; insomma nessuno ha voluto prendere precisi impegni.

L’unica cosa che è stata stabilita è l’aiuto all’Africa per la lotta all’AIDS ed alle altre malattie in quel disgraziato continente: sono stati stabiliti 60 miliardi di dollari, dei quali 30 li metterebbe l’America ed il resto gli altri paesi (l’Italia verserà 400 milioni).

Ci sono subito tutta una serie di contestazioni, avanzate in prima persona dal cantante Bono e da altri leader di “Actionaid”: prima di tutto la cifra è la stessa stanziata nel 2005, con la particolarità che quella non è stata mai versata; c’è forse speranza che questa volta mantengano la promessa?

Secondo problema: il documento finale della riunione – stilato nel più incomprensibile politichese con qualche spruzzo di burocratichese – non chiarisce se la cifra di 60 milioni di dollari è stanziata per i soli problemi sanitari dell’Africa oppure per quelli di tutto il mondo; e poi non ci sono scadenze, cioè non viene detto se quella cifra verrà erogata in uno, due, cinque o dieci anni.

Poiché questo problema si ripete a cadenza regolare (gli aiuti all’Africa) a me è venuta una delle mie solite idee bislacche: abbozziamola con gli aiuti (tanto non glieli diamo e se glieli diamo chissà a chi arrivano??!!) ma smettiamo anche di depredare il continente africano; ognuno cioè sia padrone a casa sua e gli stranieri – che sono lì unicamente per depredare – se ne tornino lestamente nei propri paesi.

È ovvio che la prima cosa che non si dovrebbe depredare è il sottosuolo africano che è ricco di ogni ben di Dio e che è stato bucherellato in ogni parte dagli occidentali che hanno portato tutto a casa loro, lasciando l’Africa sempre più povera e con un sacco di buchi in più; prendiamo ad esempio la Nigeria – uno dei paesi più poveri – che ha nel suo fiume principale (il Niger) enormi giacimenti petroliferi; indovinate chi li estrae? Non c’è nessun premio per la risposta, tanto essa è ovvia: gli occidentali.

Ecco, cominciamo da lì è andiamocene in punta di piedi, prima che i guerriglieri nigeriani (quelli che ogni tanto rapiscono dei lavoratori occidentali, anche qualche italiano) non ci sgozzino tutti; contentiamoci di riportare a casa la pelle; non è poco!!

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