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martedì, giugno 12, 2007

C'E' L'ETICA NELLE BANCHE ? 

A proposito di etica, mi è venuto in mente uno strano caso che vorrei condividere con i miei lettori: a seguito dell’aumento del tasso di sconto da parte della Banca Europea, i mutui contratti dalle “famiglie” italiane con banche italiane hanno subito un forte incremento che non sembrerebbe giustificato solo dall’aumento del tasso di riferimento.

Infatti a questo proposito il Direttore della Banca d’Italia, Giovanni Carosio, ha definito “anomalo” il differenziale tra i tassi d’interesse imposti sui mutui dalle banche italiane e da quelle europee.

A questa accusa – “felpata” come è nello stile di Bankitalia, ma non per questo meno pungente – ha replicato un banchiere nostrale il quale, per replicare all’accusa, ha fatto un discorso che ha un suo interesse di fondo (specie per chi si picca di studiare l’etica).

Sentite bene (virgoletto per dire che sono le stesse parole del banchiere): “Per le banche i mutui sono un investimento come un altro: possiamo investire i nostri soldi prestandoli alle famiglie per comprare casa, oppure alle aziende comprando obbligazioni sul mercato. Ora andiamo a vedere i rendimenti delle obbligazioni quotate: se un bond FIAT mi rende il 6%, perché dovrei impiegare i miei soldi prestandoli alle famiglie per meno del 5%. Utilizzerei male i fondi che mi vengono affidati dai clienti…”.

Quindi – se ho capito bene – se la banca utilizza denaro depositato da suoi correntisti e retribuito con uno 0,50 massimo 1%, per acquistare Bond FIAT (speriamo che non siano come quelli Parmalat), ha uno “spreed”, cioè un differenziale a proprio favore di cinque punti percentuali, che gli pagano a malapena le spese generali; c’è da aggiungere che il tasso medio applicato sui mutui in Italia è del 4,95%, con una redditualità inferiore alle obbligazioni.

Ma se anziché investire in borsa, la banca fa il suo vero mestiere e cioè concede prestiti a privati ed aziende per il loro fabbisogno, poiché lo fa a oltre il 14% realizza uno spreed di tredici punti, cifra da fare invidia a qualsiasi buon usuraio; ed è con queste operazioni che si fanno i veri utili di bilancio.

Nel discorso poi del signor banchiere c’è un altro punto che poco mi convince e cioè quando dice che “utilizzerei male i fondi che mi vengono affidati”, facendo trasparire una sorta di controllo del depositante sulle tipologie di impiego, cosa che non avviene assolutamente.

No, signor banchiere, non mi ha convinto; il modo come vengono impiegati i soldi della banca (pardon, mi correggo, i soldi depositati PRESSO LA BANCA) dipende da tutta una serie di fattori che da un po’ di tempo scivolano sempre più nella politica.

Mi spiego: se vado io, senza nessuna proprietà e senza nessun appoggio politico, mi si nega anche un misero euro di prestito, ma se mi ripresento con un patrimonio di 100.000 euro e un appoggio politico (cioè una telefonata del politico al direttore) quel patrimonio viene come minimo quintuplicato e quindi mi viene concesso un finanziamento di 400.000 euro al normale tasso praticato a primaria clientela (8 o 9%).

In una cosa ha ragione: nel denunciare la rapinosità dello Stato che, con bolli e ammennicoli vari, tartassa i nostri conti correnti in maniera vergognosa: un esempio? 2,85 euro per ciascun estratto conto mensile, cioè 34 euro l’anno: è un vero ladrocinio, ma anche il suo, signor banchiere, non scherza….


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