martedì, maggio 15, 2007
L'ALLARME SOCIALE
All’inizio del mese, il Presidente della Repubblica – come avevano fatto i suoi predecessori – si è recato in visita ufficiale al Carcere romano di Rebibbia, accompagnano dal Ministro della Giustizia, Clemente Mastella.
Nel discorso rivolto ai detenuti, due i temi trattati: il primo è stato una difesa dell’indulto che, lungi dall’aver procurato un significativo aumento dei reati, ha consentito di rendere le carceri italiane più vivibili e vicine agli standard europei.
Il secondo argomento, trattato dal Presidente, è stato quello dell’assoluta eccezionalità della detenzione in carcere, cioè – ha detto Napolitano – “la pena detentiva deve essere riservata a chi commette delitti che destano allarme e ledono gravemente valori e interessi intangibili”, negli altri casi si devono applicare le pene alternative.
Ovviamente, questi concetti sono intrisi di quella banalità che è propria nei discorsi ufficiali, nei quali l’Autorità cerca di blandire, in qualche modo, l’uditorio, ma in questo caso, specie per il concetto di allarme sociale, c’è qualcosa su cui riflettere.
Ecco, su questo tema vorrei sviluppare alcune mie considerazioni: anzitutto, la frase rivela un accostamento non solo strumentale a quel “In nome del popolo Italiano” che viene pronunciato troppo frettolosamente dai giudici nel momento della lettura della sentenza, e questo mi trova particolarmente consenziente..
Mi spiego meglio: il concetto di “allarme sociale” non può essere fissato da leggi o codici, ma scaturisce da situazioni concrete che si presentano nella nostra complessa società.
Facciamo un esempio: il reato commesso dal fotografo Fabrizio Corona, che è ancora – dopo quasi tre mesi – a marcire in galera, non mi si venga a dire che provoca allarme sociale, in quanto assistendo alla sfilata continua dei testimoni che pervicacemente i magistrati continuano a convocare nelle varie procure d’Italia, non c’è nessuno che provochi sentimenti di vicinanza spirituale, sono tutte persone che se la sono cercata; proprio oggi è stato chiamato a testimoniare Lapo Elkan a proposito di un presunto tentativo di estorsione per la sua scappatella a base di cocaina e transessuale:ebbene, se io metto uno accanto all’altro il Corona e l’Elkan, mi viene di fare il tifo per il primo, e di votare contro il secondo.
Continuiamo con l’allarme sociale: in questi ultimi tempi si sono susseguiti vari reati che hanno provocato l’indignazione della pubblica opinione e questi sono gli eventi caratterizzati da incidenti stradali nei quali un’auto lanciata a folle velocità falcia dei bambini innocenti; in tali auto vengono regolarmente rinvenuti degli extra comunitari ubriachi e, alcune volte, addirittura senza patente.
Dopo che questi galantuomini sono stati catturati dalle forze dell’ordine ed hanno confessato il reato, i signori vengono rimessi in libertà e le famiglie dei bimbi uccisi rimangono con un palmo di naso e si arrabbiano; ma direi che anche le altre persone che avrebbero potuto trovarsi nella stessa situazione, hanno un moto di ribellione verso questa magistratura che tiene in carcere persone “innocue” per la socialità comune e rilasciano immediatamente gente che ha ucciso e lo ha fatto in quel barbaro modo: tutto questo ovviamente su base strettamente legale, ma non osservando il principio dell’allarme sociale che è legato a quel popolo italiano in nome del quale verrà poi emessa la sentenza.
Credo che ci sia materia per meditare!!