domenica, aprile 15, 2007
LE MIE PRIORITA'
Vi ricorderete che all’atto dell’insediamento di questo governo – analogamente a quanto feci con il precedente – citai al Presidente del Consiglio quelle che, a mio giudizio, ma credo a giudizio di molti, rappresentano le priorità assolute, quelle cioè dove si dovrebbe investire fino a raggiungere una vera equità, quelle nelle quali andrebbe riversato il famoso “tesoretto” che invece vedrà il consueto attacco alla diligenza di notabili di partito dediti al soddisfacimento dei bisogni dei loro “grandi elettori” (leggi: caste); esse erano, e rimangono, tre: gli anziani, i malati e i bambini.
Delle prime due abbiamo parlato varie volte – e sempre male – mentre alla terza, i bambini, abbiamo dedicato poco spazio; adesso cerchiamo di rimediare, utilizzando all’uopo uno studio sugli asili nido di “Cittadinanzattiva” realizzato con la collaborazione dell’Osservatorio Prezzi & Tariffe.
Da questo studio appare subito un dato quanto mai allarmante: la legge istitutiva è del 1971 e prevedeva un primo “step” al 1976, data nella quale dovevano essere presenti almeno 3.800 asili: ebbene – stento a crederci, ma sembra proprio così – ad oggi, quindi con oltre trenta anni di ritardo sul primo controllo, gli asili sono soltanto 3.000.
Ma del resto non potrebbe essere altrimenti, se consideriamo che il nostro paese destina solo lo 0,9% del PIL, contro il 2,3 della media europea; ed è logica anche la cifra che riporta come un bambino su tre sia escluso dagli asili nido comunali, cioè resta fuori dopo le famose liste di attesa.
Se poi vediamo in dettaglio l’offerta di servizi per l’infanzia, il nostro paese fa veramente la figura del terzomondista rispetto alle altre nazioni europee: pensate che da noi solo il 6% dei bimbi candidati viene ammesso a scuola, mentre in Danimarca siamo al 64%, in Irlanda al 38%, in Francia al 29% e sotto a noi ci sono soltanto Spagna (con il 5%) e Grecia (con il 3%).
Per la verità qualcosa sembra essersi mosso con la finanziaria del 2007, nella quale, ai 13 milioni di euro di dotazione iniziale, se ne sono aggiunti 210 per quest’anno e 180 per ciascuno degli anni 2008 e 2009.
Attenzione però prima di gioire, perché queste cifre confluiscono nel tristemente celebre “Fondo nazionale delle politiche per la famiglia”, uno di quei calderoni inventato a posta dai nostri politici per potere meglio giostrare le proprie esigenze elettorali e quelle degli amici.
E il mio dubbio è che dei bambini – a gioco lungo – non freghi niente a nessuno, anche perché, come è noto, non votano, mentre lo fanno madre e padre e quindi è meglio trovare qualcosa che sia più interessante per loro.
E sapete perché il mio atteggiamento è volto ad un cupo pessimismo? Fate un paio di calcoli: dai primi di marzo (congresso radicale) alla fine di aprile avremo tutta una serie di congressi di partiti (S.D.I. e U.D.C. sono in corso, tra pochi giorni parte quello dei D.S., seguito da quello della Margherita); l’organizzazione di ognuno di questi congressi rappresenta – grosso modo – quanto verrebbe a costare un asilo medio in una grande città; qualcuno dei politici se ne è accorto ed ha improntato la propria assise a parsimonia? Manco per niente, sfarzi e lustrini peggio che ai tempi di Craxi.
Ed un altro risparmio si potrebbe avere dai “giornali di partito”, letti da quattro gatti e finanziati con centinaia di milioni di euro, ma anche di questo non andiamo al di là di dichiarazioni di facciata alle quali non segue nessuna iniziativa concreta.
Meditiamo, gente, meditiamo!!