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giovedì, aprile 05, 2007

LA COPPA AMERICA E BERTINOTTI 

Tra qualche giorno avrà inizio uno dei più buffi spettacoli massmediatici: le gare di vela, esattamente la Coppa Louis Vuitton, il cui vincitore affronterà il detentore della Coppa America, lo svizzero Alinghi.

Pensate che gli italiani in gara sono ben tre e detengono il primato per nazione come numero di partecipanti: sui giornali si leggono frasi del genere: “Siamo il solito popolo di navigatori”; ma il motto completo non aveva anche la presenza dei “santi e di poeti”?

Comunque tra una diecina di giorni, una buona parte di italiani si incollerà alla TV per seguire le evoluzioni di queste magnifiche barche, ma senza che quasi nessuno dei telespettatori sappia qualcosa dei sistemi di navigazione adottati per questi velieri; ma non importa, basta seguire il telecronista che ci da i passaggi dei concorrenti e ci spiega – sia pure sommariamente – cosa s’intende per “andare di bolina” ed altre amenità del genere e poi basta fingere di avere capito!!.

A proposito del “popolo di navigatori” mi corre l’obbligo di fare un solo commento: la scorsa Coppa America è stata vinta da una barca svizzera: non mi sembra che quella nazione sia bagnata dal mare e quindi mi torna difficile immaginare gli svizzeri come dei “navigatori”; in una cosa però sono bravissimi e cioè nel fare soldi e credo che questa sia la caratteristica più importante per vincere; vi basti sapere che il proprietario della barca vittoriosa (Alinghi) è tale Ernesto Bertarelli, titolare di svariate industrie farmaceutiche e pronosticato – tempo addietro – come il futuro proprietario della “Lazio Calcio”.

Per quanto mi riguarda, non sono affascinate dalle virate degli equipaggi in gare, forse perché penso che tra gli sport per ricchi questo sia largamente al primo posto, ed allora non mi conquista, anzi, se vogliamo mi disturba.

Mi disturba quasi quanto la “scoperta” di Bertinotti che, in una trasmissione televisiva su Canale 5, afferma che “i politici sono sempre più lontani dalla gente e in TV appaiono sempre più ridicoli”.

Ma bravo presidente, finalmente c’è l’hai fatta a scoprire “l’acqua calda”; ce l’hai fatta a prendere coscienza di quello che tutti gli osservatori politici vanno affermando da tempo e cioè che tra gli uomini politici e gli “uomini della strada” c’è una sorta di muro, molto spesso, che impedisce ogni forma di comprensione.

Mi direte, ma questo che c’entra con la Coppa America? In effetti il legame è sottile come il filo della tela del ragno e si basa sul concetto di incomprensione: nelle gare di vela la gente non capisce esattamente quello che succede, ma rimane incollata al teleschermo come ipnotizzata, mentre quando parlano i politici non scatta l’effetto ipnosi e – fermo restando che nessuno li capisce – la gente della strada comprende solo che queste persone parlano “per non essere capiti” dagli elettori, ma si rivolgono solo agli amici o ai nemici, agli amici degli amici oppure agli amici dei nemici, insomma a quella marmellata maleolente, a quella sorta di consorteria che va sotto il nome di “mondo politico”.

Ma caro Faustino, ormai sei stato sdoganato, hai raggiunto un posto di prestigio, guadagni cifre iperboliche e quindi mi chiedo e ti chiedo: ma che ti frega di farti capire dalla gente; anzi – ti vorrei suggerire – la gente è sempre meglio che non capisca il linguaggio politichese, perché hai visto mai che poi si accorge di essere presa in giro!!

Quindi, lascia tutto come è e non ti arrabattare inutilmente in una impresa che non ti porterebbe nessun vantaggio: e noi, meditiamo gente, meditiamo.


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