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martedì, marzo 27, 2007

CI SONO FISCHI E FISCHI !!! 

Quasi tutti i giornali accostano le tre “fischiate” di ieri (a Bertinotti, D’Alema e Mastella) come se fossero frutto della stessa contestazione; e invece così non è: ma vediamo con ordine.

Cominciamo da D’Alema che – in visita all’Università di Firenze – è stato sonoramente fischiato dai giovani appartenenti alla destra; il nostro Ministro degli Esteri è riuscito a driblare la contestazione e, attraverso una serie di passaggi più o meno segreti, è riuscito a scansare i fischi, dei quali ha solo sentito l’eco; comunque, niente di particolare da segnalare, in quanto si tratta di avversari politici che fischiano un loro “nemico” e quindi tutto in regola.

L’altro Ministro bersagliato dalla critica all’Università La Sapienza di Roma, è il Guardasigilli Mastella, a proposito della posizione da lui assunta sui “Di.Co.”; anche in questo caso non mi sembra che ci sia niente di particolare da notare, in quanto è una legittima contestazione ad una precisa presa di posizione di un uomo politico e quindi è da ascrivere a protesta più che sacrosanta, ed infatti il bravo Clemente non se l’è presa più di tanto.

Sempre all’Università La Sapienza, c’è stato l’episodio che merita qualche parola in più: il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, è stato contestato da giovani di Rifondazione – cioè il partito del contestato – per la sua presa di posizione sulla guerra: gli slogan infatti hanno fatto perno sulla “passata” non violenza dell’ex rivoluzionario, diventata – non appena raggiunta una poltrona di prestigio – il solito atteggiamento degli altri leader di sinistra, cioè andiamo avanti con la missione in Afghanistan perché questo ci richiedono gli impegni internazionali; lo slogan più curioso? Per me è “No Berty – No War”, nel quale si accomuna Bertinotti alla guerra.

C’è stato anche qualcuno dello stesso partito del Presidente (l’on.Malabarba) che ha rilasciato pesanti dichiarazioni circa la coerenza politica ed umana del nostro Fausto: “non è giusto sfruttare i movimenti (pacifisti, no global, disobbedienti, ecc) per andare al potere e, una volta raggiuntolo, voltare la testa dalla parte opposta da dove provengono i fischi”; da notare che gli epiteti lanciati contro Bertinotti vanno dal solito “buffone” a “guerrafondaio”, fino ad arrivare ad “assassino”; e Fausto si è pure arrabbiato arrivando a replicare agli studenti e chiedendo loro addirittura le scuse e ottenendo una nuova bordata di fischi!!

Ed anche compagni di maggioranza, tipo Luca Casarini, rimproverano aspramente il Presidente della Camera affermando che “Bertinotti se l’è meritato, anzi è troppo poco, visto che il suo partito vota la guerra in cambio di poteri e grandi privilegi”.

Ma chi sono questi contestatori? Sono gli “allievi” dei vari Bertinotti, quelli tirati su a pacifismo duro e puro, a pacifismo senza se e senza ma, che adesso contestano la violenza – come una volta faceva Fausto – e che non fanno differenza tra Bertinotti, Prodi e addirittura Berlusconi; o meglio, il leader storico del PRC è peggio degli altri perché, dicono i giovani contestatori, “aveva fatto della non violenza la sua bandiera” ed ora “partecipa alla guerra globale”.

Che peccato che poi questi giovani siano destinati a crescere e a diventare, magari loro malgrado, dei “globalizzati”, perché come sono adesso mi rimangono proprio simpatici e in loro rivedo tanti atteggiamenti miei (di oltre un millennio fa) e di tanti altri amici e compagni di quell’epoca.


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