martedì, febbraio 20, 2007
E DOPO VICENZA ?
All’indomani della splendida manifestazione pacifica di Vicenza contro l’allargamento della base statunitense, ci sono diversi interrogativi che sorgono, a leggere le varie dichiarazioni dei politici di entrambe le aree: il centro destra ha bollato l’evento come una evidente spaccatura della maggioranza, in quanto alcuni partiti che ne fanno parte hanno aderito al corteo; il centro sinistra ha invece inneggiato alla riuscita attuazione della non violenza, dicendo – come conseguenza – che il parere già espresso dal governo non cambia (atteggiamento “spocchioso” dei DS e Margherita), mentre la sinistra antagonista ha invitato l’esecutivo a fare tempestivamente marcia indietro circa la decisione sulla Base Militare, tenendo così conto della gente che ha partecipato, pacificamente, all’evento vicentino.
Come si vede, il riassunto sia pure sintetico, del dopo-Vicenza non può inquadrarsi tra quelle cose che sono fatte per risolvere i tanti problemi del paese; ci mancherebbe soltanto che su questo problema, unito al rifinanziamento dell’Afghanistan, cadesse il governo, proprio ora che l’economia mondiale è in ripresa e noi – se non siamo idioti – dovremmo prendere il treno in corsa.
Tra tutte le cose che sono state dette circa l’evento vicentino, una mi ha colpito, sia perché scritta da un personaggio che ammiro (Massimo Fini) e sia perché mi dà il modo di riflettere ancora di più su quanto accaduto: dunque, lo scrittore afferma che era a Vicenza alla testa del suo movimento – che non è di destra e neppure di sinistra e che si chiama “Movimento Zero” – e che avevano un unico striscione che riportava lo slogan “cittadini, non sudditi”.
Dice di aver notato che la gente partecipante alla marcia ce l’aveva con tutti i partiti e continua affermando di aver visto che molti striscioni avevano in effige sia il faccione di Prodi che quello di Berlusconi; ok, fino a questo punto ho capito, ma spingendoci un po’ più avanti mi viene di chiedere a Fini e di chiedere a voi: ma se hanno perso i partiti, chi ha vinto? Forse la gente comune, quella da 1200 euro al mese? Ma in che modo ha vinto?
Ed allora provo a rispondere ritornando alla manifestazione ma in particolare ad un siparietto colto da una trasmissione satirica televisiva: alla testa della manifestazione, dietro ad uno striscione con i soliti slogan, ci sono Rizzo (Comunisti Italiani) e Diliberto (Rifondazione), uno accanto all’altro; si avvicina una giovane donna che si rivolge a entrambi, ma in particolare a Diliberto, chiedendo un contributo per il suo viaggio in treno da Reggio Calabria, ed il leader di Rifondazione gli porge 5 euro, suscitando le proteste della ragazza che ne chiede almeno 10; mentre Rizzo sembra sghignazzare, l’interpellato glissa e dice che basta così, al che la ragazza sbotta in una frase che dovrebbe essere usata come slogan nelle prossime manifestazioni “ci credo che te ne freghi, tu che guadagni 20.000 euro al mese, non capisci neppure cosa voglia dire venire in treno da Reggio Calabria”; il servizio d’ordine, pur con mosse gentili, la allontana dai due politici.
Non credete amici cari che il problema sia proprio quello, cioè la siderale distanza che separa la gente comune (quella da 1.200 euro al mese e anche meno) dai politici (da 20.000 euro al mese e anche più) ?
E che questi ultimi, lungi dal cercare di colmare questa differenza, ci facciano “baloccare” su argomenti interessantissimi ma che non producono niente per il portafoglio, tipo
E poi ci si chiede da dove provengono le B.R.? Ma da questi incazzati che sperano soltanto in una lotta armata, perché hanno visto che le normali tornate elettorali non modificano le cose neppure in una minima parte e che vinca l’uno o l’altro, sempre sudditi restiamo.
Ricordiamoci però che adesso le cose stanno andando diversamente: le nuove B.R. nascono all’interno del sindacato, cioè all’interno delle fabbriche, luoghi e strutture dove quelle del 1977 non hanno mai trovato posto.
Che facciamo? Continuiamo a meditare ? Non so suggerirvi niente di meglio, purtroppo…