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sabato, gennaio 06, 2007

ECCO QUALI SONO LE COSE SERIE 

Chi mi segue con una certa frequenza saprà che ad ogni mutamento di governo non mi sono mai stancato di ripetere che le cose di cui si sarebbe dovuto occupare prioritariamente il nuovo esecutivo erano tre e precisamente i bambini, i malati e i vecchi.

Ed invece si assiste continuamente a enormi discussioni, ad intere settimane parlamentari dedicate a cose che – se provate a domandarlo in giro – la gente non capisce oppure, ed è ancora peggio, non gliene frega niente: mi riferisco ai PACS, alle staminali, agli embrioni più o meno vicini all’uomo, alla dolce (o amara) morte e potrei continuare ancora ad elencare argomenti che tengono banco ma che alla gente comune, quella come voi e me interessano poco o niente.

È ovvio che queste raccomandazioni le ho sempre traslate ai governi “europei” ed anche “mondiali” (l’O.N.U.), ma anche in questo caso ho visto che le chiacchiere “sui massimi sistemi” hanno preso il sopravvento sulle cose veramente importanti da fare.

Dopo questo lungo preambolo, mi chiederete: ma dove vuoi arrivare? Ebbene, la notizia che ho letto in questi giorni e che mi ha sorpreso fino ad un certo punto (e questo e gravissimo!) è questa: oltre duecento milioni di bambini al di sotto di cinque anni stanno perdendo il proprio potenziale di sviluppo cognitivo a causa della povertà, della salute compromessa, di una scarsa nutrizione e di cure insufficienti; insomma di una vita condotta sotto il limite umano tollerabile.

Quanto sopra discende da una ricerca curata dall’International Child Development Steering Group e presentata dalla rivista britannica Lancet (bisturi) che indica nel sud dell’Asia l’area dove vive la maggior parte di questi bambini (quasi in 40%) seguita da altri dieci paesi (India, Nigeria, Cina, Bangladesh, Etiopia, Indonesia, Palkistan, Congo, Uganda e Tanzania) dove risiedono complessivamente il 60% di questi “bambini sfortunati”, come li definisce eufemisticamente la rivista inglese.

Da aggiungere che anche la trasmissione genetica risentirà di questa tragica situazione e pertanto si avrà un passaggio intergenerazionale della carenza cognitiva: come dire che non vi diamo alcuna speranza ed anzi, la vostra deficienza crescerà in maniera esponenziale per effetto dell’alta fertilità registrata in queste zone.

Mi chiedo, e vi chiedo, chi dovrebbe occuparsi di questa vergognosa situazione? Penso, in prima istanza, all’O.N.U. che, pur tra vari contrasti, cerca di mettere bocca in svariate situazioni a livello mondiale, penso – in seconda istanza – all’Europa, con la sua opulenza e la sua generosità; e invece ho tanta paura che di questi poveri bambini non se ne occupa nessuna istituzione internazionale, ma lascia il compito ad encomiabili ma sterili iniziative della Chiesa o di altre organizzazioni volontaristiche.

Vorrei citare un esempio: se l’O.N.U. smettesse di elargire tanti miliardi per i profilattici e per la sterilizzazione e destinasse questi fondi a lenire, sia pure in parte, il problema di coloro che per la fame o muoiono oppure – come abbiamo visto – rincretiniscono?

Ma sia chiaro che questo sarebbe solo un primissimo passo, poiché il nocciolo della questione è davanti agli occhi di tutti noi ed è l’esasperato consumo (lo chiamerei spreco) delle risorse che abbiamo a disposizione e delle quali facciamo incetta senza porci alcuna domanda di carattere morale del tipo: “e gli altri?”.

Non può durare così,non possiamo sperare che tutto continui così! Prima o poi questi bambini – diventati grandi – verranno a riprendersi quello che gli spetta e prima di farlo ci uccideranno tutti: e avranno ragione di farlo!!


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