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martedì, gennaio 23, 2007

CELLULARI ALLE ELEMENTARI 

Ricorderete che un po’ di tempo fa scoppiò lo scandalo dei cellulari usati dai ragazzi delle scuole per riprese sexy alle compagne, più o meno compiacenti.

Ebbene, adesso lo scandalo si è spostato addirittura alle elementari – età tra i sei e i dieci anni – dove una maestra ha scoperto un bambino che giocherellava con il suo cellulare (costa almeno tre volte del mio) dentro al quale c’era in bella vista una serie di foto e filmati pornografici, alcune fatte anche a compagne di classe.

Altro scandalo, altra sommossa del mondo della scuola che si è rivoltato contro quest’uso smodato della tecnologia; il logico provvedimento sarebbe stato quello di vietare l’uso del cellulare all’interno degli edifici scolastici – come del resto sta scritto nel mai applicato regolamento – ma la preside e gli insegnanti si sono dichiarati impotenti a mettere in piedi questa normativa a causa della levata di scudi dei genitori.

Volete qualche “giustificazione” addotta dalle madri (sono soprattutto loro, molto più dei padri) a difesa del cellulare? Eccole: “Quando vado a prenderlo a scuola può capitare di incontrare traffico o avere qualche ritardo; con il cellulare posso avvertirlo e assicurarmi che aspetti”. Ma signore, siamo alle elementari e si ha paura che il bambino se ne vada per conto suo? Ma fategli il sedere rosso di botte e vedrete che non ci riprova più ad andare a spasso per conto suo!!

Ancora motivazioni sull’acquisto dello strumento diabolico: “Un po’ perché lui (il bambino) ha insistito tanto per averlo e poi così mi sento più tranquilla”; attenzione signora, che ai figli si può – anzi si deve – dire anche di no, perché a dire sempre di si, la prossima volta gli chiederanno la pistola e anche con quella lei si sentirà più tranquilla?

L’uso smodato del telefonino in classe ha creato una vera psicosi nelle maestre che assistono quasi sempre impotenti a continue digitazioni del cellulare per la composizione di messaggini che magari sono diretti all’amico del banco accanto o all’amichetta della classe vicina.

E le maestre commentano che “è difficile assicurarsi che facciano quello che gli diciamo”: egregie signore o signorine maestre, ma sapete cosa significa questo sostantivo?

“Colui o colei che in virtù delle cognizioni ed esperienze acquisite, contribuisce in tutto o in parte all’altrui formazione”. Che ne dite? Cosa vi manca la cognizione o l’esperienza? Ed allora ditelo che non siete in grado di fare il vostro mestiere e la società cercherà soluzioni diverse.

Ed a Voi signori Presidi, se i genitori “pretendono” che i figli abbiano con loro il fidato cellulare, cacciate dalla scuola sia la mamma che il o la figlia, ricordando loro che siamo andati avanti benissimo anche quando non c’erano e che i ritardi per il traffico c’erano anche allora, ma i figli – almeno quelli educati a modo – non si muovevano dalla scuola e restavano ad aspettare il padre o la madre.

E non mi si parli di “nuovi pericoli” che adesso incombono sui bambini: sono gli stessi di sempre, con l’aggravante che l’uso smodato e non controllato di questi nuovi mezzi tecnici acuisce il pericolo in quanto lo produce e non contribuisce affatto a risolverlo.

Quindi, dopo avere invocato il pugno d’acciaio nelle scuole contro i telefonini, vi ripeto quanto dico solitamente: “meditiamo, gente, meditiamo!”.


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