martedì, dicembre 05, 2006
LOLITE ELETTRONICHE
Questa definizione appare sempre più spesso sulla stampa quotidiana, a partire da un paio di settimane a questa parte, da quando cioè sono state scoperte e “denunciate” alcune iniziative di ragazzine nelle quali è mischiato sesso e tecnologia.
Come al solito andiamo con ordine e narriamo le due vicende che mi sembrano più significative: entrambe si svolgono nelle Marche (chissà perché!!) e, la prima ha come protagonista una giovanissima di appena 13 anni che viene descritta bella e procace; il fatto ha luogo nella scuola media che frequenta ed ha come protagonista il proprio videotelefonino, con il quale compie su di se degli scatti che poi rivende ai compagni di classe: tre euro per fotografare il seno nudo e quattro per le “parti basse”.
Nel pomeriggio il set fotografico si sposta dalla scuola ai giardinetti dove a riprenderla sono anche persone extra scuola: lei smercia le foto ed intasca i soldi; queste foto sono fatte o dagli stessi clienti oppure da lei stessa che poi le invia ai cellulari degli acquirenti.
Da notare che i “clienti” della ragazzina, a loro volta diventano commercianti delle stesse foto che rivendono a prezzo maggiorato ad altri amici, così da saturare il mercato e, infatti, la cosa è stata scoperta dalla madre di un giovanissimo che ha scoperto sul cellulare del figlio le immagini scabrose.
L’altra vicenda ha per protagonista una giovanissima (sedici anni) che, per rompere la monotonia della vita di provincia, si mette in testa di realizzare una cosa “diversa”: sempre usando il videotelefonino, riprende le scene hard di un rapporto con il suo ragazzo (peraltro suo coetaneo) e le spedisce ai cellulari degli “amici”, come se la cosa fosse la più normale del mondo ed anzi, chiedendo “critiche e consigli” sul materiale girato.
Anche in questo caso la proliferazione dei destinatari ha portato alla scoperta dell’autrice del video che si è prestata addirittura ad essere intervistata da alcuni quotidiani ai quali – dopo avere sciorinato tutta una sua filosofia dell’esistenza che vi risparmio – ha detto, riguardo le scene hard inviate in giro che “non mi risulta che sia vietato dalla legge”; e così ha risposto a genitori, benpensanti, parrucconi eccetera.
Per commentare le due vicende dobbiamo scindere il sesso dalla tecnologia, in quanto quest’ultima è soltanto lo strumento usato per la diffusione, ma prima di ogni altra cosa c’è da chiedersi che tipo di rapporto con la loro e l’altrui sessualità hanno le generazioni attuali.
In apparenza sembrerebbe una grande apertura mentale, un modo “moderno” di vivere il sesso, una netta antitesi con quello che era per i loro genitori, insomma una vera e propria conquista; invece – a ben guardare – siamo in presenza di episodi che niente hanno da spartire con la finalità principale della sessualità: il godimento.
Infatti, in entrambe le vicende riesco ad intravedere spigliatezza commerciale nella prima e desiderio di stupire gli altri nella seconda, ma niente che mi riconduca la sessualità di queste due bambine a quello che è o dovrebbe essere nella realtà e cioè un appagamento di uno dei più belli “istinti animali” che il Creatore ha donato all’uomo (e alla donna ovviamente).
Per concludere, lasciando l’approfondimento della cosa ai veri sessuologi, mi limito ad una battuta: volete scommettere che da qualche parte si leveranno delle voci che chiederanno il divieto di commercializzazione ai minori per i telefonini muniti di video?Della serie: come se il problema fosse quello!!
Come al solito andiamo con ordine e narriamo le due vicende che mi sembrano più significative: entrambe si svolgono nelle Marche (chissà perché!!) e, la prima ha come protagonista una giovanissima di appena 13 anni che viene descritta bella e procace; il fatto ha luogo nella scuola media che frequenta ed ha come protagonista il proprio videotelefonino, con il quale compie su di se degli scatti che poi rivende ai compagni di classe: tre euro per fotografare il seno nudo e quattro per le “parti basse”.
Nel pomeriggio il set fotografico si sposta dalla scuola ai giardinetti dove a riprenderla sono anche persone extra scuola: lei smercia le foto ed intasca i soldi; queste foto sono fatte o dagli stessi clienti oppure da lei stessa che poi le invia ai cellulari degli acquirenti.
Da notare che i “clienti” della ragazzina, a loro volta diventano commercianti delle stesse foto che rivendono a prezzo maggiorato ad altri amici, così da saturare il mercato e, infatti, la cosa è stata scoperta dalla madre di un giovanissimo che ha scoperto sul cellulare del figlio le immagini scabrose.
L’altra vicenda ha per protagonista una giovanissima (sedici anni) che, per rompere la monotonia della vita di provincia, si mette in testa di realizzare una cosa “diversa”: sempre usando il videotelefonino, riprende le scene hard di un rapporto con il suo ragazzo (peraltro suo coetaneo) e le spedisce ai cellulari degli “amici”, come se la cosa fosse la più normale del mondo ed anzi, chiedendo “critiche e consigli” sul materiale girato.
Anche in questo caso la proliferazione dei destinatari ha portato alla scoperta dell’autrice del video che si è prestata addirittura ad essere intervistata da alcuni quotidiani ai quali – dopo avere sciorinato tutta una sua filosofia dell’esistenza che vi risparmio – ha detto, riguardo le scene hard inviate in giro che “non mi risulta che sia vietato dalla legge”; e così ha risposto a genitori, benpensanti, parrucconi eccetera.
Per commentare le due vicende dobbiamo scindere il sesso dalla tecnologia, in quanto quest’ultima è soltanto lo strumento usato per la diffusione, ma prima di ogni altra cosa c’è da chiedersi che tipo di rapporto con la loro e l’altrui sessualità hanno le generazioni attuali.
In apparenza sembrerebbe una grande apertura mentale, un modo “moderno” di vivere il sesso, una netta antitesi con quello che era per i loro genitori, insomma una vera e propria conquista; invece – a ben guardare – siamo in presenza di episodi che niente hanno da spartire con la finalità principale della sessualità: il godimento.
Infatti, in entrambe le vicende riesco ad intravedere spigliatezza commerciale nella prima e desiderio di stupire gli altri nella seconda, ma niente che mi riconduca la sessualità di queste due bambine a quello che è o dovrebbe essere nella realtà e cioè un appagamento di uno dei più belli “istinti animali” che il Creatore ha donato all’uomo (e alla donna ovviamente).
Per concludere, lasciando l’approfondimento della cosa ai veri sessuologi, mi limito ad una battuta: volete scommettere che da qualche parte si leveranno delle voci che chiederanno il divieto di commercializzazione ai minori per i telefonini muniti di video?Della serie: come se il problema fosse quello!!