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domenica, novembre 12, 2006

SIAMO TUTTI PAZZI ?? 

“Contro i tagli c’è una ferocia impressionante, il paese è impazzito, non pensa al futuro”: sono parole del Presidente del Consiglio di questo disgraziato paese, il quale ha anche aggiunto – a proposito della minaccia di non votare la finanziaria da parte della Montalcini – che “il suo allarme è intempestivo perché stiamo cercando ogni piccola fonte per avere soldi per la ricerca”; ed ancora, a proposito di TFR, ha rivelato di aver detto alla Confindustria: “vi ridò il TFR e vi tolgo il cuneo, hanno detto no, segno che questa finanziaria conviene alle aziende”.
Che dire di queste “affermazioni” (a casa mia si chiamano “bischerate”)? Trovo giusto che questo è un paese impazzito, ma soprattutto la testa è stata persa dai protagonisti della vita politica, personaggi che sono sempre più distanti dalla vita e dai bisogni che il popolo mostra di avere.
Quello cui stiamo assistendo per questa finanziaria è quanto di più disastroso – sotto il profilo psicologico – si possa immaginare: la gente non riesce a comprendere quello che succede, i media continuano a bersagliarla con ipotesi di ogni genere, l’uomo della strada vede diminuire sempre più il potere del proprio stipendio e non c’è un cane che si ponga come obiettivo di risolvere i “veri” problemi del paese.
Il signor Presidente, anziché rilasciare interviste a raffica nelle quali non c’è neppure un minimo di logica, dovrebbe chiedersi almeno un paio di cose: la prima è che l’Italia ha subito – governo Amato – una finanziaria da 60 mila miliardi e non è successo tutto questo casino, segno che il manico è diverso e segno, soprattutto, che le modalità di approccio sono state assai diverse.
La seconda cosa è che il nostro esimio signor Presidente dovrebbe leggersi con attenzione il rapporto della Caritas che contiene un allarme assai curioso: “il ceto medio è a rischio povertà”. Questa affermazione deriva dall’aumento dei pasti messi a disposizione delle famose mense dei poveri gestite dalla Caritas, nelle quali gli elementi della media borghesia diventano sempre più numerosi; chi sono questi frequentatori “borghesi”? In uno studio della struttura cattolica risultano ancora maggioritari gli extra comunitari (63,6%) ma gli italiani che ne fruiscono sono sempre più facenti parti dell’ex borghesia (pensionati, piccoli artigiani, ecc).
Quali le motivazioni? E’ molto semplice, non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese e non disdegnano una pastasciutta alla mensa della Caritas. Per i nostri “politici” questo può rappresentare un campanello d’allarme oppure si preferisce continuare a rifugiarsi nella pazzia degli italiani?
Io credo che simili comportamenti di “distacco dal paese” non si siano visti neppure con il precedente governo Berlusconi, il quale da buon venditore di pubblicità, aveva ben presente il motto che il “cliente deve sempre essere ascoltato”.
Come si può fare per risolvere questa situazione? Non è facile! L’unica speranza è nei cinesi, sì, proprio negli omini con gli occhi a mandorla che – dicono i dati di macroeconomia – nel 2010 saranno in testa a tutto il pianeta per quanto riguarda il P.I.L.; a quel punto – dato che il loro tenore di vita non sarà aumentato in corrispondenza al prodotto industriale – possiamo attenderci anche qualche sommossa di popolo e in questo caso si potrebbe assistere ad un tale sconquasso da paragonarsi al “mischiare il mazzo e ridare le carte” e vediamo cosa ci è toccato!!

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