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domenica, ottobre 29, 2006

UN FATTO INQUIETANTE 

L’intero governo, con l’ausilio di tutti i segretari politici dei partiti di maggioranza, si è riunito ieri in una sorta di “concistoro” a Villa Pamphili per studiare il modo di procedere in vista della presentazione alle camere della Finanziaria”; il presidente del Consiglio ha fatto capire che teme più le imboscate degli alleati che gli attacchi della minoranza.
D’altro canto ogni partito politico ha i propri elettori, con le proprie esigenze che ciascun politico cerca di interpretare in modo tale da poter avere nuovamente il voto della gente anche alla prossima tornata elettorale.
Ma forse – dico forse, ma ne sono certo – ai politici riuniti nella storica residenza romana avrebbe fatto meglio conoscere a fondo e giudicare le motivazioni di un piccolo fatto accaduto a La Spezia, in un Supermercato; sentite bene quel che riportano le notizie della stampa: una famiglia di cinque persone – composta da padre e madre, entrambi pensionati, lei ex maestra, due figlie, di 40 e 24 anni, la prima accompagnata dal marito, un ferroviere anch’esso quarantenne – si reca al supermercato per fare la spesa, ma si comporta in modo così “originale” da destare i sospetti degli addetti alla vigilanza.
Infatti, mentre le tre donne si occupano di razziare generi alimentari e biancheria intima per uomo e per donna, infilando il tutto in tre capaci borsoni, i due uomini di piazzano agli inizi dei corridoi facendo da palo alla ruberia; terminato il “prelievo” di tutta questa merce, le donne si sono presentate alla cassa munite di un cestello per la spesa veloce e mostrando della merce del valore di soli sei euro.
A questo punto intervengono le guardie della vigilanza che invitano i cinque a seguirli negli uffici dove, alla presenza di una pattuglia dei carabinieri precedentemente chiamati, sono stati perquisiti accuratamente: le tre donne avevano tre borsoni che non hanno mostrato alla cassa, pieni di merce rubata; gli uomini dal canto loro non si sono limitati a fare “i pali”, ma si sono anch’essi dati da fare ed infatti addosso a loro è stata rinvenuta altra merce rubata negli scaffali.
Complessivamente il furto della famiglia ammonta a duecento euro; i due uomini hanno riconosciuto di avere sbagliato e si sono “giustificati” affermando di essere stati spinti al furto dal fatto che la vita era diventata troppo cara e che loro non ce la facevano più ad arrivare alla fine del mese.
Quindi abbiamo una famiglia nella quale entrano due pensioni ed uno stipendio; inoltre – circostanza da non trascurare –saranno difesi di fronte al giudice da un altro figlio della coppia che svolge la professione di avvocato: siamo in piena borghesia!
E adesso cerchiamo di trovare delle motivazioni: siamo in presenza di una situazione in cui c’entra qualcosa anche la malattia (cleptomania)? Non lo sappiamo ma sembra di no, anzi facciamo finta che non c’entri. E allora? Allora abbiamo le dichiarazioni degli imputati che affermano come due pensioni ed uno stipendio non siano sufficienti a mandare avanti una famiglia composta da cinque persone (il sesto, l’avvocato, lasciamolo fuori in quanto probabilmente vive in un altro posto e non aiuta la famiglia).
Questa è la cruda realtà, questo, e non altro, è il quesito che i nostri governanti dovrebbero esaminare con attenzione e, possibilmente risolvere; anche se ognuno di loro non è mai entrato in un supermercato e non ha la più pallida idea di quanto costi un etto di prosciutto. Magari conoscono tanti valori di macroeconomia, ma non sanno quanto ci vuole ad una persone per tirare avanti per un mese; e questo è il grave problema che abbiamo di fronte a noi: essere governati da persone che non conoscono i bisogni della gente che devono governare!!

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