giovedì, ottobre 05, 2006
ALITALIA SEMPRE PIU' NEL BARATRO
Ormai sono svariati anni che la nostra Compagnia Aerea di bandiera, l’Alitalia appunto, versa in miserevoli condizioni e continua a perdere soldi a tutto spiano; era stata riposta grande fiducia nel nuovo Amministratore Delegato, Giancarlo Cimoli, meglio conosciuto come “il tagliatore di teste”, per la smodata passione che il manager ha nel licenziare il personale, ma le speranze sembra che stiano per naufragare.
Infatti, anche Cimoli sembra sul punto di arrendersi, stando almeno alle anticipazioni di una sua prossima audizione in Parlamento; sentite questa dichiarazione: “Nell’attuale scenario non c’è spazio per la sopravvivenza dell’Alitalia, né tantomeno per lo sviluppo dell’attività, visto che a maggior numero di ore volate corrisponderebbero maggiori perdite”. Detto in soldoni: più si vola – cioè si fa il nostro mestiere – più ci si rimette e quindi aumentano le perdite: non c’è che dire, è proprio una bella prospettiva!
Il bravo Cimoli indica anche i quattro punti salienti, necessari per cercare di raddrizzare la situazione: il PRIMO è quello di “eliminare le evidenti distorsioni della concorrenza”, cioè dei voli “Low Cost”, che garantirebbero vantaggi sleali alle nuove Compagnie che stanno nascendo come funghi; ma, caro Amministratore, non si può dire che bisognerebbe eliminare la concorrenza, perché se così fosse, sarebbero tutti bravi a mandare avanti le grandi Aziende, non le pare??.
Con il SECONDO punto se la prende con le inefficienze del sistema (aeroporti scadenti, ENAV idem, ecc.), avvertendo che queste causano costi che vanno a collocarsi nei conti economici delle linee aeree. Anche in questo caso, non riesco a capire il punto di vista di Cimoli: sacrosanto il richiamo alle inefficienze dalle quali discendono aggravi di costi, ma è bene ricordare che questa situazione vede tutte le compagnie aree accomunate da un unico destino, e quindi….
Il TERZO punto richiama le carenze delle infrastrutture (stradali e ferroviarie) a supporto delle varie realtà aeroportuali e richiama la parcellizzazione degli interventi come elemento di grave distonia nel campo del volo, cioè si fanno troppi aeroporti (forse per motivi campanilistici) e non si riesce a supportarli in modo adeguato: anche in questo caso, non posso che essere d’accordo con la denuncia, in quanto le strade o i treni per raggiungere gli aeroporti, sono in condizioni disastrose, ma – come ho detto sopra – questa è una condizione che accomuna tutte le compagnie aeree e quindi…
Il QUARTO e ultimo punto delle lamentazioni di Cimoli è una richiesta di soldi – mascherata ma neppure tanto bene – con la quale si invocano “logiche di intervento accettabili in sede internazionale”; dal criptico linguaggio si capisce che si dovrebbero cercare soluzioni che non possano poi essere bocciate in sede comunitaria dai soloni di Bruxelles: e in questo caso mi sembra che siamo in piena richiesta di aiuto, senza neppure una minima motivazione di carattere operativo, perché se la premessa è che “più si vola e più si perde”, come si può invitare il Governo a mettere mano ancora una volta al portafoglio?!
Tutti gli interessati si mostrano “sconcertati” dalle anticipazione del documento di Cimoli, a cominciare dai Sindacati che nelle loro numerose sigle (credo che ce ne siano almeno una ventina) si sono dichiarati pronti a scendere in piazza con l’ennesimo sciopero generale: e ti pareva!!
Infatti, anche Cimoli sembra sul punto di arrendersi, stando almeno alle anticipazioni di una sua prossima audizione in Parlamento; sentite questa dichiarazione: “Nell’attuale scenario non c’è spazio per la sopravvivenza dell’Alitalia, né tantomeno per lo sviluppo dell’attività, visto che a maggior numero di ore volate corrisponderebbero maggiori perdite”. Detto in soldoni: più si vola – cioè si fa il nostro mestiere – più ci si rimette e quindi aumentano le perdite: non c’è che dire, è proprio una bella prospettiva!
Il bravo Cimoli indica anche i quattro punti salienti, necessari per cercare di raddrizzare la situazione: il PRIMO è quello di “eliminare le evidenti distorsioni della concorrenza”, cioè dei voli “Low Cost”, che garantirebbero vantaggi sleali alle nuove Compagnie che stanno nascendo come funghi; ma, caro Amministratore, non si può dire che bisognerebbe eliminare la concorrenza, perché se così fosse, sarebbero tutti bravi a mandare avanti le grandi Aziende, non le pare??.
Con il SECONDO punto se la prende con le inefficienze del sistema (aeroporti scadenti, ENAV idem, ecc.), avvertendo che queste causano costi che vanno a collocarsi nei conti economici delle linee aeree. Anche in questo caso, non riesco a capire il punto di vista di Cimoli: sacrosanto il richiamo alle inefficienze dalle quali discendono aggravi di costi, ma è bene ricordare che questa situazione vede tutte le compagnie aree accomunate da un unico destino, e quindi….
Il TERZO punto richiama le carenze delle infrastrutture (stradali e ferroviarie) a supporto delle varie realtà aeroportuali e richiama la parcellizzazione degli interventi come elemento di grave distonia nel campo del volo, cioè si fanno troppi aeroporti (forse per motivi campanilistici) e non si riesce a supportarli in modo adeguato: anche in questo caso, non posso che essere d’accordo con la denuncia, in quanto le strade o i treni per raggiungere gli aeroporti, sono in condizioni disastrose, ma – come ho detto sopra – questa è una condizione che accomuna tutte le compagnie aeree e quindi…
Il QUARTO e ultimo punto delle lamentazioni di Cimoli è una richiesta di soldi – mascherata ma neppure tanto bene – con la quale si invocano “logiche di intervento accettabili in sede internazionale”; dal criptico linguaggio si capisce che si dovrebbero cercare soluzioni che non possano poi essere bocciate in sede comunitaria dai soloni di Bruxelles: e in questo caso mi sembra che siamo in piena richiesta di aiuto, senza neppure una minima motivazione di carattere operativo, perché se la premessa è che “più si vola e più si perde”, come si può invitare il Governo a mettere mano ancora una volta al portafoglio?!
Tutti gli interessati si mostrano “sconcertati” dalle anticipazione del documento di Cimoli, a cominciare dai Sindacati che nelle loro numerose sigle (credo che ce ne siano almeno una ventina) si sono dichiarati pronti a scendere in piazza con l’ennesimo sciopero generale: e ti pareva!!