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martedì, settembre 12, 2006

RIENTRO E TROVO LA SOLITA MINESTRA 

Durante le due settimane trascorse a Venezia seguendo i film presentati alla 63° Mostra del Cinema, i fatti della politica, della cronaca nera, insomma il pane quotidiano dei nostri giornali, mi giungevano come attutiti, come voci lontane; adesso che sono rientrato in piena attività, adesso che ho ripreso a scorrere più di un giornale ed a vedere più di un telegiornale, mi accorgo che non è cambiato niente, la vita ci riserva la solita minestra più o meno riscaldata.
Due eventi, molto diversi l’uno dall’altro, colpiscono la mia fantasia: il primo si riferisce al famoso viaggio che partirà domani alla volta della Cina e che porterà in quel Paese lontano un migliaio di persone, tra politici, industriali e…altri.
Tutto questo mi ricorda un analogo viaggio messo in piedi da Craxi quand’era Primo Ministro e che conteneva un alto numero di partecipanti: in quell’occasione venne coniata la frase “si è circondato di nani e ballerine”, per significare che molti dei partecipanti non avevano alcun titolo a stare in quel luogo.
E adesso? E adesso cosa diciamo? Come definiamo le decine (o forse sono centinaia?) di persone che non c’entrano niente né con il Governo, né con la Confindustria e neppure con la Cina?.
Comunque, di una cosa sono certo: quello che anche questo Governo – come quello di allora – non avrà nessuna intenzione di fare, sarà di andare a chiedere conto ai governanti cinesi dei diritti umani completamente calpestati in Cina, dell’impossibilità di fare più di un figlio, dell’impossibilità di seguire una qualunque religione e di tante altre “impossibilità”. Di queste cose non si parlerà, per non offendere i padroni di casa, magari si parlerà invece del film al quale è stato assegnato il Leone d’Oro a Venezia e di altre facezie del genere, attendendo comunque il momento per sottoscrivere un buon contratto, buono non solo per il popolo italiano, ma soprattutto per chi lo sottoscrive.
Il secondo fatto è accaduto in Veneto e ha per protagonista un giovanissimo (22 anni) che ha ucciso la nonna di 92 a martellate perché quest’ultima di era rifiutata di dargli 20 euro per andare a giocare al videopoker.
Fermo restando l’orrore per la vicenda, vorrei fare un paio di commenti: il primo si riferisce ai primi sospetti (gli extracomunitari) che sono rimasti tali fino a che il nipote non si è costituito ed ha confessato; il secondo è che ormai qui da noi, quando si tratta di “efferati delitti”, ci viene spontaneo accostarli agli extracomunitari e, quando questi invece sono innocenti, ci rimaniamo quasi male. È vero o no?!
Per la brava borghesia benpensante, ormai è logico fare l’accostamento tra violenza sessuale e magrebino, anche se le statistiche ci dicono esattamente il contrario: la maggior parte delle violenza accade tra le mura domestiche e, nel complesso dei delitti e delle violenze a sfondo sessuale, i “non italiani” sono una esigua minoranza”.
È ancora la paura dell’”uomo nero” che ci viene inculcata fin da piccoli attraverso le favole? È la paura del “diverso” che ingenera in tutti noi una sorta di premeditazione nel sospettare?
Sia come sia, quando a commettere un efferato delitto è un “nostrale” andiamo alla ricerca di tutte le attenuanti possibili, quando sono “gli altri” a commetterlo, ci viene spontaneo affermare “l’avevo detto che non c’era da fidarsi!!”.
È vero o no?!

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