domenica, settembre 24, 2006
PIATTO RICCO MI CI FICCO
Il detto “piatto ricco mi ci ficco” è tipico dei giocatori di poker e sta ad indicare la situazione nella quale – data la ricchezza del piatto, cioè della posta in gioco – il giocatore avido sta al gioco indipendentemente dalla bontà delle carte che ha in mano.
È esattamente la situazione del nostro Ministro della Giustizia che, visto tutto il movimento attorno alle intercettazioni Telecom, ha pensato bene di inviare alla società di Tronchetti Provera anche gli ispettori del suo Ministero.
Da notare che sulla vicenda già stanno indagando i magistrati della Procura di Milano, nonché l’Autority delle telecomunicazioni e quella della privacy; sorgerebbe spontanea la domanda: cosa andranno a verificare gli ispettori del Ministero della Giustizia che già non abbiano visionato tutti gli altri “indagatori” che si trovano in azione?
Ed allora facciamo un breve passo indietro: il nostro ministro, Clemente Mastella, magari non sarà un’aquila e neppure un fulmine di guerra per le cose tecniche del suo ministero (o di qualsiasi altro, tanto non sa niente di niente), ma sotto il profilo del fiuto politico, ce ne sono pochi che possono stargli al pari.
Sarà forse la lunga militanza nella vecchia D.C., la “balena bianca” come veniva chiamata dai più per indicare l’onnicomprensività delle posizioni politiche che ruotavano al suo interno; sarà anche il fare politica da una trentina di anni, senza un attimo di tregua, sarà quel che volete, ma il buon Clemente ha fiutato che nella vicenda Telecom ci sia materiale ancora inesplorato, di grande interesse e molto pericoloso se andasse nelle mani sbagliate.
E allora si è deciso ed ha mandato i propri emissari, con l’incarico di distruggere – oppure, ancora meglio, portare a lui – tutto quello che riguardi uomini politici di qualsiasi partito o corrente.
Dico uomini politici, perché per quanto riguarda il resto delle intercettazioni, stanno già uscendo e con dovizia di particolari, come ad esempio l’incarico dato dal Presidente dell’Inter, Massimo Moratti, (quoque tu) all’investigatore fiorentino Cipriani, legato a Telecom che ha subito provveduto a mettere sotto controllo il cellulare dell’arbitro De Santis, presunto “nemico” della squadra nerazzurra, al fine di scoprire qualche “altarino” da utilizzare in forma ricattatoria.
Di questa storia – decreto o non decreto – sono già pieni i giornali (sportivi e non), proprio perché riguarda cose non attinenti strettamente alla sfera politica; la figuraccia che sta facendo il povero (non di soldi, ma di qualcos’altro) Moratti è già molto palese e le squadre condannate nella prima fase di calciopoli si fregano le mani: staremo a vedere.
Un’ultima cosa sul decreto anti-intercettazioni: i magistrati sono tutti ampiamente contrari, in quanto ritengono lo strumento difficilmente sostituibile; si arriva addirittura ad affermare che “anche quelle illegali” sono da salvare perché possono costituire uno spunto per ulteriori indagini.
E adesso come la mettiamo? Come possiamo fare a spiegare a quelli cui era stata promessa la distruzione delle trascrizioni che invece, potrebbero servire e che quindi….ecc.ecc.? Non sarà una cosa facile! Non li invidio affatto!! Certo che se la Procura di Milano afferma con forza che non si devono distruggere, voglio proprio vedere chi avrà il coraggio di andare contro a siffatto “potere”.
È esattamente la situazione del nostro Ministro della Giustizia che, visto tutto il movimento attorno alle intercettazioni Telecom, ha pensato bene di inviare alla società di Tronchetti Provera anche gli ispettori del suo Ministero.
Da notare che sulla vicenda già stanno indagando i magistrati della Procura di Milano, nonché l’Autority delle telecomunicazioni e quella della privacy; sorgerebbe spontanea la domanda: cosa andranno a verificare gli ispettori del Ministero della Giustizia che già non abbiano visionato tutti gli altri “indagatori” che si trovano in azione?
Ed allora facciamo un breve passo indietro: il nostro ministro, Clemente Mastella, magari non sarà un’aquila e neppure un fulmine di guerra per le cose tecniche del suo ministero (o di qualsiasi altro, tanto non sa niente di niente), ma sotto il profilo del fiuto politico, ce ne sono pochi che possono stargli al pari.
Sarà forse la lunga militanza nella vecchia D.C., la “balena bianca” come veniva chiamata dai più per indicare l’onnicomprensività delle posizioni politiche che ruotavano al suo interno; sarà anche il fare politica da una trentina di anni, senza un attimo di tregua, sarà quel che volete, ma il buon Clemente ha fiutato che nella vicenda Telecom ci sia materiale ancora inesplorato, di grande interesse e molto pericoloso se andasse nelle mani sbagliate.
E allora si è deciso ed ha mandato i propri emissari, con l’incarico di distruggere – oppure, ancora meglio, portare a lui – tutto quello che riguardi uomini politici di qualsiasi partito o corrente.
Dico uomini politici, perché per quanto riguarda il resto delle intercettazioni, stanno già uscendo e con dovizia di particolari, come ad esempio l’incarico dato dal Presidente dell’Inter, Massimo Moratti, (quoque tu) all’investigatore fiorentino Cipriani, legato a Telecom che ha subito provveduto a mettere sotto controllo il cellulare dell’arbitro De Santis, presunto “nemico” della squadra nerazzurra, al fine di scoprire qualche “altarino” da utilizzare in forma ricattatoria.
Di questa storia – decreto o non decreto – sono già pieni i giornali (sportivi e non), proprio perché riguarda cose non attinenti strettamente alla sfera politica; la figuraccia che sta facendo il povero (non di soldi, ma di qualcos’altro) Moratti è già molto palese e le squadre condannate nella prima fase di calciopoli si fregano le mani: staremo a vedere.
Un’ultima cosa sul decreto anti-intercettazioni: i magistrati sono tutti ampiamente contrari, in quanto ritengono lo strumento difficilmente sostituibile; si arriva addirittura ad affermare che “anche quelle illegali” sono da salvare perché possono costituire uno spunto per ulteriori indagini.
E adesso come la mettiamo? Come possiamo fare a spiegare a quelli cui era stata promessa la distruzione delle trascrizioni che invece, potrebbero servire e che quindi….ecc.ecc.? Non sarà una cosa facile! Non li invidio affatto!! Certo che se la Procura di Milano afferma con forza che non si devono distruggere, voglio proprio vedere chi avrà il coraggio di andare contro a siffatto “potere”.