giovedì, settembre 21, 2006
AUMENTANO I RICCHI
È di ieri la notizia – proveniente dall’Associazione italiana private banking – che in Italia le famiglie con un patrimonio finanziario (quindi esclusi gli immobili) superiore ai 500.000 euro (il miliardo di una volta) sono aumentate di quasi il 3%, portandosi a ben 712 mila contro le 692mila del 2005.
D’altro canto, pur non avendo dati freschi, possiamo affermare che coloro alla soglia della povertà sono decisamente aumentati e quindi la deduzione logica e consequenziale è che la forbice tra ricchezza e povertà si va sempre più aprendo, generando una diminuzione evidente della cosiddetta “middle class”, cioè della media borghesia che ha sempre rappresentato la spina dorsale del paese.
Ma ci sono anche buone notizie, poiché veniamo ad apprendere che per effetto del famoso cuneo fiscale (non chiedetemi che cosa sia perché non lo so), i dipendenti, scaglionati tra quelli alla soglia della povertà e qualcuno nella classe di mezzo, avranno un aumento stipendiale valutato tra i 16 e i 19,5 euro mensili; hanno quasi tutti telefonato al proprio consulente di Borsa per sapere come è meglio investire questa inopinata ricchezza.
A margine di queste situazioni, nei giorni passati abbiamo appreso che durante il prossimo inverno avremo aumenti sia di luce che di gas, per effetto dei quali la famiglia media avrà un incremento di spesa di quasi 500 euro l’anno; questo, ci viene detto, per colpa delle quotazioni del petrolio. Ma se proprio ora l’oro nero è ai minimi storici, veleggiando verso i 60 dollari al barile! Sceglietele meglio le scuse per aumentare le tariffe la prossima volta!
Di queste cose, di queste gherminelle delle aziende produttrici di energia, sarebbe bene che si occupasse il fantastico ministro Bersani, dopo la battaglia che lo ha visto “trionfare” su tassisti e farmacisti: forse la partita non è alla sua portata? Oppure c’è un’autority che dovrebbe occuparsene e non lo fa?
Fatto sta che – come ho già avuto modo di dire in passato – i nostri compatrioti che campano con i mille euro mensili, ben difficilmente usano il taxi e, raramente i medicinali da banco liberalizzati nella grande distribuzione, ma non possono certo fare a meno di luce e gas; però, guarda caso, si continua a “perdere tempo” con i tassisti e i farmacisti e alla grandi aziende produttrici di energia, nessuno ha il coraggio di avvicinarsi.
Un dato confortante però ce l’abbiamo, ed è quello della diminuzione della disoccupazione; purtroppo le cifre non ci forniscono il dato degli occupati in forma disaggregata, cioè suddivisi per “a tempo determinato” e “indeterminato”, ovverosia occupazione vera e “precari”; sarebbe invece interessante vedere quale delle due tipologie viene privilegiate in questo aumento.
E adesso chiudiamo con una battuta che ci risollevi lo spirito: con i governanti che ci ritroviamo, almeno negli ultimi dieci anni, stiamo facendo anche troppo, perché il famoso fritto Montecitorio potrebbe essere applicato anche al governo: sapete come è composto? Parecchi carciofi, poco cervello e qualche finocchio!!
D’altro canto, pur non avendo dati freschi, possiamo affermare che coloro alla soglia della povertà sono decisamente aumentati e quindi la deduzione logica e consequenziale è che la forbice tra ricchezza e povertà si va sempre più aprendo, generando una diminuzione evidente della cosiddetta “middle class”, cioè della media borghesia che ha sempre rappresentato la spina dorsale del paese.
Ma ci sono anche buone notizie, poiché veniamo ad apprendere che per effetto del famoso cuneo fiscale (non chiedetemi che cosa sia perché non lo so), i dipendenti, scaglionati tra quelli alla soglia della povertà e qualcuno nella classe di mezzo, avranno un aumento stipendiale valutato tra i 16 e i 19,5 euro mensili; hanno quasi tutti telefonato al proprio consulente di Borsa per sapere come è meglio investire questa inopinata ricchezza.
A margine di queste situazioni, nei giorni passati abbiamo appreso che durante il prossimo inverno avremo aumenti sia di luce che di gas, per effetto dei quali la famiglia media avrà un incremento di spesa di quasi 500 euro l’anno; questo, ci viene detto, per colpa delle quotazioni del petrolio. Ma se proprio ora l’oro nero è ai minimi storici, veleggiando verso i 60 dollari al barile! Sceglietele meglio le scuse per aumentare le tariffe la prossima volta!
Di queste cose, di queste gherminelle delle aziende produttrici di energia, sarebbe bene che si occupasse il fantastico ministro Bersani, dopo la battaglia che lo ha visto “trionfare” su tassisti e farmacisti: forse la partita non è alla sua portata? Oppure c’è un’autority che dovrebbe occuparsene e non lo fa?
Fatto sta che – come ho già avuto modo di dire in passato – i nostri compatrioti che campano con i mille euro mensili, ben difficilmente usano il taxi e, raramente i medicinali da banco liberalizzati nella grande distribuzione, ma non possono certo fare a meno di luce e gas; però, guarda caso, si continua a “perdere tempo” con i tassisti e i farmacisti e alla grandi aziende produttrici di energia, nessuno ha il coraggio di avvicinarsi.
Un dato confortante però ce l’abbiamo, ed è quello della diminuzione della disoccupazione; purtroppo le cifre non ci forniscono il dato degli occupati in forma disaggregata, cioè suddivisi per “a tempo determinato” e “indeterminato”, ovverosia occupazione vera e “precari”; sarebbe invece interessante vedere quale delle due tipologie viene privilegiate in questo aumento.
E adesso chiudiamo con una battuta che ci risollevi lo spirito: con i governanti che ci ritroviamo, almeno negli ultimi dieci anni, stiamo facendo anche troppo, perché il famoso fritto Montecitorio potrebbe essere applicato anche al governo: sapete come è composto? Parecchi carciofi, poco cervello e qualche finocchio!!