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giovedì, giugno 08, 2006

ZIBALDONE N.6/2006 

In attesa che venga finalmente l’estate e si possa parlare di abbronzature e di bikini, affronto tre argomenti – apparentemente seri – con l’aria che spero venga fuori “seriosa” e cioè leggermente anticonformista.
IL PRIMO argomento si riferisce al neo Capo dell’Ufficio Indagini della FIGC, Francesco Saverio Borrelli, attualmente in pensione da Procuratore Capo del Tribunale di Milano, e ripescato dall’amico Guido Rossi per impersonare il ruolo di “inquisitore capo” nella tragica vicenda di “calciopoli” che sta squassando l’intero mondo del pallone.
All’uscita da una audizione, intercettato dai giornalisti che assediano la sede della FIGC, ha dichiarato, con tono lievemente lamentoso: “per ora non c’è alcun pentito”; il grande Borrelli era abituato male dall’era di tangentopoli, dove i vari pentiti hanno fatto il bello e cattivo tempo di quella famosa indagine; se manca l’elemento del pentitismo come si può fare: forse siamo costretti ad “indagare”, cioè a fare il nostro mestiere?
IL SECONDO argomento si riferisce all’uccisione – avvenuta ieri in tarda serata – del più celebre terrorista in attività, quell’Al Zarqawi, inviato speciale di Bin Laden, che ha insanguinato a più riprese l’Iraq con i tanti attacchi alla popolazione civile ed alle truppe della coalizione: sembra che anche il primo attentato alle nostre truppe di stanza a Nassiriya sia stato opera sua.
Torneremo sulla vicenda al più presto, cioè quando potremo avere maggiori particolari: per ora, a quel che sappiamo, il terrorista è stato riconosciuto ufficialmente dalle impronte digitali ed è rimasto vittima di un attacco missilistico mirato alla casa dove egli era in riunione con i più stretti collaboratori; se ci fate caso è lo stesso sistema che adotta l’esercito israeliano, nel quale tutto funziona se l’integrazione tra intelligence e arma missilistica viaggia alla perfezione.
L’unica cosa che adesso possiamo dire è che non mi sembra assolutamente il caso di dare per vinta la battaglia contro il terrorismo; ce ne sono altri, altrettanto ben addestrati e altrettanto pericolosi di Al Zarqawi: quindi calma e gesso a gioire in modo ancora inopportuno.
Il TERZO argomento riguarda il nostro beneamato Presidente del Consiglio, Romano Prodi e una sua intervista – quanto mai improvvida – al settimanale tedesco “Die Zeit”, nella quale, riferito a Berlusconi, afferma che questi ha “schiavizzato l’Italia” e, riferito alle ali estreme del suo schieramento (Rifondazione e PDCI) ironizza “sono innocui, fanno solo folclore”.
Nell’anteprima che il settimanale ha dato alle Agenzie, queste due affermazioni hanno dato la stura a una serie di polemiche: la CdL si è schierata al fianco del suo leader e ha definito l’intervista di Prodi “una mascalzonata”, mentre i due partiti comunisti pretendono una immediata smentita ed hanno contemporaneamente richiesto una riunione del Consiglio di Gabinetto del Governo.
Prodi, alla ricerca di qualche pezza da mettere sopra alle sue dichiarazioni, ha precisato – a proposito di Berlusconi – di avere affermato che questi “ha trasformato l’Italia, rendendola meno statalista” e non ha parlato di “schiavizzare” come invece ha riportato il settimanale tedesco; per la dichiarazione sui “comunisti”, Prodi ha affermato che “scherzava”.
Peccato per lui che il direttore del “Die Zeit” sia un italiano e che abbia lui stesso raccolto l’intervista e quindi a sua volta ha dichiarato: “conosco bene, ovviamente, la lingua italiana e quello che Prodi ha affermato io l’ho riportato fedelmente e non mi pare che scherzasse in nessun momento dell’intervista”.

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