martedì, giugno 27, 2006
L'ITALIA HA DETTO NO !!
A cosa ha detto no l’Italia? Non certo alla squadra nazionale di calcio, che ieri si è qualificata per i quarti di finale ed ha fatto impazzire di gioia una moltitudine di tifosi; non ha detto no neppure alle gite al mare in occasione dei week-end, viste le code che si formano sulle strade, superstrade e autostrade; non ha detto no neanche a “ombelichi in mostra”, siano essi femminili che maschili (questi ultimi in minoranza); a proposito, non pensate che sia un sintomo di crisi l’essere costretti a risparmiare dieci centimetri sulla maglietta e altrettanti sui pantaloni?
Allora, a cosa avrebbe detto “no” l’Italietta del pallone in questo momento di calura dominato dal mondiale? Ma alla riforma referendaria così come era stata approvata dal precedente governo Berlusconi, sulla spinta dei federalisti della Lega Nord !
E adesso? Adesso cosa succede? Chiarissimo: viene buttato via tutto quello approvato nella scorsa legislatura e si ritorna alla situazione “quo ante”, cioè alla normativa che c’era prima, che poi sarebbe quella approvata dai nostri Padri Costituenti nel lontano 1946/47 (non sono ancora 60 anni).
Quando dico cosa succede, intendo come si comporteranno le forze politiche? Il governo si è sgolato a dire che avrebbe ripreso in mano il problema ed avrebbe proceduto ad una nuova modifica della Costituzione, questa volta in forma “condivisa”, cioè con la partecipazione della minoranza. Apro una piccola parentesi: come si fa ad approvare qualcosa in modo “condiviso”? Se io la vedo blu e l’altro la vede verde come si approva, forse in un colore strano che deriva dalla sommatoria non aritmetica di blu e verde? Mah, io non ho mai capito cosa intendano con questa affermazione e, se qualcosa non si capisce allora è bene guardarci dietro e cioè vedere bene se questa formula di condivisione non sott’accia un accordo assai più ampio nel quale fare rientrare alcune poltrone di potere e altre normative che possono interessare l’opposizione. Cioè, per dirla con un termine dalemiano: un inciucio gigantesco. E allora? Allora niente, staremo a vedere, disse il cieco.
Se proprio vogliamo esaminare questo voto referendario possiamo dire che la discreta percentuale di votanti non deve trarre in inganno: coloro che conoscevano con esattezza le materie oggetto di referendum sono una esigua minoranza (io sono con la maggioranza) e quindi il voto ha risentito soprattutto delle indicazioni partitiche e non è entrato nel merito della questione da approvare o respingere.
Se poi vogliamo fare una piccola analisi del dopo-voto, dobbiamo rilevare che due regioni italiane hanno dato la maggioranza al “SI” e queste sono la Lombardia e il Veneto; come possiamo interpretare questo atteggiamento e, soprattutto, cosa possiamo aspettarci?
Il motivo di questo voto controtendenza sta – a mio giudizio – nella radicazione della Lega Nord, unico partito autenticamente federalista, in queste due regioni.
Se poi passiamo a chiederci quale sarà l’atteggiamento di queste due popolazioni in un futuro prossimo, è più difficile parlarci sopra, è più difficile fare previsioni; certo che se l’ala dei facinorosi della Lega riprenderà in mano la bandiera della secessione, avrà un bel punto di appoggio nel voto specifico di queste due regioni.
C’è da avere qualche timore per l’ordine democratico del Paese? Non è facile fare previsioni, ma – se ricordate bene – l’on.Bossi aveva ventilato un cambio di strategia, in caso di vittoria del “No” e cioè la sostituzione del metodo democratico con altri sistemi, senza ovviamente precisare quali.
Io, ripeto senza essere della partita, non avrei timori eccessivi, perché anche qualche manifestazione che potrà avvenire, se non sarà contrastata con assurda durezza, credo che andrà a spengersi da sola e poi…tutti al mare.
Ricordiamoci che in Agosto (manca poco) non si fa nessuna rivoluzione ma si va soltanto in ferie; ovviamente chi ha i soldi, e gli altri…ciccia!
Allora, a cosa avrebbe detto “no” l’Italietta del pallone in questo momento di calura dominato dal mondiale? Ma alla riforma referendaria così come era stata approvata dal precedente governo Berlusconi, sulla spinta dei federalisti della Lega Nord !
E adesso? Adesso cosa succede? Chiarissimo: viene buttato via tutto quello approvato nella scorsa legislatura e si ritorna alla situazione “quo ante”, cioè alla normativa che c’era prima, che poi sarebbe quella approvata dai nostri Padri Costituenti nel lontano 1946/47 (non sono ancora 60 anni).
Quando dico cosa succede, intendo come si comporteranno le forze politiche? Il governo si è sgolato a dire che avrebbe ripreso in mano il problema ed avrebbe proceduto ad una nuova modifica della Costituzione, questa volta in forma “condivisa”, cioè con la partecipazione della minoranza. Apro una piccola parentesi: come si fa ad approvare qualcosa in modo “condiviso”? Se io la vedo blu e l’altro la vede verde come si approva, forse in un colore strano che deriva dalla sommatoria non aritmetica di blu e verde? Mah, io non ho mai capito cosa intendano con questa affermazione e, se qualcosa non si capisce allora è bene guardarci dietro e cioè vedere bene se questa formula di condivisione non sott’accia un accordo assai più ampio nel quale fare rientrare alcune poltrone di potere e altre normative che possono interessare l’opposizione. Cioè, per dirla con un termine dalemiano: un inciucio gigantesco. E allora? Allora niente, staremo a vedere, disse il cieco.
Se proprio vogliamo esaminare questo voto referendario possiamo dire che la discreta percentuale di votanti non deve trarre in inganno: coloro che conoscevano con esattezza le materie oggetto di referendum sono una esigua minoranza (io sono con la maggioranza) e quindi il voto ha risentito soprattutto delle indicazioni partitiche e non è entrato nel merito della questione da approvare o respingere.
Se poi vogliamo fare una piccola analisi del dopo-voto, dobbiamo rilevare che due regioni italiane hanno dato la maggioranza al “SI” e queste sono la Lombardia e il Veneto; come possiamo interpretare questo atteggiamento e, soprattutto, cosa possiamo aspettarci?
Il motivo di questo voto controtendenza sta – a mio giudizio – nella radicazione della Lega Nord, unico partito autenticamente federalista, in queste due regioni.
Se poi passiamo a chiederci quale sarà l’atteggiamento di queste due popolazioni in un futuro prossimo, è più difficile parlarci sopra, è più difficile fare previsioni; certo che se l’ala dei facinorosi della Lega riprenderà in mano la bandiera della secessione, avrà un bel punto di appoggio nel voto specifico di queste due regioni.
C’è da avere qualche timore per l’ordine democratico del Paese? Non è facile fare previsioni, ma – se ricordate bene – l’on.Bossi aveva ventilato un cambio di strategia, in caso di vittoria del “No” e cioè la sostituzione del metodo democratico con altri sistemi, senza ovviamente precisare quali.
Io, ripeto senza essere della partita, non avrei timori eccessivi, perché anche qualche manifestazione che potrà avvenire, se non sarà contrastata con assurda durezza, credo che andrà a spengersi da sola e poi…tutti al mare.
Ricordiamoci che in Agosto (manca poco) non si fa nessuna rivoluzione ma si va soltanto in ferie; ovviamente chi ha i soldi, e gli altri…ciccia!