domenica, giugno 04, 2006
FAUSTO, NON MI SEI PIACIUTO !!
Al di là delle posizioni politiche, l’”uomo” Bertinotti mi è sempre piaciuto, forse per quell’aria apparentemente snob e disincantata che nascondeva la grinta dell’ex sindacalista e del “vero” comunista”; non a caso il partito politico da lui fondato si chiama “Rifondazione Comunista”, il che sta a indicare – a mio avviso – che il fondatore sente la necessità di rimettere in piedi un partito che sia autenticamente comunista; tutto questo nonostante i golf di cachemir, i cavalli da corsa e altre piacevolezze del genere.
E dopo avere vinto le elezioni ed essere stato eletto – con la maggioranza tenuta sotto ricatto e dopo che la carica era stata prospettata al compagno D’Alema – Presidente della Camera, si è calato talmente bene nella carica da assomigliare ad un vecchio democristiano, di quelli di una volta.
L’occasione in cui ha mostrato questa sua sciagurata caratteristica è stata la Festa della Repubblica e la sfilata delle Forze Armate che ha avuto luogo ai Fori Imperiali: anzitutto le componenti radicali di sinistra, anch’esse al governo, si sono dissociate dalla manifestazione ed hanno organizzato una sorta di “contro parata” per le strade di Roma; a questa manifestazione che voleva mostrare la disapprovazione per l’esercito, avrebbe dovuto partecipare anche il buon Bertinotti, il quale invece ha optato per rappresentare la Camera dei Deputati al fianco di Giorgio Napolitano anche se non ha mancato di affermare alcuni suoi “distinguo” sulla parata militare e dire – in bella sostanza – che lui era lì in quanto costretto dalla carica che rappresenta, ma avrebbe voluto essere con gli amici per le strade di Roma ad affermare i concetti pacifisti della sinistra radicale, a sfilare con i Casarini e con i Caruso: un bel modo di tenere i piedi in due staffe e scegliere quella più comoda!
Per mostrare con evidenza il suo disagio, Bertinotti si è slogato le mandibole dagli sbadigli che ha ostentatamente fatto – e tutti sono stati immortalati dai fotografi – ed ha mostrato all’occhiello della giacca un distintivo con i colori dell’iride, chiaro simbolo pacifista, accompagnando il tutto con una forma di “non applauso” generalizzata e differente dalle altre cariche dello Stato.
E pensare che la manifestazione dei Fori Imperiali era stata anche ridotta nella sua “muscolarità”, togliendo dalla sfilata i carri armati, i missili e quant’altro potesse rappresentare una qualsiasi minaccia che il nostro paese potrebbe rivolgere agli altri.
Evidentemente si è inteso celebrare una Festa della Repubblica in tono assolutamente minore, direi quasi in sordina, quasi con imbarazzo; cosa avrà pensato il successore di Ciampi nell’udire le sinistre radicali pretendere l’abolizione per il prossimo anno della parata militare che è stata reintrodotta proprio da Ciampi – che tutto l’arco politico tende a “santificare” – come simbolo di unità nazionale?
E i militari, con le loro famiglie, come si saranno sentiti ad essere così palesemente svillaneggiati, dopo che viene loro chiesto dei sacrifici – peraltro ben retribuiti – per le missioni di pace all’estero?
Comunque, tornando a Bertinotti, alcuni osservatori politici si chiedono se ha sbagliato Fausto a partecipare alla parata – anzi direi alla “paratina” – militare con il distintivo pacifista oppure ha sbagliato chi ha eletto Bertinotti alla Presidenza della Camera, credendo così di averlo definitivamente ingabbiato?
Ritengo che sia sbagliato puntare il cannocchiale solo su Bertinotti: lui può essere anche acquietato dall’alta carica istituzionale, ma gli altri amici che restano, sono attestati su posizioni oltranziste che la maggioranza del nostro Paese giudica inaccettabili.
E non si creda che al momento giusto sarà lo stesso Bertinotti a far rientrare la deriva della sinistra radicale, perché questo – ne sono certo – l’amico fraterno del sub comandante Marcos non lo farà mai; o mi sbaglio??
E dopo avere vinto le elezioni ed essere stato eletto – con la maggioranza tenuta sotto ricatto e dopo che la carica era stata prospettata al compagno D’Alema – Presidente della Camera, si è calato talmente bene nella carica da assomigliare ad un vecchio democristiano, di quelli di una volta.
L’occasione in cui ha mostrato questa sua sciagurata caratteristica è stata la Festa della Repubblica e la sfilata delle Forze Armate che ha avuto luogo ai Fori Imperiali: anzitutto le componenti radicali di sinistra, anch’esse al governo, si sono dissociate dalla manifestazione ed hanno organizzato una sorta di “contro parata” per le strade di Roma; a questa manifestazione che voleva mostrare la disapprovazione per l’esercito, avrebbe dovuto partecipare anche il buon Bertinotti, il quale invece ha optato per rappresentare la Camera dei Deputati al fianco di Giorgio Napolitano anche se non ha mancato di affermare alcuni suoi “distinguo” sulla parata militare e dire – in bella sostanza – che lui era lì in quanto costretto dalla carica che rappresenta, ma avrebbe voluto essere con gli amici per le strade di Roma ad affermare i concetti pacifisti della sinistra radicale, a sfilare con i Casarini e con i Caruso: un bel modo di tenere i piedi in due staffe e scegliere quella più comoda!
Per mostrare con evidenza il suo disagio, Bertinotti si è slogato le mandibole dagli sbadigli che ha ostentatamente fatto – e tutti sono stati immortalati dai fotografi – ed ha mostrato all’occhiello della giacca un distintivo con i colori dell’iride, chiaro simbolo pacifista, accompagnando il tutto con una forma di “non applauso” generalizzata e differente dalle altre cariche dello Stato.
E pensare che la manifestazione dei Fori Imperiali era stata anche ridotta nella sua “muscolarità”, togliendo dalla sfilata i carri armati, i missili e quant’altro potesse rappresentare una qualsiasi minaccia che il nostro paese potrebbe rivolgere agli altri.
Evidentemente si è inteso celebrare una Festa della Repubblica in tono assolutamente minore, direi quasi in sordina, quasi con imbarazzo; cosa avrà pensato il successore di Ciampi nell’udire le sinistre radicali pretendere l’abolizione per il prossimo anno della parata militare che è stata reintrodotta proprio da Ciampi – che tutto l’arco politico tende a “santificare” – come simbolo di unità nazionale?
E i militari, con le loro famiglie, come si saranno sentiti ad essere così palesemente svillaneggiati, dopo che viene loro chiesto dei sacrifici – peraltro ben retribuiti – per le missioni di pace all’estero?
Comunque, tornando a Bertinotti, alcuni osservatori politici si chiedono se ha sbagliato Fausto a partecipare alla parata – anzi direi alla “paratina” – militare con il distintivo pacifista oppure ha sbagliato chi ha eletto Bertinotti alla Presidenza della Camera, credendo così di averlo definitivamente ingabbiato?
Ritengo che sia sbagliato puntare il cannocchiale solo su Bertinotti: lui può essere anche acquietato dall’alta carica istituzionale, ma gli altri amici che restano, sono attestati su posizioni oltranziste che la maggioranza del nostro Paese giudica inaccettabili.
E non si creda che al momento giusto sarà lo stesso Bertinotti a far rientrare la deriva della sinistra radicale, perché questo – ne sono certo – l’amico fraterno del sub comandante Marcos non lo farà mai; o mi sbaglio??