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domenica, giugno 18, 2006

ANCORA SULLA VICENDA DEL PRINCIPE 

Sulla vicenda di Vittorio Emanuele, ci sono alcune cosette che mi lasciano perplesso e che desidero condividere con i miei lettori.
La prima cosa riguarda la pubblicazione, sui maggiori quotidiani, di alcune intercettazioni telefoniche: mi ripeterò ma ancora nessuno mi ha spiegato chi è che mette a disposizione dei giornali questi rapporti stenografici, cioè se è la stessa magistratura, oppure se sono gli avvocati difensori; sarei propenso per la prima ipotesi perché se fossero stati i difensori sarebbero dei begli imbecilli, vista la figura barbina che fanno gli indagati.
Allora, diamo per assunto che i resoconti sono usciti dal Palazzo di Giustizia di Potenza: mi chiedo se questa uscita è stata fatta in modo palese, cioè se un incaricato del GIP o del PM chiama i rappresentanti dei giornali e fornisce loro le copie dei rapporti (sembra che si tratti di duemila pagine e quindi anche soltanto a fotocopiarle tutte; a meno che non fossero già pronte!!), oppure se c’è, all’interno della procura. una o più talpe, prezzolate dalla stampa.
E arriviamo ai giornali: di tutta questa massa di materiale chi sceglie cosa pubblicare? Il direttore, il Capo Redattore della “Nera” o chi per loro?
Faccio questa domanda perché quel poco che ho letto oggi su un quotidiano nazionale rasenta il ridicolo: in questa intercettazione tra Vittorio Emanuele e un suo assistente/autista, il Principe manifesta la “voglia” di andare a puttana e chiede consiglio all’altro, segnalandogli comunque che quella indicata nei giorni precedenti poteva considerarsi “una fregatura”, perché gli è costata duecento euro e non era niente di speciale.
Una domanda mi sorge spontanea: questo sarebbe il Gran Capo della gang, arrestato per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione? Dalle intercettazione appare un vecchio rimbambito (o rintronato scegliete voi) che cerca di sparare le ultime cartucce in fatto di sesso e che possiamo anche comprendere specie se si ha presente la moglie – la biscottara Marina Doria – che ormai sono anni che non fa un sorriso per paura di rovinare il lavoro del chirurgo plastico.
E soprattutto dalle verbalizzazioni che ho letto oggi, non appare assolutamente alcun reato perseguibile; magari ci sarà nelle altre, ma in queste non l’ho trovato.
A proposito di rimbambito (o rintronato), si è oggi appreso che durante la prima notte trascorsa in galera, il Principe è addirittura caduto dal letto a castello, facendosi anche del male (poca roba comunque).
Il sistema di accompagnare la richiesta di rinvio a giudizio con un verbale di 2000 pagine è un vecchio trucco che risale ai tempi di tangentopoli: il P.M. è certo che il G.I.P. non gli eccepirà niente perché il tutto è concatenato e se gli dovesse muovere degli appunti su qualcosa, dovrebbe essersi studiate – e bene - tutte le pagine e questo è francamente impossibile: sia chiaro che questa non è una mia idea, ma è stato detto da un G.I.P. del Tribunale di Milano in occasione di una intervista; il magistrato aggiunse anche che “un rinvio a giudizio non si nega a nessuno e per negarlo bisogna avere approfondito il caso in tutti I suoi aspetti”.
Che dire? Tra HJW (Henry John Woodcock), P.M. a Potenza e il Principe Vittorio Emanuele non c’è corsa – come si dice in gergo ippico – essendo troppo più simpatico il magistrato di “Sua Altezza”, ma questo con la giustizia non dovrebbe entrarci proprio niente; o no?

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