martedì, giugno 27, 2006
ACCIDENTI, SIAMO NEI QUARTI !!
La partita degli azzurri contro l’Australia è finita da poche ore e i nostri “eroi”, pur rimasti in dieci contro undici, sono riusciti a vincere – con una certa dose di fortuna - nonostante tutto e tutti e a rimandare “il mago” Gus Hiddink a casa.
Perché dico che abbiamo vinto nonostante tutto e tutti? Ve lo spiego: anzitutto premettiamo che non ho visto la partita se non l’ultima mezz’ora, ma il primo tempo l’ho sentito alla radio mentre rientravo dall’ufficio e, arrivato a casa durante l’intervallo, ho ricevuto una telefonata che mi ha tenuto all’apparecchio per quasi venti minuti e quindi ho visto soltanto l’ultima parte del secondo tempo, compreso il rigore tirato da Totti, che ci ha dato la vittoria.
Allora, torniamo ai “gufi” che nel primo tempo ripetevano incessantemente che l’allenatore olandese dell’Australia (vero “mago” dicevano loro) ci aveva messi alle corde con una tattica splendida che il nostro C.T. non aveva saputo controbattere: io dalla radio ho sentito che i “canguri” avevano la predominanza sul possesso di palla, ma questo era assolutamente improduttivo in quanto non hanno mai tirato in porta, mentre gli azzurri hanno avuto almeno tre chiarissime occasioni per marcare il gol che avrebbe sbloccato la partita; insomma, per semplificare, gli australiani che – secondo i radiocronisti avevano dominato – non hanno mai tirato in porta, mentre gli azzurri – che sarebbero stati dominati tatticamente – hanno mancato tre palle gol e si sono resi pericolosi varie volte.
Ma allora, perché i signori giornalisti sportivi ce l’avevano tanto con gli azzurri? Semplicemente perché il C.T. Lippi aveva avuto l’ardine di attaccarli durante la Conferenza Stampa del giorno prima, e li aveva tacciati di “stronzi”, provocando addirittura un comunicato di protesta della Segreteria Nazionale dell’ USSI, Unione Stampa Sportiva Italiana.
Il C.T. Lippi è uno che “non si fa mettere sotto dai giornalisti” , diciamo che non è il solito “lecchino”, visto che ha già vinto tutto: e questo ai nostri “pennivendoli” non va proprio giù; il sentirsi toccare nel vivo e il sentirsi rinfacciare “di telefonargli in albergo anche la sera dopo cena per avere la formazione” li aveva talmente colpiti da fargli fare il tifo contro l’Italia; so che avrò tutti contro in questa mia affermazione ma dico ciò che ho percepito dalla radiocronaca e, vi assicuro, che “l’odio verso Lippi” traspariva da ogni frase nella quale invece si incensava il mago olandese accasato in Australia.
Credo di averlo detto un’altra volta, ma mi piace ripeterlo: se è vero come è vero che i giornalisti in genere sono una razzaccia, quelli sportivi sono il peggio del peggio della categoria che – come i colleghi della carta stampata e della TV – credono di essere gli unico a detenere “il verbo”, gli unici ad essere in possesso di autorità e di cultura tali da farli essere superiori ad ogni comune mortale.
I cronisti sportivi hanno l’aggravante di occuparsi di una cosa assolutamente “ludica” che ha importanza per loro stessi e per i fans di quello sport; ecco perché lanciano i loro proclami come se fossero sulle barricate di Place de la Bastille; ecco perché si permettono di criticare sempre l’allenatore di turno, sovrapponendo alle sue mosse tattiche altrettante mosse tattiche che “loro” avrebbero fatto se fossero stati al suo posto.
Va bene che l’Italia – Repubblica fondata sulle ferie e sul Totocalcio – tollera questi atteggiamenti anche perché il potere dei media è illimitato al giorno d’oggi, ma ad ogni fesseria c’è un limite e in questo caso credo che questo limite sia stato ampiamente superato.
Perché dico che abbiamo vinto nonostante tutto e tutti? Ve lo spiego: anzitutto premettiamo che non ho visto la partita se non l’ultima mezz’ora, ma il primo tempo l’ho sentito alla radio mentre rientravo dall’ufficio e, arrivato a casa durante l’intervallo, ho ricevuto una telefonata che mi ha tenuto all’apparecchio per quasi venti minuti e quindi ho visto soltanto l’ultima parte del secondo tempo, compreso il rigore tirato da Totti, che ci ha dato la vittoria.
Allora, torniamo ai “gufi” che nel primo tempo ripetevano incessantemente che l’allenatore olandese dell’Australia (vero “mago” dicevano loro) ci aveva messi alle corde con una tattica splendida che il nostro C.T. non aveva saputo controbattere: io dalla radio ho sentito che i “canguri” avevano la predominanza sul possesso di palla, ma questo era assolutamente improduttivo in quanto non hanno mai tirato in porta, mentre gli azzurri hanno avuto almeno tre chiarissime occasioni per marcare il gol che avrebbe sbloccato la partita; insomma, per semplificare, gli australiani che – secondo i radiocronisti avevano dominato – non hanno mai tirato in porta, mentre gli azzurri – che sarebbero stati dominati tatticamente – hanno mancato tre palle gol e si sono resi pericolosi varie volte.
Ma allora, perché i signori giornalisti sportivi ce l’avevano tanto con gli azzurri? Semplicemente perché il C.T. Lippi aveva avuto l’ardine di attaccarli durante la Conferenza Stampa del giorno prima, e li aveva tacciati di “stronzi”, provocando addirittura un comunicato di protesta della Segreteria Nazionale dell’ USSI, Unione Stampa Sportiva Italiana.
Il C.T. Lippi è uno che “non si fa mettere sotto dai giornalisti” , diciamo che non è il solito “lecchino”, visto che ha già vinto tutto: e questo ai nostri “pennivendoli” non va proprio giù; il sentirsi toccare nel vivo e il sentirsi rinfacciare “di telefonargli in albergo anche la sera dopo cena per avere la formazione” li aveva talmente colpiti da fargli fare il tifo contro l’Italia; so che avrò tutti contro in questa mia affermazione ma dico ciò che ho percepito dalla radiocronaca e, vi assicuro, che “l’odio verso Lippi” traspariva da ogni frase nella quale invece si incensava il mago olandese accasato in Australia.
Credo di averlo detto un’altra volta, ma mi piace ripeterlo: se è vero come è vero che i giornalisti in genere sono una razzaccia, quelli sportivi sono il peggio del peggio della categoria che – come i colleghi della carta stampata e della TV – credono di essere gli unico a detenere “il verbo”, gli unici ad essere in possesso di autorità e di cultura tali da farli essere superiori ad ogni comune mortale.
I cronisti sportivi hanno l’aggravante di occuparsi di una cosa assolutamente “ludica” che ha importanza per loro stessi e per i fans di quello sport; ecco perché lanciano i loro proclami come se fossero sulle barricate di Place de la Bastille; ecco perché si permettono di criticare sempre l’allenatore di turno, sovrapponendo alle sue mosse tattiche altrettante mosse tattiche che “loro” avrebbero fatto se fossero stati al suo posto.
Va bene che l’Italia – Repubblica fondata sulle ferie e sul Totocalcio – tollera questi atteggiamenti anche perché il potere dei media è illimitato al giorno d’oggi, ma ad ogni fesseria c’è un limite e in questo caso credo che questo limite sia stato ampiamente superato.