lunedì, maggio 01, 2006
UN PAIO DI COSETTE PER IL NUOVO GOVERNO
Quelle che suggerisco al nuovo esecutivo non sono cose da “massimi sistemi”, ma sono inconvenienti che se risolti consentirebbero una vita migliore per il cittadino normale, quello che campa con 1.500 euro (quando va bene).
Il primo riguarda – sia pure indirettamente – la sanità pubblica; ho già parlato tempo addietro dell’anomalia delle cure dentarie che non rientrano nel prontuario regionale delle appendici fisiche che sono a carico della sanità: capisco che non sia una cosa facile, ma sarebbe una bella cosa se il nuovo governo riuscisse a dare una risposta a questo angoscioso problema.
Agganciato a questo e quindi sempre nella categoria “sanità”, sia pure in modo indiretto, sono a collocare il servizio veterinario per gli amici dell’uomo: cani e gatti; mi ha raccontato una cara vecchietta che il suo bastardino è stato colpito da un tumore al fegato; il veterinario le ha consigliato l’intervento chirurgico, assicurandole buone speranze di guarigione; il costo – su esplicita richiesta della signora – ammonta a 1.600 euro; la connetta, che ha come unico affetto “vero” questo cagnolino, non può permettersi questa cifra e quindi – pensando che il professionista al quale si è rivolta sia “un ladro” – ha chiesto un analogo intervento ad un altro veterinario; risposta: 1.650 euro; si è rivolta allora ad un terzo, la cui risposta è stata di 1.600 euro.
Come si vede, le cifre si assomigliano tutte e stanno ad indicare una sorta di “cartello” che questi esimi professionisti hanno messo in piedi, per evitare quello che si chiama “concorrenza”; si costa tutti grosso modo uguale e quindi la scelta del cliente deriva solo dai nostri begli occhi!
Per il momento la cara vecchietta ha deciso di non farne di niente poiché non si può permettere questa cifra e quindi di aspettare gli eventi.
Capisco che non si può includere il cane (o il gatto) nel nostri libretto sanitario, ma poiché tutti gli studi di psicologia considerano la vicinanza di un animale come un autentico toccasana per le persone anziane, bisognerebbe inventare qualcosa che alleviasse gli oneri della gestione dell’animale; anche perché se il cane dell’esempio che ho sopra indicato dovesse morire, le cure con pastiglie o gocce per alleviare il dolore della signora costerebbero all’incirca quanto l’ intervento al cane.
Seconda cosa della quale chiederei un intervento al nuovo esecutivo: quando una persona a reddito fisso (e scarso!) è costretta a utilizzare i servigi di un professionista (avvocato, ingegnere, geometra) si sente rifilare delle notule veramente imponenti e un’eventuale azione di protesta può essere effettuata soltanto all’Ordine relativo.
Secondo voi, salvo casi clamorosi, i vari Ordini che raggruppano i nostri professionisti, daranno ragione al cittadino oppure al proprio iscritto? Facile la risposta!!
Mi è capitato di apprendere di un signore che – separato dalla moglie – guadagna 1.500 euro ed è costretto dal Giudice a versarne 800 al coniuge; ha chiesto al proprio legale di fare qualcosa per diminuire questo salasso e – dopo alcuni mesi – si è sentito rispondere: “abbiamo vinto, ora lei deve pagare soltanto 750 euro; il mio onorario? 1.600 euro”.
Ha fatto proprio un bel guadagno!
Ecco, queste sono due “piccole cose” che il cittadino subisce sulla propria pelle e che potrebbero essere risolte in modo da sgravare il più possibile queste spese che purtroppo capitano nella vita di tutti i giorni; e non dimentichiamo il problema dei dentisti!!
Il primo riguarda – sia pure indirettamente – la sanità pubblica; ho già parlato tempo addietro dell’anomalia delle cure dentarie che non rientrano nel prontuario regionale delle appendici fisiche che sono a carico della sanità: capisco che non sia una cosa facile, ma sarebbe una bella cosa se il nuovo governo riuscisse a dare una risposta a questo angoscioso problema.
Agganciato a questo e quindi sempre nella categoria “sanità”, sia pure in modo indiretto, sono a collocare il servizio veterinario per gli amici dell’uomo: cani e gatti; mi ha raccontato una cara vecchietta che il suo bastardino è stato colpito da un tumore al fegato; il veterinario le ha consigliato l’intervento chirurgico, assicurandole buone speranze di guarigione; il costo – su esplicita richiesta della signora – ammonta a 1.600 euro; la connetta, che ha come unico affetto “vero” questo cagnolino, non può permettersi questa cifra e quindi – pensando che il professionista al quale si è rivolta sia “un ladro” – ha chiesto un analogo intervento ad un altro veterinario; risposta: 1.650 euro; si è rivolta allora ad un terzo, la cui risposta è stata di 1.600 euro.
Come si vede, le cifre si assomigliano tutte e stanno ad indicare una sorta di “cartello” che questi esimi professionisti hanno messo in piedi, per evitare quello che si chiama “concorrenza”; si costa tutti grosso modo uguale e quindi la scelta del cliente deriva solo dai nostri begli occhi!
Per il momento la cara vecchietta ha deciso di non farne di niente poiché non si può permettere questa cifra e quindi di aspettare gli eventi.
Capisco che non si può includere il cane (o il gatto) nel nostri libretto sanitario, ma poiché tutti gli studi di psicologia considerano la vicinanza di un animale come un autentico toccasana per le persone anziane, bisognerebbe inventare qualcosa che alleviasse gli oneri della gestione dell’animale; anche perché se il cane dell’esempio che ho sopra indicato dovesse morire, le cure con pastiglie o gocce per alleviare il dolore della signora costerebbero all’incirca quanto l’ intervento al cane.
Seconda cosa della quale chiederei un intervento al nuovo esecutivo: quando una persona a reddito fisso (e scarso!) è costretta a utilizzare i servigi di un professionista (avvocato, ingegnere, geometra) si sente rifilare delle notule veramente imponenti e un’eventuale azione di protesta può essere effettuata soltanto all’Ordine relativo.
Secondo voi, salvo casi clamorosi, i vari Ordini che raggruppano i nostri professionisti, daranno ragione al cittadino oppure al proprio iscritto? Facile la risposta!!
Mi è capitato di apprendere di un signore che – separato dalla moglie – guadagna 1.500 euro ed è costretto dal Giudice a versarne 800 al coniuge; ha chiesto al proprio legale di fare qualcosa per diminuire questo salasso e – dopo alcuni mesi – si è sentito rispondere: “abbiamo vinto, ora lei deve pagare soltanto 750 euro; il mio onorario? 1.600 euro”.
Ha fatto proprio un bel guadagno!
Ecco, queste sono due “piccole cose” che il cittadino subisce sulla propria pelle e che potrebbero essere risolte in modo da sgravare il più possibile queste spese che purtroppo capitano nella vita di tutti i giorni; e non dimentichiamo il problema dei dentisti!!