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giovedì, maggio 18, 2006

QUALCHE BATTUTA SUL NUOVO GOVERNO 

Senza malignità, senza acrimonia, senza voler dire cose diverse da quelle che ho sempre detto anche per gli “altri”, vorrei fare alcune considerazioni – spero simpatiche ed allegre – sui componenti del nuovo Governo.
E per dovere di censo, cominciamo dal Premier, Romano Prodi, che ricordo investito di analogo incarico ben dieci anni fa, ma con una durata effettiva di soli due anni (1996-98); di lui mi ricordo solo un evento precedente: il buon “mortadella” era stato inviato all’I.R.I. dalla D.C. di quel tempo (1982-1989) con il preciso incarico di rastrellare tangenti per il partito ed ebbe la sventura di entrare nel celebre tritacarne Di Pietro del periodo di Tangentopoli: interrogato dal famoso P..M., fu visto uscire dal Palazzo di Giustizia milanese con la faccia ancora più abbacchiata del solito (si erano lasciati con l’impegno di rivedersi il giorno appresso) e recarsi in tutta fretta all’aeroporto di Malpensa per imbarcarsi sull’aereo privato dell’I.R.I. con destinazione Roma Ciampino e da lì direttamente al Quirinale dove fu ricevuto dall’allora inquilino, Scalfaro, con il quale evidentemente ebbe da sfogarsi e da chiederne l’intervento.
Come è, come non è, il Prodi non viene più ricercato da Di Pietro e tutto si conclude in perfetto silenzio democristiano: sarà un caso, ma il molisano non manca mai nei governi Prodi.
Sinceramente mi sarei aspettato – come tante altre persone – che il Presidente incaricato non facesse entrare nel nuovo Governo il “politico ridens” Alfonso Pecoraro Scanio, ma evidentemente la sua presenza è stata ritenuta così indispensabile da passare sopra alla figuraccia che ha fatto fare al Paese con l’immagine del suo sghignazzare ai funerali dei militari morti a Nassirya; purtroppo il politico “verde” che si definisce un personaggio dalla sessualità “a tutto campo” (cioè: uomini, donne, ecc.) comincia subito a sparare cavolate: ancora prima di prestare il giuramento di rito ha dichiarato che “bisogna rilanciare l’economia facendo opere utili e non progetti faraonici come il Ponte sullo Stretto”; la cosa non è andata a genio a Di Pietro, nominato Ministro per le Infrastrutture e quindi responsabile per l’opera in questione che lo ha subito rimbeccato.
Ci sono poi alcuni “sdoppiamenti” di ministeri che discendono, chiaramente, dalla necessità di accontentare tutti i partiti della coalizione: l’Istruzione – affidata a Beppe Fioroni – è stata staccata dalla Università e Ricerca – affidata a Fabio Mussi; inoltre il ministero del Lavoro – assegnato a Cesare Damiano – ha perduto il cosiddetto welfare che è andato a Paolo Ferrero di Rifondazione Comunista.
La Funzione Pubblica e Innovazione è stata assegnata a Luigi Nicolais, ricercatore di fama mondiale, al quale rinnovo la richiesta che ebbi modo di rivolgere al suo predecessore – Luigi Stanca – e cioè quella di occuparsi delle linee di trasmissione dati a banda larga,
(ADSL) quelle utenze cioè che vengono pubblicizzate in continuazione sulle nostre televisioni (Alice ne è un esempio), come a voler dimostrare che c’è un’offerta notevole, mentre – come ho già avuto modo di scrivere tempo fa – oltre il 40% degli italiani non ha la possibilità di accedervi per carenze della linea di proprietà dell’ex monopolista, Telecom (io sono uno di questi scalognati).
Speriamo che questo se ne occupi e, soprattutto, che riesca ad andare contro uno dei “poteri forti”!
E facciamo gli auguri di Buon Lavoro a tutto il Governo e a tutti i singoli ministri, anche a quelli meno simpatici.

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