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giovedì, maggio 11, 2006

IL PRESIDENTE E LA RENAULT 

E così il Senatore a vita Giorgio Napolitano è stato eletto – a maggioranza – Presidente della Repubblica in sostituzione di Carlo Azeglio Ciampi.
Che dire circa l’operazione messa in campo? Anzitutto che il centro sinistra ha conquistato l’ennesima casella nel domino istituzionale e può dirsi certamente soddisfatto avendo fatto un sostanziale “cappotto”; magari può recriminare di non essere riuscito a coinvolgere anche il centro destra nell’elezione di Napolitano, così da realizzare quello che sette anni fa venne definito “il metodo Ciampi”, cioè tutti i cosiddetti grandi elettori schierati in maniera compatta per un solo candidato. Ma non si può avere tutto.
Chi è Napolitano? Avrete letto biografie su biografie in ogni organo di stampa e quindi non voglio sovrappormi a questi, voglio solo aggiungere un piccolo particolare: quando egli intravide che la conquista del potere attraverso la rivoluzione – teoria portata avanti dal PCI di allora (anni ’60) – non stava in piedi, tirò fuori il cosiddetto “riformismo” che fu subito bollato dai compagni di partito come “migliorismo” e costò al giovane Giorgio l’appellativo ingiurioso di “socialdemocratico”; chi è un po’ addentro alla storia dei comunisti saprà certamente che questo termine è il massimo dell’ingiuria che si possa affibbiare ad un militante, ma Napolitano non se la prese più di tanto e rimase nel partito anche quando gli altri (Ingrao, Paietta e via discorrendo) lo ingiuriavano; la sua serietà e la sua compostezza fece aggio su questa “bestemmia” e continuò ad essere apprezzato prima da Togliatti e poi da Berlinguer.
Negli anni a cavallo tra il ’70 e l’80 teorizzo un avvicinamento a Craxi, altro nemico storico del PCI e, anche in questa occasione venne sonoramente fischiato dai compagni che lo invitarono, senza mezzi termini, a trasferirsi nel PSI: neppure questa volta riuscirono a fare arrabbiare Napolitano che li lasciò dire e tirò diritto per la sua strada.
Ed ora, come ho detto in apertura, è arrivato alla massima carica dello Stato, primo comunista “con tessera” ad avere questo onore, anche se è giunto quando egli ha raggiunto la non più verdissima età di 81 anni; ma il Quirinale fa miracoli in quanto a longevità.
Le prime dichiarazioni brillano per banalità: “sarò un Presidente super partes” è stato quanto ha saputo dire appena appresa la notizia, ma ad onor del vero la frasetta è di una ovvietà sconfortante; nessun Presidente ha avuto l’ardire di affermare il contrario (“sarò il presidente di una sola parte”), neppure Scalfaro che lo era veramente e lo ha dimostrato in più di una occasione.
Quindi abbiamo una partenza in sordina; magari vedremo nel discorso dell’investitura ufficiale se verranno fuori cose più interessanti, ma non c’è da sperare più di tanto, perché il tipo è fatto così, è un freddo, un compassato dal quale non c’è da aspettarsi niente di eclatante.
Chi ha fatto un bel colpo con questa elezione è senz’altro la Renault! Ma perché mi chiederete voi? Ma perché la moglie del neo Presidente si chiama Clio, come uno dei modelli della casa automobilistica francese e, ogni volta che verrà nominata dalla stampa o dai TG, sarà pubblicità indotta e gratuita per l’autovettura.
Termino facendo i miei più sinceri auguri a Napolitano di saper entrare nel cuore della gente come era riuscito a fare Ciampi; non sarà facile, ma deve provarci con le sue caratteristiche ed i suoi atteggiamenti, non copiando nessuno ma cercando solo di essere se stesso.

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