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domenica, maggio 14, 2006

I MEDIA E CALCIOPOLI 

Mi spiegate per quale dannatissima ragione noi “poco sportivi e per niente calciofili” dobbiamo subire il fatto che circa il 40% delle pagine dei quotidiani vengano riservate allo scandalo del calcio? Per non parlare poi dei telegiornali che “aprono” sempre sul “grande imbroglio” e dedicano molti minuti del tempo a loro disposizione: ne ho cronometrato uno ieri e ho visto che il tempo riservato a “calciopoli” è di circa il 40%, come sui quotidiani.
Vorrei fare una premessa: i meno giovani si ricorderanno lo scandalo delle partite truccate avvenuto nel 1980, con delle immagini emblematiche che ancora oggi ci vengono riproposte; in particolar modo significativa è quella delle auto della Polizia che entrano nell’anello dello Stadio Olimpico di Roma per procedere ad alcuni arresti.
Ebbene, saprete anche che – a parte qualche squalifica comminata dalla giustizia sportiva – nessuna pena detentiva o di altro genere venne comminata agli accusati; non sarà mica la stessa storia per caso e i magistrati la ripropongono perché evidentemente frutta a livello di carriera?
Perché qualcuno mi dovrà pure spiegare quanto è costato allo Stato (cioè a tutti noi) tenere sotto controllo per oltre dodici mesi una quantità enorme di utenze di cellulari al fine di scoprire quello che un po’ tutti gli addetti ai lavori sapevano: Luciano Moggi aveva messo in piedi una sorta di “cupola” nella quale niente avveniva senza la sua autorizzazione.
Ma pensate che la gente sia così ingenua da credere che tutti i soldi che Moggi prende “legittimamente” dalla Juve oppure la fila di squadre calcistiche che fanno a pugni per ingaggiarlo, derivano dalla sua bella faccia o dalla sua “competenza” calcistica?
Tra le tante sciocchezze giornalistiche che sto leggendo sulla materia, mi ha colpito un piccolo corsivo satirico nel quale si ipotizzava di assumere – quale Commissarie Speciale della FIGC - un tizio che si comporti come l’avvocato consigliori nel film “Il Padrino”, Tom Egger, interpretato da Robert Duval, il quale – all’indomani di una congiura fallita, visita i congiurati e ricorda loro un sistema in vigore nell’antica Roma, nel quale lo sconfitto si adagiava in una vasca piena di acqua calda e si tagliava le vene lasciandosi morire.
Nel nostro caso, nella Roma moderna, non possiamo arrivare a tanto, ma il moralizzatore del sistema calcio dovrebbe ricevere – uno dopo l’altro – i vari personaggi implicati nello scandalo (saranno un centinaio o poco più) e prometter loro l’impunità (quindi un grosso regalo) in cambio di un “suicidio virtuale” che dovrebbe consistere nell’uscita immediata e completa dal mondo del pallone, con conseguente allontanamento dal luogo in cui ha operato e ritiro in un posto non facilmente rintracciabile; un’altra cosa da farsi promettere dovrebbe essere il completo silenzio con la stampa, pena la perdita di valore dell’accordo e il ritiro della promessa dell’impunità.
Non credete che potrebbe essere un’idea valida? Se non altro si eviterebbe il perpetuarsi di queste chiacchiere per chissà quanto tempo ancora e quindi si avrebbe la possibilità di rimettersi subito al lavoro per la rifondazione di quel mondo con tutti personaggi nuovi di zecca.
Ed un’altra cosa da evitare è quella di indicare – sempre da parte della stampa – personaggi fuggiti all’estero perché inseguiti da mandati di arresto (Luciano Gaucci, tanto per non far nomi) come “eroi” e vittime dei cattivi di turno: sono anch’essi di questo fetido mondo e se ci hanno rimesso le penne è perché non sono stati abbastanza accorti, ma sono della medesima pasta, basti pensare che l’eroe in questione se la spassa a Santo Domingo con una ragazzina che potrebbe essere sua nipote e i figli sono rimasti in galera in Italia.

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