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domenica, maggio 21, 2006

DUE RISATE SULLE INTERCETTAZIONI 

A margine delle intercettazioni telefoniche per gli indagati di “calciopoli”, ci sono – oltre alla domanda di rito: ma chi le fornisce alla stampa? – alcune battute che suscitano ilarità, nonostante la questione sia piuttosto da piangere.
Protagonista è Alessandro Moggi, Presidente della GEA, una società che annovera nel suo Consiglio di Amministrazione il fior fiore della finanza e della “vipperia” italiana; volete alcuni nomi? Eccoveli: Francesca Tanzi, figlia del noto Callisto della Parmalat; Andrea Cagnotti, figlio di Sergio, ex Presidente della Lazio e bancarottiere con la Cirio; Giuseppe De Mita, figlio di Ciriaco, ex Presidente del Consiglio e Segretario della D.C.; Chiara Geronzi, figlia di Cesare, Presidente di Capitalia; Davide Lippi, figlio di Marcello, allenatore della Nazionale italiana.
Che ne dite? Un bel mucchietto di nomi altisonanti, ma – fino a prova contraria – tutti angioletti immacolati e senza alcuna macchia; o no?; e allora ascoltate quello che è capitato al Presidente della Gea, Alessandro Moggi, intercettato in una sua telefonata ad un amico nella quale il giovane rivela di avere speso una barcata di soldi (oltre 10.000 euro) per mettere in piedi una splendida serata che avrebbe potuto essere una delle più belle della sua vita, una di quelle insomma da ricordare.
Sentite cosa ha fatto: noleggio di un aereo privato con destinazione Parigi (è un classico!!), ristorante di gran lusso per cenetta a lume di candela, successivamente Albergo a 5 stelle dotato di tutti i conforti; a proposito, mi dimenticavo di nominare la signorina che faceva coppia con il bramoso Alessandro ed alla quale il medesimo “aveva fatto un pensierino”: si tratta di Ilaria D’Amico, giornalista di Sky e, soprattutto, una gran bella figliola.
Continuiamo con la serata: Alessandro ha rivelato all’amico che, neppure tutto questo po’ po’ di organizzazione è riuscita a smuovere quel pezzo di ghiaccio (sono parole di Moggi Jr.) e quindi, in parole povere, la serata, ma soprattutto la nottata, è finita in un colossale fiasco e i due sono rientrati a Milano senza che la famosa scintilla fosse scoccata: insomma, per farla breve, è andato in bianco.
Allora, dopo aver sorriso sulla disavventura capitata al “povero” Alessandro Moggi, ci corre l’obbligo di compiere alcune riflessioni, la prima delle quali prende lo spunto dall’osservazione che ho fatto nel primo capoverso: chi fornisce i testi delle intercettazioni telefoniche alla stampa?
Qui ci sono due correnti di pensiero: una afferma che è la stessa Magistratura a fornire alla stampa questi testi (gratuitamente? Speriamo di sì); l’altra sostiene invece che i giudici sono tenuti a fornire questi stenografici, ai difensori delle persone raggiunte da avvisi di garanzia e quindi, la successiva consegna ai giornali sarebbe opera degli stessi avvocati.
Entrambe le ipotesi hanno senso, ma andiamo avanti e vediamo la cosa da parte dei mass-media che entrano in possesso – in un modo o nell’altro – di queste intercettazioni; mi chiedo, come ci si dovrebbe comportare?
Sicuramente si dovrebbe riportare soltanto quei discorso che possono preludere ad un reato e, soprattutto, non si dovrebbe riportare quelle che contengono il nome di altre persone che non c’entrano niente con la vicenda di “calciopoli”; vorrei sapere infatti come possa scusarsi il giornale che ha citato la giornalista D’Amico che viene circuita, con galanteria per fortuna altrimenti il povero Alessandro sarebbe stato indagato anche per molestie sessuali, e che respinge con nettezza le avances del giovane. La ragazza ci fa una bella figura, però…
Mi chiedo e vi chiedo: ma che c’entra tutto questo con la GEA? E lo strapotere dei Moggi?

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