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sabato, aprile 01, 2006

RITORNA UN PO' DI SPIRITUALITA' ? 

E’ un po’ di tempo che sto avvertendo qualche segnale che mi induce a ritenere come l’uomo contemporaneo stia facendo ricorso – sempre più spesso – ad una qualche forma di spiritualità, più o meno ortodossa, più o meno sincera, più o meno dettata da quei furboni che stanno dietro i mass media.
Sarà che domani si compie un anno dalla morte di Papa Wojtyla e questo promuove tutta una serie di ricordi del Papa Santo che inducono a qualche forma di meditazione: pensate che sono attesi a Roma oltre 100.000 pellegrini, dei quale la metà proviene dalla Polonia; in questi stessi giorni avrebbe dovuto uscire su Canale 5 la seconda parte della fiction “Karol” – presentata ieri a Benedetto XVI e a uno scelto pubblico di alti prelati – che invece viene rimandata per non “disturbare” la sfida Berlusconi/Prodi in onda sulla RAI: a quanto è dato sapere al termine della visione del filmato la commozione ha preso tutti i presenti, in testa l’attuale Santo Padre.
Sono riprese le lacrimazioni delle statuette della Madonna; dopo quella della Chiesa di Santa Lucia a Forlì, per la quale sono in corso attente analisi da parte della Curia, ha pianto anche la statua che era stata messa a Civitavecchia in sostituzione di quella già lacrimante oltre dieci anni or sono e che era stata ritirata dalla Curia per farci accertamenti minuziosi che si sono orientati sulla “inspiegabilità” dell’evento; per quest’ultimo fatto c’è da aggiungere che nel momento in cui la statua ha emesso lacrime, era presente anche il Vescovo Girolamo Grillo che ha solo potuto ammettere quello che aveva visto (anche in questo caso sono in corso indagini).
Tutte queste manifestazioni esteriori non sono nient’altro che una proiezione del nostro bisogno di trascendente, bisogno che può manifestarsi anche con questi eventi straordinari; va da sé che per chi ci crede le lacrime della Madonna sono sicuramente un avvertimento per tutti noi e un modo anche evidente di incitarci ad essere più buoni; ma poiché ritengo che abbiano assistito a queste cose anche persone non proprio credenti, per loro penso che valga il discorso di poc’anzi: l’uomo contemporaneo sta cercando qualcosa che lo aiuti a tirare su i piedi dalla terra e ad elevarsi, almeno un po’, verso il Cielo.
Di questi episodi che possono far riflettere ne vorrei citare un terzo, l’ultimo, ed è quello che riguarda il film, in uscita in questi giorni sugli schermi italiani, “Il grande silenzio” che in 160 minuti per lo più muti, narra in forma documentaristica la vita che si svolge nella Grande Certosa sulle Alpi francesi, tra i monaci certosini della casa madre del leggendario ordine di eremiti.
È una feroce e bellissima disanima della pratica della clausura che ormai solo pochi ordini hanno conservato; con la fioca luce degli interni, come in quella abbagliante della splendida natura che circonda l’edificio, si assiste al ripetersi delle stesse giornate, immutate da decenni, e delle notti che non sono fatte solo di sonno, poiché ogni tre ore i monaci si ritirano in preghiera per altrettanto e a questo fanno seguire altre tre ore di sonno.
Il film è talmente “innaturale” per il panorama cinematografico che abbiamo nel mondo intero, da apparire ipnotizzante, con quel debordante e assordante silenzio che ne è la principale colonna sonora.
Il Papa Benedetto XVI lo ha consigliato al clero di tutto il mondo, ma non credo che sia stato per questo motivo che il film – uscito in Germania sotto di Natale – ha stracciato tutti i lavori costruiti per l’occasione delle Feste, tra i quali il fantastico e ipertecnologico “Harry Potter”: non credo che da solo questo possa significare un ritorno alla spiritualità, ma se non altro è una scelta precisa tra l’assordante baccano dei mass-media e il bellissimo, significativo silenzio dei monaci certosini: imparare a stare zitti e ascoltare lo stormire degli alberi potrebbe essere uno dei temi più appassionanti che ci potremmo dare.

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