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venerdì, aprile 21, 2006

RISARCIMENTO DAL MINISTRO 

Ricordate il caso di Angelo Izzo, il cosiddetto mostro del Circeo per avere massacrato una ragazzina e un’altra averla ridotta in fin di vita? Il nostro Izzo, durante la detenzione in carcere, ha ottenuto prima dei permessi premio (ma premio a cosa??) e successivamente l’autorizzazione a lavorare in qualità di (udite, udite!!) assistente sociale presso l’associazione Città futura; peraltro nel P.C. del presidente di questa associazione è stato trovato materiale pedopornografico: non vorrà dire niente, però…
Durante questo periodo, il detenuto – nonostante gravi inadempienze nella condotta carceraria (tra le altre cose una evasione) – ha ottenuto la libertà diurna, su conforme parere anche degli psicologi del carcere.
Due donne, Carmela e la figlia Valentina di soli 14 anni, furono attirato in una casa gentilmente fornita da un complice e, dopo essere state violentate e seviziate, vennero barbaramente uccise dal mostro che, mentre Valentina spirava, beveva tranquillamente una Coca Cola.
Ieri si è aperto il processo presso la Corte d’Assise di Campobasso e alla prima udienza Angelo Izzo è stato accolto dai parenti delle vittime con un coro di imprecazioni la più lieve delle quali era bastardo; lui imperterrito, ha lievemente accennato un sorrisetto di superiorità e si è seduto, sprezzante dei suoi accusatori, al banco degli imputati.
Ma all’apertura del processo si è avuta una grande novità: gli avvocati di parte civile hanno annunciato che citeranno in sede civile il Ministero della Giustizia, i magistrati di sorveglianza che hanno autorizzato le uscite di Angelo (mai nome fu più improprio!) Izzo, nonché gli psicologi del carcere che giudicarono il boia del Circeo idoneo ad ottenere la libertà diurna.
E questo, amici miei, è una grandissima novità, perché si rimette in piedi quella norma che è stata oggetto anche di referendum e poi vanificata dalla legge attuativa, secondo la quale esiste una responsabilità oggettiva del magistrato e dei consulenti, oltre che per dolo, anche per “colpa grave”; quest’ultimo caso sarebbe quello che gli avvocati portano avanti nella causa per il risarcimento dei danni ai superstiti delle due vittime.
Magari non riusciranno a scucire qualche miliardo dalle tasche dei magistrati, psicologi e compagnia bella, ma sono certo che almeno un po’ di paura gliela faranno; e pensate poi quello che significherebbe per il futuro se i magistrati giudicanti avanzassero una qualche ipotesi di colpevolezza – magari in solido – per tutti coloro che hanno avuto per le mani il fascicolo di Izzo e non ci hanno capito niente.
Non credo che questi errori derivino da eccesso di garantismo, anzi secondo me questo non è mai troppo, basta concederlo al momento ed alla persona giusta; quello che invece ritengo possa essere accaduto è che la superficialità da passacarte dello psicologo e del suo collega, deve avere influenzato anche coloro che dovevano decidere operativamente il da farsi: e qui la frittata è stata fatta e con un numero molto alto di uova.
In relazione ai casi della banda di pedofili romani di cui ho parlato nel mio post di ieri, il bravissimo Fiorello ha lanciato uno slogan nella sua trasmissione radiofonica: “Per i pedofili? Ergastolo secco!” Come non essere d’accordo con lui. Ma dobbiamo aggiungere una piccola postilla: “e buttare via la chiave” cioè che non si venga a parlare di premi, di recupero e balle del genere. L’ergastolo, quando viene comminato significa che per tutta la vita non metti il naso fuori dal carcere, punto e basta.
E Izzo é uno che rientrava facilmente in questa categoria, ricondiamocelo.

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