venerdì, aprile 14, 2006
LE CAMBIALI ALL'INCASSO
Le cambiali vanno sempre pagate, altrimenti il creditore può mandarti”in protesto”; la prima, prevedibilissima cambiale che il nuovo governo di centro–sinistra è chiamato ad onorare è quella emessa dalla Confindustria, la quale – ancora a spoglio quasi non ultimato – ha già presentato il titolo all’incasso.
Cosa ha detto il bravo Luca “ciuffo al vento” Montezemolo? La prima cosa è l’invito, quasi ultimativo, al governo a “mettere l’economia al centro dell’agenda del Paese”; cosa significhi è chiaro, ma vale la pena ribadirlo: il nuovo esecutivo dovrà fare in modo che le aziende italiane guadagnino ancora di più di quello che hanno fatto nel 2005.
A questo proposito, se mi consentite il brevissimo inciso, voglio raccontarvi che dalle mie parti c’è un grosso polo industriale (Prato) dove gli operatori economici hanno questo modo di dire: se l’anno scorso ho guadagnato 100 e quest’anno 80, devo dire a tutti (privati ed istituzioni) che quest’anno ho rimesso 20.
Andiamo avanti; la Confindustria ha anche ribadito che la base di discussione sono i famosi cinque punti presentati al candidato vincente; vediamoli insieme: 1) drastica riduzione del cuneo fiscale e contributivo nonché dell’IRAP; 2) ricerca e innovazione; 3) concorrenza e liberalizzazioni; 4) costo dell’energia; 5) conferma e completamento della legge Biagi.
Il punto 1) si ricollega ad una delle tante dichiarazioni di Prodi sul problema fiscale, che nessuno ha capito e che l’ha quasi portato alla sconfitta dopo avere avuto addirittura otto punti di vantaggio; possiamo comunque dire che il governo “qualcosa farà”.
I punti 2) e 3) sono “chiacchiere”, aria fritta che si può tirare da tutte le parti senza che nessuno possa dire di avere infranto la verità: ad esempio le liberalizzazioni, tanto invise a Bertinotti che è – non dimentichiamocelo – l’unico autentico vincitore di queste elezioni, possono essere rimandate a epoche migliori sotto il profilo strutturale e, se questi periodi non arriveranno, nessuno si metterà a piangere per queste mancate liberalizzazioni.
Con il punto 4) si entra invece in una discussione molto più delicata: gli industriali chiedono un sostanziale abbassamento dei costi energetici per allinearsi agli altri paesi europei e il nostro gestore ribatte che tutti gli altri paesi europei hanno almeno per l’80% energia prodotta dal nucleare, cosa che noi non abbiamo; figuriamoci come la prenderanno i Verdi, reduci anch’essi, da un discreto risultato.
Dove viene fuori il grosso dei problemi è quando si affronterà il punto 5), cioè le problematiche legate alla legge Biagi, della quale Confindustria chiede non solo la conferma, ma addirittura una sorta di completamento che dovrebbe renderla ancora più dalla parte dei datori di lavoro.
Per questa problematica si ha addirittura una sorta di “conflitto” all’interno dei poteri forti sostenitori del governo: i sindacati, in particolare la CGIL, per bocca del suo Segretario, Epifani, ha infatti chiesto addirittura la “cancellazione” della legge Biagi, sull’onda del successo ottenuto dai colleghi sindacalisti francesi nei confronti di quel governo a proposito della normativa sul CPE (Contratto di Primo Impiego).
Come si vede le cambiali presentate alla cassa sono numerose e tutte di grande importanza: per farvi fronte occorre una cosa essenziale, una coalizione che sappia governare “tutti insieme”, senza riserve o remore di nessuno, altrimenti i soldi per ritirare gli effetti vengono a mancare e si rischia il protesto.
Cosa ha detto il bravo Luca “ciuffo al vento” Montezemolo? La prima cosa è l’invito, quasi ultimativo, al governo a “mettere l’economia al centro dell’agenda del Paese”; cosa significhi è chiaro, ma vale la pena ribadirlo: il nuovo esecutivo dovrà fare in modo che le aziende italiane guadagnino ancora di più di quello che hanno fatto nel 2005.
A questo proposito, se mi consentite il brevissimo inciso, voglio raccontarvi che dalle mie parti c’è un grosso polo industriale (Prato) dove gli operatori economici hanno questo modo di dire: se l’anno scorso ho guadagnato 100 e quest’anno 80, devo dire a tutti (privati ed istituzioni) che quest’anno ho rimesso 20.
Andiamo avanti; la Confindustria ha anche ribadito che la base di discussione sono i famosi cinque punti presentati al candidato vincente; vediamoli insieme: 1) drastica riduzione del cuneo fiscale e contributivo nonché dell’IRAP; 2) ricerca e innovazione; 3) concorrenza e liberalizzazioni; 4) costo dell’energia; 5) conferma e completamento della legge Biagi.
Il punto 1) si ricollega ad una delle tante dichiarazioni di Prodi sul problema fiscale, che nessuno ha capito e che l’ha quasi portato alla sconfitta dopo avere avuto addirittura otto punti di vantaggio; possiamo comunque dire che il governo “qualcosa farà”.
I punti 2) e 3) sono “chiacchiere”, aria fritta che si può tirare da tutte le parti senza che nessuno possa dire di avere infranto la verità: ad esempio le liberalizzazioni, tanto invise a Bertinotti che è – non dimentichiamocelo – l’unico autentico vincitore di queste elezioni, possono essere rimandate a epoche migliori sotto il profilo strutturale e, se questi periodi non arriveranno, nessuno si metterà a piangere per queste mancate liberalizzazioni.
Con il punto 4) si entra invece in una discussione molto più delicata: gli industriali chiedono un sostanziale abbassamento dei costi energetici per allinearsi agli altri paesi europei e il nostro gestore ribatte che tutti gli altri paesi europei hanno almeno per l’80% energia prodotta dal nucleare, cosa che noi non abbiamo; figuriamoci come la prenderanno i Verdi, reduci anch’essi, da un discreto risultato.
Dove viene fuori il grosso dei problemi è quando si affronterà il punto 5), cioè le problematiche legate alla legge Biagi, della quale Confindustria chiede non solo la conferma, ma addirittura una sorta di completamento che dovrebbe renderla ancora più dalla parte dei datori di lavoro.
Per questa problematica si ha addirittura una sorta di “conflitto” all’interno dei poteri forti sostenitori del governo: i sindacati, in particolare la CGIL, per bocca del suo Segretario, Epifani, ha infatti chiesto addirittura la “cancellazione” della legge Biagi, sull’onda del successo ottenuto dai colleghi sindacalisti francesi nei confronti di quel governo a proposito della normativa sul CPE (Contratto di Primo Impiego).
Come si vede le cambiali presentate alla cassa sono numerose e tutte di grande importanza: per farvi fronte occorre una cosa essenziale, una coalizione che sappia governare “tutti insieme”, senza riserve o remore di nessuno, altrimenti i soldi per ritirare gli effetti vengono a mancare e si rischia il protesto.