lunedì, aprile 03, 2006
L'ASSASSINO E LA GENTE
Avevo detto nel mio post di ieri che sarebbe opportuno tacere sulla tragica vicenda di Tommaso e dei suoi assassini, ma debbo fare una piccola aggiunta a quanto già detto, in particolare al rapporto tra la giustizia e la gente.
Se la magistratura desidera conoscere le motivazioni per le quali la gente, quella gente che paga gli stipendi dei giudici e dei procuratori e quella gente in nome della quale si amministra la giustizia, basta che faccia una piccola riflessione su quello che segue.
Il signor Mario Alessi, reo confesso della morte del bambino, la bestia immonda che ha bazzicato per casa diversi giorni e che durante il mese del sequestro si è scagliato più volte contro i rapitori, aveva già avuto a che fare con la giustizia; egli proviene da un paese nei pressi di Agrigento, dove abitava con moglie e due figli; sei anni fa, insieme ad un amico/complice, aggredisce una coppietta appartata in macchina all’interno di un boschetto e, dopo avere legato il ragazzo ad un albero – forse perché vedesse bene il seguito della scena – ha selvaggiamente e ripetutamente violentato la ragazza di soli sedici anni.
Catturato e processato viene condannato a sei anni, confermati in appello e, in attesa della sentenza della Cassazione non ha fatto neppure un giorno di galera; lasciato il paese, la moglie e i figli si è spostato al nord dove ha messo in piedi una nuova famiglia ed ha avuto altri figli: tutto questo con la spada di Damocle sulla testa della conferma da parte della Cassazione dell’originaria sentenza che lo avrebbe condotto in galera.
Adesso arriviamo al perché la gente chiede la pena di morte per Alessi: visto che la magistratura non è riuscita neppure a fargli pagare un delitto anch’esso atroce (lo stupro di una sedicenne), chi ci dice che riuscirà a sbatterlo adesso in prigione ed a gettare la chiave della cella?
Sono dubbi leciti, amici cari, sono dubbi che attanagliano la gente per bene che da ieri non riesce più a vivere come prima (gli passerà, certo, ma per ora è così) e sono dubbi che vanno a sfociare in una conclusione che ha una sua logica: se gli comminiamo la pena di morte, non rischiamo di ritrovarcelo davanti tra qualche anno!! Ma i Magistrati (uso il maiuscolo di proposito) hanno visto la gente scagliarsi contro l’auto che portava via Alessi e gridare alla Polizia “datecelo a noi” ?? Mi auguro che le guardino!!
Sono molto amareggiato nello scrivere queste righe, sono anche disgustato di tutta la situazione, ma – a parte la supponenza e la superiorità intellettuale, vera o presunta – non so proprio cosa opporre a queste persone che stanno sfogando nient’altro che una sorta di bisogno di vera, primordiale, ma sacrosanta giustizia, alla quale non siamo più abituati.
Ed un’altra cosa che non mi è piaciuta – l’ho già detto ieri ma mi piace ribadirlo – è stato il fatto che il padre di Tommaso (e quindi anche la madre, povera donna) ha appreso degli ultimi sviluppi delle indagini e della uccisione del bambino soltanto attraverso gli schermi televisivi, nessuna autorità che si sia scomodata per avvertirli.
Ora mi chiedo, come hanno fatto ad avere le notizie i vari giornalisti che assediavano la Procura ? Evidentemente hanno avuto qualche soffiata da parte del personale all’interno e se è vero questo – come è vero – perché questo stesso “personale” non ha sentito il dovere di avvertire i familiari del bambino prima della stampa? Ed anche i giornalisti avrebbero potuto avere la mano più leggera e farsi parte diligente in modo tale che il povero padre ricevesse la ferale notizia in modo più “umano”; oppure no??
Così non è stato ma siate sicuri che appena Paolo Onori (il padre) metterà il capo fuori dalla casa troverà una turba di giornalisti a fargli le solite stupide domande; ma è giusto tutto questo, mi chiedo e vi chiedo??
Se la magistratura desidera conoscere le motivazioni per le quali la gente, quella gente che paga gli stipendi dei giudici e dei procuratori e quella gente in nome della quale si amministra la giustizia, basta che faccia una piccola riflessione su quello che segue.
Il signor Mario Alessi, reo confesso della morte del bambino, la bestia immonda che ha bazzicato per casa diversi giorni e che durante il mese del sequestro si è scagliato più volte contro i rapitori, aveva già avuto a che fare con la giustizia; egli proviene da un paese nei pressi di Agrigento, dove abitava con moglie e due figli; sei anni fa, insieme ad un amico/complice, aggredisce una coppietta appartata in macchina all’interno di un boschetto e, dopo avere legato il ragazzo ad un albero – forse perché vedesse bene il seguito della scena – ha selvaggiamente e ripetutamente violentato la ragazza di soli sedici anni.
Catturato e processato viene condannato a sei anni, confermati in appello e, in attesa della sentenza della Cassazione non ha fatto neppure un giorno di galera; lasciato il paese, la moglie e i figli si è spostato al nord dove ha messo in piedi una nuova famiglia ed ha avuto altri figli: tutto questo con la spada di Damocle sulla testa della conferma da parte della Cassazione dell’originaria sentenza che lo avrebbe condotto in galera.
Adesso arriviamo al perché la gente chiede la pena di morte per Alessi: visto che la magistratura non è riuscita neppure a fargli pagare un delitto anch’esso atroce (lo stupro di una sedicenne), chi ci dice che riuscirà a sbatterlo adesso in prigione ed a gettare la chiave della cella?
Sono dubbi leciti, amici cari, sono dubbi che attanagliano la gente per bene che da ieri non riesce più a vivere come prima (gli passerà, certo, ma per ora è così) e sono dubbi che vanno a sfociare in una conclusione che ha una sua logica: se gli comminiamo la pena di morte, non rischiamo di ritrovarcelo davanti tra qualche anno!! Ma i Magistrati (uso il maiuscolo di proposito) hanno visto la gente scagliarsi contro l’auto che portava via Alessi e gridare alla Polizia “datecelo a noi” ?? Mi auguro che le guardino!!
Sono molto amareggiato nello scrivere queste righe, sono anche disgustato di tutta la situazione, ma – a parte la supponenza e la superiorità intellettuale, vera o presunta – non so proprio cosa opporre a queste persone che stanno sfogando nient’altro che una sorta di bisogno di vera, primordiale, ma sacrosanta giustizia, alla quale non siamo più abituati.
Ed un’altra cosa che non mi è piaciuta – l’ho già detto ieri ma mi piace ribadirlo – è stato il fatto che il padre di Tommaso (e quindi anche la madre, povera donna) ha appreso degli ultimi sviluppi delle indagini e della uccisione del bambino soltanto attraverso gli schermi televisivi, nessuna autorità che si sia scomodata per avvertirli.
Ora mi chiedo, come hanno fatto ad avere le notizie i vari giornalisti che assediavano la Procura ? Evidentemente hanno avuto qualche soffiata da parte del personale all’interno e se è vero questo – come è vero – perché questo stesso “personale” non ha sentito il dovere di avvertire i familiari del bambino prima della stampa? Ed anche i giornalisti avrebbero potuto avere la mano più leggera e farsi parte diligente in modo tale che il povero padre ricevesse la ferale notizia in modo più “umano”; oppure no??
Così non è stato ma siate sicuri che appena Paolo Onori (il padre) metterà il capo fuori dalla casa troverà una turba di giornalisti a fargli le solite stupide domande; ma è giusto tutto questo, mi chiedo e vi chiedo??