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giovedì, aprile 20, 2006

ANCORA INFANZIA OFFESA 

Quello che ho visto ieri in TV, anzi, dico meglio, ho sentito in TV, mi ha profondamente colpito e mi ha convinto che siamo ancora assai lontani dall’avere compiuto l’ultimo salto che ci dovrebbe portare a livello di “homo sapiens: sto alludendo all’organizzazione romana che trafficava in bambini e al cui smantellamento ha provveduto la Polizia della capitale, facendo 18 arresti ed altri 36 persone “indagate” e, per quanto riguarda il giro di affari, abbiamo circa 200 bambini finiti in questa maledetta rete..
Andiamo per ordine e cominciamo col dire che a Roma aveva la sede principale – con “filiali” in Lombardia, Sicilia, Abruzzo, Campania e Valle d’Aosta – una organizzazione malavitosa e spregevole che aveva per obiettivo il traffico di bambini; il loro reclutamento avveniva in vari modi, ma il principale era quello del “rimorchio” ai semafori dove questi disgraziati fanciulli erano inviati dai genitori a chiedere l’elemosina: si parla quindi di ambienti estremamente degradati e soprattutto di campi ROM, ma non per questo meritevoli della nostra attenzione e del nostro rispetto.
I ragazzini venivano avvicinati da “specialisti” che li attiravano in qualche tranello e successivamente erano messi in vendita a “collezionisti” del genere, tra i quali si trovano manager, imprenditori, funzionati di emittenti televisive, un attore di secondo piano, un autore di canzoni ed altre “brave persone” che avevano il vizietto di procurarsi un bambino per i loro sollazzi personali.
La cosa che più mi ha sconvolto è stata la riproduzione di una telefonata – intercettata dalla Polizia – tra un venditore ed un acquirente: il venditore stava proponendo un ragazzino di 11 anni e l’acquirente stava cercando di farselo descrivere prima di andare a vederlo personalmente: “non sarà mica grasso!” chiede il compratore e l’altro risponde “macché, è fatto benissimo, fianchi stretti e un bel culetto!”, e ancora l’acquirente “allora vengo subito, mi aspetti al solito posto”.
Per chi si mette in ascolto e in visione soltanto adesso, ripeto che stiamo parlando di bambini, con una media di età tra gli 8 e i 16 anni e non di agnelli o di cavalli e i due degenerati che stanno trattando l’affare sono esseri umani, come me e come voi.
Devo dire che quando ho sentito la telefonata mi si è accapponata la pelle, sono rimasto così male che ho faticato un po’ a riprendermi; subito dopo si è passati al commercio vero e proprio: tale Matteo (il cognome non viene indicato: perché??) insisteva perché i bambini che gli venivano consegnati per i festini che organizzava nel suo appartamento, fossero ben puliti: “Ricorda, lo devi pulire per bene” intimava al venditore.
Tra le varie tipologie di persone che sono state identificate, c’è anche un allenatore di una scuola di calcio che, oltre ad avere messo una telecamera nascosta nelle docce del campo di gioco e vendere così le cassette che riprendono i piccoli tutti nudi che si lavano, aveva anche “acquistato” un ragazzino che ha vissuto per un anno con lui: cucinava, teneva in ordine la casa e…si prestava alle sue voglie: meglio di una colf di colore.
Chiudo con una notazione: qualcuno mi vuole spiegare perché tutti i media usano mettere soltanto i nomi dei delinquenti e degenerati e del cognome mettono solo l’iniziale? Non sarà mica per rispettare la privacy, perché questi turpi individui non dovrebbero avere nessun diritto ed un solo obbligo, lo stesso che viene indicato nel Vangelo: “colui che farà del male ad un bambino è meglio che si leghi al collo una macina e si getti in un pozzo”.

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