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lunedì, marzo 20, 2006

VIVE LA FRANCE 

Dico subito, e molto chiaramente, che i francesi mi stavano antipatici, soprattutto per quell’aria di superiorità – in particolare nei nostri confronti – ma debbo dire che in questi ultimi anni hanno compiuto alcuni atti che me li hanno fatti riconsiderare.
Il primo é di qualche tempo fa ed è quando hanno respinto al mittente la prima Costituzione Europea, elaborata principalmente da un loro illustre concittadino, Giscard D’Estaigne: mettiamo il caso che analoga situazione si fosse verificata da noi e, alla testa della commissione per la redazione della carta costituzionale ci fosse un nostro esimio statista, ormai in pensione, messo lì a dare lustro alla cosa; se proprio vogliamo fare dei nomi, potremmo citare l’ex Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro: non credete che si sarebbe levato altissimo il grido di attentato alla nazione se avessimo votato contro? Eppure in Francia questo non si è verificato affatto: hanno solo detto che il loro concittadino era rincoglionito, come dovremmo dire noi un po’ più spesso!
Il secondo è di questi giorni e si riferisce alle manifestazioni studentesche – udite, udite – non su qualche diritto allo studio o altro di equipollente, bensì contro una normativa che conferisce al datore di lavoro la possibilità di licenziare “senza giusta causa” un giovane al di sotto dei 26 anni.
Assunto in base a questo nuovo strumento – Contratto Primo Impiego – il giovane ha sulla testa questa sorta di spada di damocle che poi termina al compimento del ventisettesimo anno di età, quando la normativa di assunzione prende la via della normalità.
Inizialmente i giornalisti hanno parlato di una “riedizione del ’68, messa in piedi per nostalgia”, ma nessuno ha compreso che – a differenza di quello che accadde quasi quaranta anni fa, adesso ci sono in ballo i sindacati e, il legame che si è stabilito tra studenti e lavoratori è una bella novità; nessuno avrebbe scommesso un euro su questa saldatura e invece…
Dalle nostre parti si dirà che quel tipo di contratto è “una specie” di quello che abbiamo da noi sulla base della famosa legge Biagi, ed infatti, quanto a rendere “precario” il lavoro, siamo sulla stessa linea, o quasi.
Sia quello che avviene in Francia e sia quello che abbiamo già subito noi, entrambi contrabbandati sotto la voce di “liberalizzazione del mercato del lavoro”, sono effetti – come ho avuto modo di dire varie volte in questi miei scritti - della famigerata globalizzazione, una dannata realtà economica che si è abbattuta sulle nostre teste senza chiedere il permesso a nessuno ed ha messo in crisi intere classi lavoratrici.
Leggo oggi su un giornale francese che un sondaggio realizzato da strutture non sindacali, ha dato un risultato che viene dipinto come clamoroso: il 60% dei francesi è per il ritiro del provvedimento governativo; bella forza, vorrei vedere il contrario!
State certi che anche da noi se mettessimo sotto sondaggio la legge Biagi, con la sua brava precarizzazione che comporta e i vari Co:Co:Co. ed altri strumenti del genere, la stragrande maggioranza della gente sarebbe contraria; ma è un po’ come mettere sotto esame la realtà presente e paragonarla con il passato: ovviamente non è possibile e sarebbe sciocco pensare il contrario
Caso mai ci sarebbe una cosa da dire: ma questa globalizzazione o come diavolo volete chiamarla, chi l’ha inventata? Non mi si dica che è venuta da sola perché non ci credo, ed anzi, vi posso dire che con un po’ di “gnegnero” (leggi: cervello) si può arrivare a capire anche chi è stato!! Ne riparleremo!!

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