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lunedì, marzo 27, 2006

MA CHE BRAVO QUELLO CHIRAC !! 

Jacques Chirac, Presidente della Repubblica Francese, in questi ultimi giorni ha compiuto alcuni atti e detto alcune frasi che meritano una qualche riflessione e che – a un euro contrario come me – suonano come musica dolcissima; vi spiego perché.
Il tutto è avvenuto nel corso dell’incontro di Bruxelles riservato ai Capi di Stato e di Governo; l’ineffabile presidente ha iniziato con un “colpo di teatro” assolutamente splendido: è in programma la relazione annuale del Presidente della Confindustria Europea, un francese di cui non ricordo il nome, e ad ascoltarlo c’erano tutti i convenuti; all’improvviso, dopo pochi minuti dall’inizio della relazione, Chirac, ostentatamente e con modo a dir poco maleducato, esce dalla stanza e, rivolgendosi ai giornalisti dice loro che non starà un minuto di più ad ascoltare “un francese che legge una relazione in inglese”.
È chiaro il motivo del contendere? Il Presidente francese non sopporta che la lingua dell’Europa sia l’inglese e si arrabbia quando un francese viene costretto ad usarla.
Poche ore dopo ritorna a galla la vicenda della mancata O.P.A. di ENEL su Gdf e su questa operazione l’ineffabile Chirac ha ribadito quanto detto in altra occasione e cioè che l’OPA italiana era “ostile” (chiaramente una balla perché un’OPA è sempre ostile) e che il governo francese ha fatto quadrato attorno alla propria azienda per difendere gli interessi dei lavoratori, delle imprese e dei lavoratori francesi.
A queste dichiarazioni è stato facile rispondere – da parte degli euro scettici – che Chirac fa i propri interessi ed è l’ora che anche noi ci preoccupiamo dei nostri anziché seguire le farraginose normative della Comunità Europea: questo è quanto dichiarato dal Ministro Maroni che ha poi proseguito: “La Francia è uno dei paesi che hanno fondato l’Unione Europea; se tiene un comportamento del genere – che peraltro non viene sanzionato – non vedo perché condannarlo. Bisogna invece fare come loro. È un esempio di tutela dei propri interessi nell’ambito delle regole europee”.
Ecco spiegato perché le parole e gli atteggiamenti di Chirac portano molta acqua al mulino degli euro contrari (come me), perché sono complessivamente improntati ad un protezionismo esasperato, addirittura il contrario di quanto si dovrebbe fare come aderenti alla Comunità Europea.
E sempre nell’ottica della tutela degli interessi francesi, il governo dei nostri cugini d’oltralpe ha “aiutato” svariate scalate di banche francesi a nostre istituzioni creditizie; facciamo dei nomi: il Credit Agricole controlla Banca Intesa; BNP Paribas ha lanciato un’OPA sulla nostra BNL, peraltro già autorizzata dal nuovo Governatore di Bankitalia; la DEXIA controlla Crediop; la CIC è a capo di una cordata francese che controlla oltre il 20% di Mediobanca (il salotto buono della nostra finanza).
Come si vede, gli interessi francesi sono stati molto ben tutelati; mi sembra che i nostri lo siano un po’ meno e ricordiamoci l’ammonimento di uno storico Governatore – Guido Carli - che affermava come le banche, a seguito del monumentale indebitamento delle aziende italiane, erano gli effettivi proprietari delle nostre industrie: non mi risulta che le cose siano cambiate, anzi…
Comunque, ingordigia e affermazioni di superiorità non sono altro che incentivi per gli altri Paesi della Comunità per prendere coscienza dell’impossibilità di tirare avanti un baraccone di 25 stati, ognuno diverso dall’altro e con interessi contrastanti.
E quindi, a gioco lungo, l’avremo vinta noi euro-contrari!! Peccato che si perda tutto questo tempo:

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