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venerdì, marzo 24, 2006

APOSTASIA 

Mi soccorre, per la definizione della parola del titolo, il solito Devoto-Oli, il quale alla voce apostasia così recita: “ripudio totale del proprio credo religioso”; prima di questa definizione il dizionario precisa che essa discende da un qualche “diritto canonico o comunque religioso”; insomma che la legge dello Stato – in questo caso – corrisponde alla legge religiosa.
Avrete capito che sto parlando della vicenda del cittadino afgano Abdul Rahman che si è converto al cristianesimo (o forse al cattolicesimo addirittura, non ho ben capito) dopo aver abbandonato l’islamismo; per questo motivo il tribunale afgano – applicando una “loro” legge che prende spunto dalle norme coraniche – ha condannato il “loro” concittadino alla pena di morte per apostasia, reato previsto dalla “loro” legge e punito appunto con la morte.
Non so come la notizia sia approdata nel nostro e immagino in altri paesi occidentali, ma la nostra opinione pubblica si è subito scatenata e la polemica è montata; addirittura si sono scomodate le autorità, cosicché il Ministero degli Esteri ha convocato l’ambasciatore afgano a Roma per avere spiegazioni; dopo l’incontro il nostro Ministro ha avuto parole di speranza per la vita dell’afgano, in quanto sembra che sia stato trovato uno scamotto: fare passare l’apostata per matto e così salvargli la vita.
Bene così, perché quando si salva una vita è sempre un successo, ma non possiamo fermarci a questo e dobbiamo esaminare le polemiche che sono scaturite e, possibilmente, dire la nostra: prima osservazione, l’Italia è intervenuta in quanto il signor Rahman ha abbracciato la nostra religione ed allora noi ci siamo sentiti in dovere di fare il possibile per salvarlo? Ciò significa che se invece del cattolicesimo avesse abbracciato l’ebraismo noi ce se saremmo fregati della sua sorte? Mi sembra un modo di ragionare un po’ semplicistico!
Seconda osservazione, alcuni commentatori, anche illustri come l’ex Presidente Cossiga, affermano senza mezzi termini che noi occidentali abbiamo il “diritto e il dovere in nome dei principi universali” (che poi sono stati dettati da noi) di occuparci dei fatti di altri paesi cercando di renderli il più possibile simili a noi; chiedo a voi se siete d’accordo con questa impostazione, dicendo subito che io non lo sono e per dire questo vi faccio un esempio.
L’Afganistan dei “talebani” è stato profondamente violentato dalle democrazie occidentali – guidate dagli USA – con la motivazione che lì si nascondeva il mitico Bin Laden e che bisognava snidarlo; il re dei terroristi non è stato trovato, ma in compenso abbiamo portato in quel paese la nostra concezione di “way of life” fatta di bordelli, di alcool, di AIDS e via di questo passo, tant’è vero che un quotidiano che si stampa a Kabul scrive “Viene il sospetto che, oltre alla loro democrazia, gli stranieri abbiano voluto portare in Afganistan l’AIDS e il cristianesimo”.
Insomma, per molti “democratici” occidentali, sembrerebbe lecito invadere ed occupare un Paese che, avendo una storia diversa dalla nostra, si è dotato di leggi assai diverse dalle nostre e che a noi paiono aberranti.
Continuando di questo passo, diamo una sorta di autorizzazione anche a Bin Laden ad essere ancora più estremista di quello che è già adesso, perché finora il capo terrorista non ha mai preannunciato di avere la volontà di portare la “sharia” in Occidente, mentre noi intenderemmo portare “Il Grande Fratello” e “La Fattoria” nei Paesi islamici: mi sembra comprensibile che poi ci odiano!!
Se invece ognuno restasse a casa propria quanto sarebbe meglio!!

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