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giovedì, marzo 02, 2006

ANCORA SULLA SANITA' 

Dopo avere “sognato” – nel post di ieri - su un certo tipo di approccio alla sanità pubblica, oggi si torna con i piedi per terra e si commenta l’ultima “invenzione” dell’Assessorato Regionale dei miei posti, circa le liste di attesa sulle visite specialistiche; anzitutto si stabilisce il principio che questo tipo di visita è “il primo passo” per il medico di base al fine di diagnosticare la patologia del paziente; tali visite, sono sette (come i samurai) e precisamente cardiologia, ginecologia, oculistica, neurologia, dermatologia, ortopedia e otorinolaringoiatria.
È compito della ASL “garantire” che tale visita avvenga entro 15 giorni dalla richiesta, pena un rimborso al paziente di 25 euro (entro sei mesi); analoga cifra è tenuto a corrispondere il cittadino che, dopo essersi prenotato per tali visite, non si presenta all’appuntamento senza avere disdetto entro 48 ore (sembra il 10%), oppure non ritira il referto entro 15 giorni dal responso (percentuale maggiore).
Primo commento: la ASL paga questa sorta di multe utilizzando, ovviamente, soldi nostri e non prelevandoli dai lauti stipendi dei dirigenti che hanno male organizzato; noi, d’altro canto, paghiamo le nostre inadempienze…sempre con i soldi nostri!! Forse sono io che non capisco, ma mi sembra che ci sia qualcosa che non quadra.
Dato che siamo in argomento “sanità”, continuiamo e poniamoci una nuova domanda: c’è qualcuno che mi sa dire il motivo per il quale la sistemazione dei denti non è a carico del S.S..R. (Servizio Sanitario Regionale)? Per quanto mi è dato conoscere, soltanto la mera estrazione dei denti fa parte delle prestazioni concesse, mentre la “rimessa” dei denti non è considerata un problema sanitario.
Ora, non mi vorrei dilungare sul problema, citando varie esemplificazioni, ma sono certo che sarete d’accordo quando affermo che una scorretta o insufficiente masticazione provoca tutta una serie di malattie; c’è poi la branca dell’ortodonzia infantile, quella cosa cioè che consiste nel mettere nella bocca dei fanciulli un apparecchio di lega ferrosa e con tale accorgimento provocare il raddrizzamento di uno o più denti che sono nati storti.
Tutte queste prestazioni sono a carico del cittadino e sono carissime; ora io capisco che la casta dei dentisti è potente, capisco pure che ad essa si è aggiunta quella degli ortodonzisti che ha portato in dote una specializzazione e un buon numero di adepti; per entrambe queste situazioni, le ASL si guardano bene dal mettere in opera una qualunque forma di assistenza e non ci pensano neppure a imbrigliare i lauti guadagni dei dentisti e assimilati: evidentemente non ne hanno il potere.
Però, anche qui si tratterebbe di fare delle scelte: poniamo il caso che queste prestazioni passino alla mano pubblica, come si dice in gergo, e quindi i signori dentisti ed assistenti diventino una sorta di “impiegati regionali” come sono in effetti molti medici ospedalieri.
Tutto questo cosa comporterebbe? Prima di tutto un notevole aggravio del bilancio sanitario regionale, ma per questo abbiamo detto che se la scelta è prioritaria si antepone ad altre spese; l’altro problema sarebbe lo smantellamento della casta dei dentisti ed assimilati: ma anche per questo, così come non ho incontrato nessun chirurgo ospedaliero a chiedere l’elemosina, penso proprio che non ci sarebbe nessun dentista che morirebbe di fame, tanto ci sarebbe sempre una certa parte della cittadinanza che preferirebbe farsi spennare in strutture private.
Come vedete, si torna al “dream” ed alle scelte: ricordate? Bambini vecchi e malati; dopo viene il resto!

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