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lunedì, febbraio 20, 2006

UFFA!! ANCORA LA GIUSTIZIA IN PRIMO PIANO 

Ora mi sarebbe venuto proprio a noia il continuare a parlare di malefatte della nostra magistratura, ma – se si esclude la politica e Maometto – è l’argomento attualmente imperante sui nostri giornali (un po’ meno sui TG, dato l’argomento).
Come di consueto, andiamo con ordine: la vicenda ha inizio otto anni fa e narra di un signore di quaranta anni (Marco) con un passato di tossicodipendenza che trova da accasarsi presso una gentile signora, separata dal marito, che vive con una bambina di quattordici anni, Valentina.
Tra il patrigno e la ragazzina si instaura un qualcosa che li porta ad avere un rapporto sessuale – di costrizione seconda Valentina; consenziente secondo Marco – che si va a realizzare sotto forma di coito orale, dopo che la ragazzina ha rifiutato il rapporto completo e “normale” per paura della trasmissione di qualche virus, visti i precedenti dell’uomo.
Il Tribunale di Cagliari, dove si è tenuto il processo (chi è stato il denunciante??) non ha ammesso alcuna attenuante per “fatto di minore gravità” come sosteneva la difesa affermando che Valentina, fin dall’età di 13 anni aveva avuto rapporti con uomini di varia età e che quindi la sua personalità, sotto l’aspetto sessuale, era molto più sviluppata di quanto normalmente ci si potrebbe aspettare da una bambina di quella età; detto in soldoni, il signor Marco non ha “sciupato” niente!!
La Corte d’Appello ha confermato questa versione mentre adesso – otto anni dopo l’evento criminoso – la Cassazione ha dato ragione alla difesa dell’uomo e ha rimandato gli atti al Tribunale di Cagliari dove si dovrebbe rifare il processo, tenendo conto delle puntualizzazioni della Suprema Corte che in pratica ha accettato che “si sia trattato di un unico rapporto, pacificamente acconsentito dalla ragazza che aveva rifiutato un rapporto completo ma aveva optato senza difficoltà per un coito orale”.
E adesso, dopo gli otto anni che hanno portato Valentina all’età di una ragazza matura (22 anni), sembra che la fanciulla sia tornata dalla madre – dopo un periodo di permanenza in una residenza protetta – e che non abbia più incontrato Marco; altre voci dicono invece che i due si sarebbero di nuovo incontrati durante le visite che l’uomo compie alla madre di Valentina che è anche madre di alcuni figli avuti da lui.
Turpe atmosfera di grande e scellerata promiscuità: questa la prima impressione che mi viene in mente; poi, il signore che sostiene come la ragazza fosse consenziente, mi sembra che bestemmi non il Signore, ma le minime sensazioni di logica: come si può sostenere che una situazione di tale, volgare e squallida promiscuità non porti la ragazza ad affrontare discorsi ed atti di natura superiore alla sua età ?
Come si permette di paragonare la sua esperienza di “uomo fatto” alla magra conoscenza di un sesso rubato che poteva avere Valentina e che gli perveniva da incontri fuggevoli e, sicuramente, privi di qualunque sostrato amoroso.
E la madre? Neppure sfiorata da qualche accusa, mentre per quello che posso capire, mi sembra che sia alla base di tutto questo sfarinamento dei rapporti umani; non mi si venga a raccontare che lei non si era accorta delle mire del suo “nuovo compagno”; lo aveva visto e aveva anche chiuso un occhio per paura di perderlo, addirittura per timore di perdere il confronto con le forme della figlia, ovviamente più fresche e appetitose delle sue.
Di questa gentildonna non si parla e, soprattutto, non si cita minimamente nella sentenza del Tribunale; eppure mi sembra quella che, forse, è quasi più colpevole di Marco, visto il rapporto di sangue con Valentina e visti soprattutto gli insegnamenti che lei avrebbe dovuto fornire alla figlia e che non potevano essere certamente “opta per un coito orale, è meno pericoloso di un rapporto completo!”.
Invece si ha l’uomo-orco, la bambina-ormai-già-sciupata, ma niente a proposito della madre-lupa.: vi sembra giusto?

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