sabato, febbraio 18, 2006
PRIMA O POI PAGHEREMO TUTTO
Nei giorni scorsi, il telegiornale di una TV nazionale, nell’ora di maggiore ascolto, ha messo in onda un servizio di un paio di minuti sulla situazione della siccità in Somalia; purtroppo quel servizio è andato una sola volta – per quello che ho potuto vedere io – e, per colmo di sfortuna, quella sera mi trovavo in casa di amici e quindi impossibilitato a registrarlo, quindi quello che vi racconterò è frutto della mia memoria.
Il problema, come ho già accennato, è la grande siccità che sta decimando una popolazione che vive ai margini del deserto; le immagini dei bambini – che stanno morendo di sete, non come fa Pannella, questi muoiono davvero – sono raccapriccianti, la pancia gonfia di “niente”, le labbra screpolate e, quello che mi ha turbato maggiormente, le mosche che, anch’esse sofferenti per la sete, si raggruppano sopra agli occhi dei fanciulli per cercare di suggere quel poco liquido che vi si trova: se qualcuno ha dimestichezza con gli animali (bovini, equini e caprini) è la stessa cosa che succede a loro in periodi di grande calura.
La differenza è che gli animali sono stati dotati dal Padreterno di una coda che serve loro proprio per scacciare le mosche, mentre i bambini non hanno più la forza per compiere alcun gesto che possa servire a fare altrettanto; le madri che li tengono amorevolmente in braccio sono anch’esse sfinite e non hanno fiato per aiutare i figli.
Il servizio continuava con alcune annotazioni che sembrano “panzane” tanto sono clamorose: pensate che le donne di questa popolazione, alle quali è demandato il compito di trovare l’acqua, arrivano anche a compiere, ovviamente a piedi, anche settanta chilometri (andata e ritorno) per trovare una fonte del prezioso liquido; aggiunge l’autore del servizio che una buona parte di queste donne non fa ritorno a casa, perché uccise da predoni o da bestie feroci: nessuno se ne dà pena più di tanto!.
E veniamo adesso al titolo del post: nel quale affermo che tutte queste situazioni ci verranno fatte pagare con gli interessi da Qualcuno che sta sopra di noi e che vede benissimo che tutto questo accade per nostra specifica colpa (anche non fare niente è una colpa).
E credo che abbia già dato inizio alla pena: gli tsunami, gli altri cataclismi che si abbattono sul nostro bellissimo e disgraziato pianeta (l’ultimo la valanga nelle Filippine), mi sembrano mandati a bella posta per farci riflettere, ma noi non lo facciamo, ed allora Lui ce ne manda altri, magari di natura diversa (violenza tra uomo e uomo, tra padre e figlio, morti agghiaccianti, bombe cieche, ecc) ma noi continuiamo a non capire, a non capire che non possiamo continuare a fregarcene di quello che accade soltanto a qualche ora di aereo da noi, non possiamo continuare a utilizzare anche la fetta delle risorse della terra che spetterebbe ad altri e credere di poterla passare liscia.
Appena è terminato il TG (ripeto ero ospite a casa di altri) si è aperta la caccia al programma da vedere dopo: nello zapping selvaggio l’ha vinta il programma condotto da Pupo e dal titolo “Affari tuoi”, nel quale, se ho capito bene, si tratta soltanto di avere la fortuna di essere chiamati e, in seguito, quella di essere ammessi a giocare; poi la fortuna deve assisterci nell’apertura dei pacchi, ma – ripeto, se ho capito bene – senza neppure chiedere al concorrente il nome di chi ha scoperto l’America – si arriva a vincere delle somme assai importanti.
E qui allora, vista la distonia tra chi muore di sete e chi vince senza nessun merito svariati soldi, mi è venuta in mente una di quelle idee che mi hanno sempre distinto se non altro per l’originalità: perché non blocchiamo (per una settimana) tutti i premi vinti nelle miriadi di trasmissioni a quiz in tutto il mondo e destiniamo questa somma, che credo stratosferica, ad aiutare questi disperati, a creargli la possibilità di accedere all’acqua e poi al cibo e poi quella di imparare le cose e poi quella di usare un computer: insomma facciamogli fare la stessa trafila che fanno i nostri figli, niente di più e niente di meno.
Cosa ne pensate? Vi prego, non mi date del pazzo!!
Il problema, come ho già accennato, è la grande siccità che sta decimando una popolazione che vive ai margini del deserto; le immagini dei bambini – che stanno morendo di sete, non come fa Pannella, questi muoiono davvero – sono raccapriccianti, la pancia gonfia di “niente”, le labbra screpolate e, quello che mi ha turbato maggiormente, le mosche che, anch’esse sofferenti per la sete, si raggruppano sopra agli occhi dei fanciulli per cercare di suggere quel poco liquido che vi si trova: se qualcuno ha dimestichezza con gli animali (bovini, equini e caprini) è la stessa cosa che succede a loro in periodi di grande calura.
La differenza è che gli animali sono stati dotati dal Padreterno di una coda che serve loro proprio per scacciare le mosche, mentre i bambini non hanno più la forza per compiere alcun gesto che possa servire a fare altrettanto; le madri che li tengono amorevolmente in braccio sono anch’esse sfinite e non hanno fiato per aiutare i figli.
Il servizio continuava con alcune annotazioni che sembrano “panzane” tanto sono clamorose: pensate che le donne di questa popolazione, alle quali è demandato il compito di trovare l’acqua, arrivano anche a compiere, ovviamente a piedi, anche settanta chilometri (andata e ritorno) per trovare una fonte del prezioso liquido; aggiunge l’autore del servizio che una buona parte di queste donne non fa ritorno a casa, perché uccise da predoni o da bestie feroci: nessuno se ne dà pena più di tanto!.
E veniamo adesso al titolo del post: nel quale affermo che tutte queste situazioni ci verranno fatte pagare con gli interessi da Qualcuno che sta sopra di noi e che vede benissimo che tutto questo accade per nostra specifica colpa (anche non fare niente è una colpa).
E credo che abbia già dato inizio alla pena: gli tsunami, gli altri cataclismi che si abbattono sul nostro bellissimo e disgraziato pianeta (l’ultimo la valanga nelle Filippine), mi sembrano mandati a bella posta per farci riflettere, ma noi non lo facciamo, ed allora Lui ce ne manda altri, magari di natura diversa (violenza tra uomo e uomo, tra padre e figlio, morti agghiaccianti, bombe cieche, ecc) ma noi continuiamo a non capire, a non capire che non possiamo continuare a fregarcene di quello che accade soltanto a qualche ora di aereo da noi, non possiamo continuare a utilizzare anche la fetta delle risorse della terra che spetterebbe ad altri e credere di poterla passare liscia.
Appena è terminato il TG (ripeto ero ospite a casa di altri) si è aperta la caccia al programma da vedere dopo: nello zapping selvaggio l’ha vinta il programma condotto da Pupo e dal titolo “Affari tuoi”, nel quale, se ho capito bene, si tratta soltanto di avere la fortuna di essere chiamati e, in seguito, quella di essere ammessi a giocare; poi la fortuna deve assisterci nell’apertura dei pacchi, ma – ripeto, se ho capito bene – senza neppure chiedere al concorrente il nome di chi ha scoperto l’America – si arriva a vincere delle somme assai importanti.
E qui allora, vista la distonia tra chi muore di sete e chi vince senza nessun merito svariati soldi, mi è venuta in mente una di quelle idee che mi hanno sempre distinto se non altro per l’originalità: perché non blocchiamo (per una settimana) tutti i premi vinti nelle miriadi di trasmissioni a quiz in tutto il mondo e destiniamo questa somma, che credo stratosferica, ad aiutare questi disperati, a creargli la possibilità di accedere all’acqua e poi al cibo e poi quella di imparare le cose e poi quella di usare un computer: insomma facciamogli fare la stessa trafila che fanno i nostri figli, niente di più e niente di meno.
Cosa ne pensate? Vi prego, non mi date del pazzo!!