lunedì, febbraio 27, 2006
MA COSA STA SUCCEDENDO IN EUROPA ?
Pochi giorni dopo il post dedicato ai mugugni delle new entry in Europa si è avuta la notizia dell’intervento del governo francese – in puro stile protezionistico – per blindare la “Suez” dalla scalata della nostra ENEL: diciamo che questa operazione, se si fosse fatta in Italia, sarebbe come minimo saltato il governo.
Facciamo il canonico passo indietro: anche i sassi erano a conoscenza che ENEL avrebbe lanciato un’OPA sulla società francese “Suez”, con l’obiettivo di allargare la propria crescita in campo energetico, attraverso l’acquisizione di un’altra società – l’Electrabel, di matrice belga – che risulta controllata dalla “Suez”.
Tutto sembrava procedere per il meglio e la data fissata per il lancio dell’OPA era imminente, quando in appena ventiquattro ore e in pieno week end, il governo francese (sì, avete letto bene, proprio il “governo”) annuncia la fusione tra Gaz de France e Suez, operazione che blinda assolutamente e definitivamente l’industria energetica d’oltralpe e lascia la nostra compagnia di bandiera in campo elettrico con un palmo di naso; tanto per aggiungere al danno la beffa, a favore di questa operazione si schiera anche “E.D.F. – Electricité de France” azienda che fa parte del C.d.A. ENEL in virtù di un cospicuo pacchetto azionario posseduto.
L’arroccarsi del governo francese attorno alla propria industria energetica è stato ufficializzato addirittura dal Primo Ministro, de Villepin, che ha dichiarato come “le forniture elettriche sono di importanza strategica per noi e la fusione tra Gaz e Suez appare oggi la più appropriata; l’obiettivo è di creare uno dei primi gruppi mondiali”, sparando poi, quest’oggi questa assurda definizione: trattasi semplicemente di “patriottismo economico”.
Cosa si può ricavare da queste dichiarazioni? Anzitutto che la Francia – pensate, uno dei padri fondatori dell’Europa – se ne frega altamente della politica comune europea e pensa unicamente al proprio interesse ed al proprio tornaconto; inoltre, ritiene che avere in Francia una delle principali aziende energetiche posseduta da quegli straccioni di italiani è quanto meno disdicevole (chiunque di noi ha soggiornato per qualche tempo in Francia ha avuto modo di toccare con mano come siamo “visti” dai nostri cugini d’oltralpe).
Per quanto riguarda il farsi i propri interessi, non possiamo essere in disaccordo con il primo ministro francese, purché si tenga presente questo atteggiamento anche in futuro e si cominci da subito a smontare tutto il baraccone targato “Unione Europea” e che ognuno riprenda la propria libertà d’azione.
Dagli “euro-scettici” sono già cominciate le prime bordate (e non è possibile dar loro torto!!); ha cominciato il ministro Maroni: “La vicenda Enel in Francia dimostra che l’Europa è morta e che è arrivato il momento di comportarsi di conseguenza. L’Italia deve agire a difesa dei propri interessi, liberandosi dei vincoli europei”; il ministro dell’industria, Scajola, dopo avere annullato un vertice con il suo omologo francese, ha affermato: “Non si possono violare le leggi del libero mercato in Europa. Se prevale il neo protezionismo, il destino economico e politico dell’Unione Europea è compromesso”.
Ed il Presidente della Camera, Casini, “siamo europeisti, ma non si può esserlo a intermittenza: come per l’Islam ci vuole reciprocità anche in Europa”.
E questi sono – come detto – gli “euro-scettici”; figuratevi quelli che invece si considerano “euro-contrari” come me!!
Comunque ne riparleremo, perché la vicenda tende a montare e non mancheranno le novità e le polemiche!
Facciamo il canonico passo indietro: anche i sassi erano a conoscenza che ENEL avrebbe lanciato un’OPA sulla società francese “Suez”, con l’obiettivo di allargare la propria crescita in campo energetico, attraverso l’acquisizione di un’altra società – l’Electrabel, di matrice belga – che risulta controllata dalla “Suez”.
Tutto sembrava procedere per il meglio e la data fissata per il lancio dell’OPA era imminente, quando in appena ventiquattro ore e in pieno week end, il governo francese (sì, avete letto bene, proprio il “governo”) annuncia la fusione tra Gaz de France e Suez, operazione che blinda assolutamente e definitivamente l’industria energetica d’oltralpe e lascia la nostra compagnia di bandiera in campo elettrico con un palmo di naso; tanto per aggiungere al danno la beffa, a favore di questa operazione si schiera anche “E.D.F. – Electricité de France” azienda che fa parte del C.d.A. ENEL in virtù di un cospicuo pacchetto azionario posseduto.
L’arroccarsi del governo francese attorno alla propria industria energetica è stato ufficializzato addirittura dal Primo Ministro, de Villepin, che ha dichiarato come “le forniture elettriche sono di importanza strategica per noi e la fusione tra Gaz e Suez appare oggi la più appropriata; l’obiettivo è di creare uno dei primi gruppi mondiali”, sparando poi, quest’oggi questa assurda definizione: trattasi semplicemente di “patriottismo economico”.
Cosa si può ricavare da queste dichiarazioni? Anzitutto che la Francia – pensate, uno dei padri fondatori dell’Europa – se ne frega altamente della politica comune europea e pensa unicamente al proprio interesse ed al proprio tornaconto; inoltre, ritiene che avere in Francia una delle principali aziende energetiche posseduta da quegli straccioni di italiani è quanto meno disdicevole (chiunque di noi ha soggiornato per qualche tempo in Francia ha avuto modo di toccare con mano come siamo “visti” dai nostri cugini d’oltralpe).
Per quanto riguarda il farsi i propri interessi, non possiamo essere in disaccordo con il primo ministro francese, purché si tenga presente questo atteggiamento anche in futuro e si cominci da subito a smontare tutto il baraccone targato “Unione Europea” e che ognuno riprenda la propria libertà d’azione.
Dagli “euro-scettici” sono già cominciate le prime bordate (e non è possibile dar loro torto!!); ha cominciato il ministro Maroni: “La vicenda Enel in Francia dimostra che l’Europa è morta e che è arrivato il momento di comportarsi di conseguenza. L’Italia deve agire a difesa dei propri interessi, liberandosi dei vincoli europei”; il ministro dell’industria, Scajola, dopo avere annullato un vertice con il suo omologo francese, ha affermato: “Non si possono violare le leggi del libero mercato in Europa. Se prevale il neo protezionismo, il destino economico e politico dell’Unione Europea è compromesso”.
Ed il Presidente della Camera, Casini, “siamo europeisti, ma non si può esserlo a intermittenza: come per l’Islam ci vuole reciprocità anche in Europa”.
E questi sono – come detto – gli “euro-scettici”; figuratevi quelli che invece si considerano “euro-contrari” come me!!
Comunque ne riparleremo, perché la vicenda tende a montare e non mancheranno le novità e le polemiche!