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sabato, febbraio 11, 2006

LA VICENDA TURCA 

Don Andrea Santoro, questo il nome del sacerdote ucciso nella piccola chiesetta di Trebisonda, in Turchia, da un ragazzo di appena 16 anni che gli ha sparato alle spalle gridando – a detta di un paio di testimoni – la fatidica invocazione islamica “Allah Akbar”; il giovane è stato quasi subito arrestato e da fonti della magistratura turca sembra che rischi fino a 20 anni di carcere, nonostante la giovane età, che gli ha già procurato un nuovo soprannome: “il piccolo Agca”.
Le notizie di fonte turca ci forniscono una versione dell’accaduto nella quale spiccano – ancora una volta – le vignette danesi su Maometto; sembra infatti che il ragazzo abbia detto durante l’interrogatorio di essere rimasto assai turbato da tale pubblicazione e, con questo stato d’animo, avrebbe deciso di andare dal prete italiano per fargliela pagare; attenzione: potrebbe trattarsi di una comoda scusante.
La salma del povero Don Andrea è giunta in Italia e, ad attenderla non c’era la solita folla di personalità che si possono riscontrare in simili occasioni, segno che si preferiva conferire all’evento un basso profilo: accanto al Card. Ruini nella sua qualità di Vescovo di Roma, lo Stato era rappresentato dal ministro Alemanno (quindi niente Ciampi e niente Berlusconi e neppure il Ministro degli Esteri).
Il Papa, nell’udienza del mercoledì, ha mostrato e poi letto, commovendosi, una lettera scrittagli da Don Santoro, nella quale il Santo Padre era vivamente pregato di andare in Turchia, perché soltanto una sua presenza avrebbe potuto conferire una svolta decisiva al discorso ecumenico in corso.
Sappiamo tutti che le autorità turche (al governo c’è un partito islamico) avevano ripetutamente negato la visita a Papa Wojtyla e, di conseguenza anche a Benedetto XVI; ebbene – miracolo delle circostanze e per favorire l’entrata in Europa – il Capo dello Stato turco, ha adesso formalmente invitato il Pontefice a recarsi in Turchia verso la fine del prossimo mese di novembre.
Poiché Papa Ratzinger ha immediatamente accettato l’invito, è da supporre che prima degli annunci ci siano stati dei passi diplomatici reciproci e che la Chiesa Cattolica – proprio per l’ecumenismo che la anima – si sia caricata di questa sorta di avallo della nuova Turchia per metterla al riparo dalle ritorsioni in sede di Unione Europea; per quanto riguarda il pensiero dell’attuale Pontefice sull’ingresso della Turchia in Europa, era noto il suo dissenso che evidentemente sta rientrando proprio per superiori considerazioni di valore ecumenico.
Sembrava tutto sistemato, sembrava che il povero Don Andrea non fosse morto invano, quand’ecco che un gruppo di giovani ha aggredito, malmenato e minacciato un altro sacerdote cattolico – di nazionalità slovena, Don Martin Kmetec – al grido di “siamo Lupi Grigi, vi faremo morire tutti, Allah è grande”; è un frutto evidente di fanatismo, ma resta da stabilire se questi atteggiamenti siano più o meno spontanei oppure indotti da qualche “burattinaio”.
Voglio restare ottimista e, all’indomani delle esequie di Don Santoro, durante le quali Ruini ha annunciato l’apertura della causa di beatificazione, continuare a sperare che il suo sacrificio possa generare tolleranza e pace; mi sembra bene augurante anche il fatto che ad accogliere la salma del povero prete c’era il nostro Ministro dell’Agricoltura, Alemanno, come se fosse delegato a testimoniare il germogliare di un nuovo albero: l’agognato ecumenismo religioso.

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