martedì, febbraio 21, 2006
EUROPA: LE NEW ENTRY COMINCIANO A MUGUGNARE
In un recente vertice i presidenti della Polonia e della Repubblica Ceca si sono trovati perfettamente d’accordo nell’affermare con molta vigoria “basta con l‘Europa, basta con ulteriori allargamenti e basta con una sempre maggiore unione”: a questo proposito i due hanno annunciato, oltre a perfette identità di vedute, una prossima uscita di una sorta di rielaborazione della Carta Costituzionale che – in tanti stati – ha subito solenni bocciature.
Come mai, a meno di due anni dal famoso “allargamento” dell’Unione Europea, si comincia a mugugnare, come se il paradiso che era stato loro promesso si fosse rivelato assai meno bello di quello che si erano aspettati?
Seguite un momento questa breve disamina: come prima manifestazione dell’Europa, i nuovi entrati si sono ritrovati ad assistere, tra il 2004 e il 2005, alla bocciatura della Carta Costituzionale in Olanda, prima, e in Francia poi; in quest’ultimo caso la sorpresa è stata ancora maggiore dato che uno dei compilatori della carta era uno dei “padri della patria francese”, Valery Giscard D’Estaign: si saranno detti, ma in che banda siamo entrati, neppure i vecchi europeisti sono d’accordo con la nuova costituzione.
Sono passati poi ad esaminare i tornaconti economici e le matricole hanno visto che per avere delle cospicue sovvenzioni si doveva concedere una grossa fetta di sovranità e l’elettorato, specie quello polacco, non è stato d’accordo ed ha premiato il candidato “euroscettico” Lech Kaczynski, il quale al momento in cui si è trovato di fronte i partner europei ha dovuto mitigare il suo scetticismo, ma lo ha fatto solo per la forma.
Torniamo ai due presidente: la loro idea è quella di mutare la Costituzione in una Organizzazione di Stati, più sciolta, meno vincolante e che prenda le decisioni soltanto all’unanimità: come dire, una struttura paralizzata e assolutamente incapace di agire, ma nella quale ogni Stato riprende la propria sovranità.
Facciamo un esempio: nel caso della crisi dovuta all’influenza aviaria, quando i rappresentanti italiani sono andati a battere cassa per rimettere in piedi un settore disastrato come quello avicolo, si sono sentiti rispondere picche con la motivazione che si trattava di un aiuto di stato ad un singolo settore economico; ed è vero, ma è quello che deve essere fatto, se non si vuole una caduta vertiginosa dei posti di lavoro (in ballo quasi 300.000 unità, comprendendo anche l’indotto). C’è stato bisogno di alzare la voce e di urlare ai paciosi funzionari di Bruxelles: è proprio così, e quindi o ci autorizzate o facciamo da soli, volenti o nolenti!! Ovviamente, messi alle strette, hanno autorizzato.
Questa è la situazione dell’Unione Europea e se non si trova qualche correttivo ho paura che vada sempre peggio, soprattutto perché la casta dei funzionari da oltre 10.000 euro al mese (oltre le spese) sembra avere preso in mano la situazione e sappiamo bene quali possano essere gli interessi portati avanti: nessuna iniziativa costosa e mantenimento dello “status quo” ad ogni costo.
Con questo post do appuntamento ai miei lettori alla fine della corrente settimana: parto oggi stesso infatti per partecipare ad un Convegno sulla “Nuova mentalità massmediale” che si tiene a Bocca di Magra, vicino a Lerici; il posto è bellissimo, l’argomento interessante, speriamo che anche il clima ci assista.
Arrivederci a sabato 25.
Come mai, a meno di due anni dal famoso “allargamento” dell’Unione Europea, si comincia a mugugnare, come se il paradiso che era stato loro promesso si fosse rivelato assai meno bello di quello che si erano aspettati?
Seguite un momento questa breve disamina: come prima manifestazione dell’Europa, i nuovi entrati si sono ritrovati ad assistere, tra il 2004 e il 2005, alla bocciatura della Carta Costituzionale in Olanda, prima, e in Francia poi; in quest’ultimo caso la sorpresa è stata ancora maggiore dato che uno dei compilatori della carta era uno dei “padri della patria francese”, Valery Giscard D’Estaign: si saranno detti, ma in che banda siamo entrati, neppure i vecchi europeisti sono d’accordo con la nuova costituzione.
Sono passati poi ad esaminare i tornaconti economici e le matricole hanno visto che per avere delle cospicue sovvenzioni si doveva concedere una grossa fetta di sovranità e l’elettorato, specie quello polacco, non è stato d’accordo ed ha premiato il candidato “euroscettico” Lech Kaczynski, il quale al momento in cui si è trovato di fronte i partner europei ha dovuto mitigare il suo scetticismo, ma lo ha fatto solo per la forma.
Torniamo ai due presidente: la loro idea è quella di mutare la Costituzione in una Organizzazione di Stati, più sciolta, meno vincolante e che prenda le decisioni soltanto all’unanimità: come dire, una struttura paralizzata e assolutamente incapace di agire, ma nella quale ogni Stato riprende la propria sovranità.
Facciamo un esempio: nel caso della crisi dovuta all’influenza aviaria, quando i rappresentanti italiani sono andati a battere cassa per rimettere in piedi un settore disastrato come quello avicolo, si sono sentiti rispondere picche con la motivazione che si trattava di un aiuto di stato ad un singolo settore economico; ed è vero, ma è quello che deve essere fatto, se non si vuole una caduta vertiginosa dei posti di lavoro (in ballo quasi 300.000 unità, comprendendo anche l’indotto). C’è stato bisogno di alzare la voce e di urlare ai paciosi funzionari di Bruxelles: è proprio così, e quindi o ci autorizzate o facciamo da soli, volenti o nolenti!! Ovviamente, messi alle strette, hanno autorizzato.
Questa è la situazione dell’Unione Europea e se non si trova qualche correttivo ho paura che vada sempre peggio, soprattutto perché la casta dei funzionari da oltre 10.000 euro al mese (oltre le spese) sembra avere preso in mano la situazione e sappiamo bene quali possano essere gli interessi portati avanti: nessuna iniziativa costosa e mantenimento dello “status quo” ad ogni costo.
Con questo post do appuntamento ai miei lettori alla fine della corrente settimana: parto oggi stesso infatti per partecipare ad un Convegno sulla “Nuova mentalità massmediale” che si tiene a Bocca di Magra, vicino a Lerici; il posto è bellissimo, l’argomento interessante, speriamo che anche il clima ci assista.
Arrivederci a sabato 25.