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sabato, gennaio 14, 2006

REVERENDO, QUOQUE TU ! 

Ricordate? Circa un mesetto fa ho affrontato il problema della violenza sulle donne e mi ci sono arrabbiato anche moltissimo. L’evento che ho appreso in questi giorni mi fa ribollire il sangue e mi ritorna l’arrabbiatura, perché in questo caso la violenza è di più tipi: fisica, morale, psicologica.. Sentite un po’ anche voi!

L’inizio della storia risale al 2004, quando una ragazzina di 14 anni, di origine marocchina, che chiameremo per comodità Sara, sbarca in Italia con uno dei soliti gommoni della speranza e si ritrova a Verbania e dopo poche settimane si sposta a Modena, chiamata da una connazionale che la induce a prostituirsi.

Sul finire del 2004, Sara si trasferisce in un paese in provincia di Macerata dove vive una sorella trentenne; Sara vorrebbe smettere di guadagnarsi la vita vendendo il proprio corpo, ma le persone che le capita di incontrare hanno tutti pochissimi scrupoli ed una sola idea fissa in testa: fare sesso con lei e, possibilmente guadagnarci pure.

Il primo é un anziano del luogo che, dopo essere entrato in intimità con lei, le suggerisce di pubblicare un annuncio su una rivista, nel quale Sara scrive di essere pronta a svolgere qualsiasi lavoro; il primo che le risponde è un ex vigile urbano di Fabriano che per la ragazza ha in mente una occupazione precisa: la seduce (e non deve essere stata un’impresa da Casanova) e la fotografa in atteggiamenti più che spinti.

Sara, disillusa anche da questo incontro, riprende a prostituirsi e – data la sua bellezza – si procura un sacco di clienti, tra i quali possiamo annoverare anche il parroco del paese,che dopo averla avvicinata con la scusa di cercare di aiutarla, ne approfitta anche lui e più volte.

Le “personalità” del paese, i VIP come si chiamano adesso, sfilano tutti (con le mutande abbassate) davanti alla giovane marocchina che ha appena compiuto 15 anni: dal proprietario del ristorante ad alcuni appartenenti alle Forze dell’Ordine, quindi impiegati, professionisti , tutti ovviamente cercando di tenere rigorosamente nascosti gli incontri.

Durante uno di questi, Sara resta incinta e si rivolge alla sorella che la conduce da un ginecologo il quale le procura un aborto farmacologico; superato questa sorta di “incidente sul lavoro”, la ragazza riprende la propria attività: ingenua, immatura, forse anche un po’ ritardata, non fissa dei prezzi, ma chiede delle cifre – comunque basse – che variano a seconda della simpatia del cliente; a volte per ringraziare qualcuno di un favore prestatole, si concede gratuitamente.

Un paio di operai di un paese vicino fiutano l’affare e, dopo averne abusato ripetutamente, la sfruttano incassando i guadagni della ragazza: è qui che viene scoperto tutto il sudiciume, sono gli strani movimenti di alcune persone che mettono in allarme i Carabinieri che, dopo brevi indagini, scoprono l’intera verità.

Sara viene interrogata dal maresciallo dei carabinieri e rivela una serie di fatti che il graduato stenta a credere; saranno le perquisizioni a casa del parroco oppure in quella dell’ex vigile che confermeranno il racconto di Sara.

Conclusione: una ventina di persone sono accusate di avere avuto rapporti con una minorenne, fra questi anche il parroco in casa del quale sono state trovate varie pillole di Viagra e alcuni profilattici: il reverendo è stato rimosso dalla Curia, mentre tutti gli altri personaggi VIP sono accusati “a piede libero”, il che mi induce a ritenere che, a parte qualche schiaffone delle mogli, non subiranno molti fastidi.

Non so niente circa l’attuale destinazione di Sara, penso però che sia stata affidata ad un Istituto Religioso; e dopo cosa ne facciamo di questa “macchinetta per fare sesso”? La rimandiamo in patria, dove verrebbe probabilmente condannata a morte oppure ce la teniamo per finire di sfruttarla finché non le sfiorisce la bellezza e poi la gettiamo in un cassonetto dell’immondizia?


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