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domenica, gennaio 01, 2006

E' arrivato il 2006: si ricomincia da capo 

E’ arrivato il nuovo anno e non mi sembra che sia cambiato niente, soprattutto non mi sento cambiato (e voi??) e questo significa che niente saremo in grado di cambiare se non riusciamo a cambiare noi stessi.
Ma si dirà: perché non ti sforzi di cambiare? Evidentemente perché non ricevo sufficienti stimoli per effettuare questa operazione che – a prescindere da ogni altra considerazione – comporta un impegno notevole e un dolore lancinante.
Ma allora questo è proprio il caso del gatto che insegue la sua coda: noi non cambiamo e quindi non cambia il mondo; il mondo non cambia e non ci fornisce stimoli per modificare noi stessi.Tanto per tenerci su, con la consueta arrabbiatura di inizio anno, vi voglio raccontare quello che ho appreso spulciando sulla stampa: mentre il nostro Paese – almeno a stare alle cifre ufficiali – è costretto a tirare la cinghia, mentre il Ministro Tremonti deve inventare cose mai inventate per cercare di far quadrare i conti (e ho paura che non ci riesca), i dipendenti del Ministero dell’Economia hanno trovato sotto l’albero un “pacco” che penso li abbia fatti assai felici.
Pensate un po’, in media ogni dipendente ha ricevuto 6.000 euro, con punte di 55.000 euro per i dirigenti responsabili di dipartimento; si tratta – come spiega lo stesso ministero in una nota – di un premio di produttività legato ai controlli fiscali ed ai risparmi di spesa.
La motivazione è assolutamente ridicola, perché da che mondo è mondo, ogni premio commisurato ad una specifica attività deve essere concesso proporzionalmente alla cifra incassata in più oppure spesa in meno.
Quindi, poiché l’ammontare totale del “premio” è di 407 milioni di euro (oltre 800 miliardi del vecchio conio) sarebbe stato da presumere un “utile” da evasione scoperta (e incassata) almeno 10 volte questa cifra; è evidente l’assurdità del meccanismo, perché se ci fosse stato veramente un introito del genere il ministro Tremonti e lo stesso Berlusconi avrebbero tenuto una conferenza stampa di mezza giornata.
Cosa è invece questa regalia: fa parte di un meccanismo premiale istituito nel 1997 e recepito da Siniscalco nel 2003 con un decreto – passato in sordina (signori giornalisti dove eravate?) – le cui regole, afferma adesso Tremonti vanno riviste (bontà sua!).
A prescindere poi dal fatto che la famosa e sbandierata caccia all’evasore non è compito dei “mezze maniche” del ministero ma della Guardia di Finanza ed è comunque stata inglobata nei condoni fiscali che si susseguono a raffica, c’è da aggiungere che tutti i sindacati (CGIL compresa) hanno sollecitato questo meccanismo e che adesso sono pronti a difenderlo con le unghie e con i denti.
Ma ci rendiamo conto che con questi 407 milioni di euro si poteva tranquillamente far fronte alle richieste della sanità del Sud, oppure non tagliare i fondi dell’Università, oppure ancora aiutare i disabili, le cui provvidenze sono ferme al 2004; insomma di cose da fare ce ne sarebbero e tante, qualunque modo di investire questa somma mi sembra migliore che dare 6.000 euro di media (circa 12 milioni del vecchio conio) a ciascun dipendente del Ministero dell’Economia il cui maggiore onere giornaliero è inventarsi il modo di arrivare alla fine della giornata senza essersi slogato le mascelle dai tanti sbadigli.
Pensate che questo “premio” è all’incirca la stessa cifra che percepisce un pensionato “medio”; e così vi ho propinato la prima arrabbiatura dell’anno; il proverbio dice: “chi si arrabbia il primo dell’anno si arrabbia tutto l’anno”. Speriamo sia vero, almeno qualcosa succede, del tipo di una bella marcia sui Ministeri per prendere tutti i dipendenti a scapaccioni.

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