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martedì, gennaio 03, 2006

Due vicende che fanno riflettere 

La prima vicenda si svolge nella mia città dove, a partire dal primo gennaio, la Giunta Comunale “DI SINISTRA” ha vietato completamente il traffico a tutti i veicoli “Euro zero”, cioè immatricolati prima del 1994 (dodici anni fa); alla base del provvedimento c’è ovviamente una motivazione di carattere ecologico, anche se – interpellati in proposito dalle associazioni consumatori – vari esperti hanno fornito pareri completamente diversi l’uno dall’altro; sembra che le auto “senza marmitta catalitica” producano più di una certa sostanza e meno di un’altra: vacci a capire qualcosa!

A parte l’opportunità o meno di mettere in piedi un simile provvedimento, che tocca nella maggior parte dei casi persone anziane e meno abbienti, è interessante notare la spocchia e la superiorità con cui gli assessori – ripeto: di sinistra – si sono rivolti alla cittadinanza; sentite il primo, dell’assessore all’ambiente: “chi è in possesso di un veicolo Euro zero può comprarne uno nuovo elettrico o a gas oppure, utilizzando gli ecoincentivi (peraltro finiti, che forse ricominceranno a febbraio) convertirlo ad alimentazione Gpl o a metano”.

Sentite il secondo, opera del Presidente della Commissione sanità del Consiglio Regionale: “la Regione darà (quando li trova nelle pieghe del bilancio) 350 euro a tutti coloro che convertiranno a gas le macchine immatricolate prima del 1994; fate due conti e vedrete che conviene”.

Questi, miei cari amici, sono i politici che ci rappresentano e, ripeto per l’ennesima volta, sono “di sinistra”; quelle due dichiarazioni che ho sopra riportato dimostrano due cose: anzitutto che non sanno fare neppure i conti, perché se io ho un’auto che funziona e devo spendere almeno 1.000 euro (da aggiungere agli ipotetici 350 che mi vengono dati dalla Regione) per mettere il gas non vedo dove si trovi la mia brava convenienza; secondariamente, i signori assessori insistono sull’elettrico e sul gas, ma entrambe le soluzioni costano mediamente un 40% in più dell’analogo veicolo tradizionale a benzina o diesel.

Ma a prescindere da queste considerazioni tecniche, io rilevo un completo disinteresse della classe politica per la gente comune, specialmente quella più bisognosa; mi sembra infatti che il famoso distacco della classe dirigente dalla gente della strada, in questo caso raggiunga le sue vette più alte.

La seconda vicenda – anch’essa dolorosa – riguarda la nostra azienda regina, la FIAT, nella quale tutti i dirigenti si affannano a dichiarare che ormai sono “fuori dal tunnel”, ormai “la crisi è alle spalle”, insomma sembra di essere tornati ai vecchi tempi, purtroppo, e poi vi spiegherò perché.

Già è proprio questa la mia paura perché infatti, contemporaneamente a queste trionfalistiche dichiarazioni, confortate anche dalla crescita del titolo in borsa, è scattata la “Cassa Integrazione” per 5 o 6 mila operai, a zero ore; a questo proposito è anche interessante conoscere le dichiarazioni dei dirigenti che, sfacciatamente, affermano che questa forma di cassa integrazione serve per un successivo licenziamento dei dipendenti.

Insomma, tutto come prima, niente di nuovo: “intascare gli utili e socializzare le perdite” questo l’immutabile slogan dei maggiorenti torinese, siano essi Agnelli di prima, seconda o terza generazione.


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