domenica, gennaio 15, 2006
DUE USCITE DI GALERA UN PO' PARTICOLARI
In questi ultimi tempi ci sono state due uscite di galera, quasi contemporanee, che pur molto dissimili l’una dall’altra, fanno entrambe riflettere; vediamole singolarmente insieme.
La prima è la più clamorosa e riguarda il mancato assassino di Giovanni Paolo II, il turco Ali Agca, che dopo aver trascorso circa 19 anni in Italia, venne consegnato alle autorità turche perché scontasse in quelle carceri un ergastolo che gli era stato comminato per l’omicidio di un giornalista: il killer turco ha beneficiato, caso più unico che raro, di ben due “grazie”, la prima ricevuta in Italia nel 2000 e la seconda in Turchia, ricevuta adesso, in maniera un po’ sospetta: si pensi che il Ministro della Giustizia ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale per questa concessione.
Comunque sia, l’ex “Lupo Grigio” è adesso in libertà e, se escludiamo un contenzioso con l’esercito turco per renitenza alla leva, possiamo considerarlo un uomo libero; addirittura sembra che sia riuscito a far perdere le tracce
Indubbiamente è un “personaggio”, alcune delle immagini diventate simbolo del secolo lo hanno come protagonista ( il momento dello sparo in Piazza S.Pietro, l’incontro in carcere con il Papa), ma oltre a questo si è distinto anche per alcune dichiarazioni scandalosamente e sfacciatamente menzognere, come quando durante il processo per il tentato omicidio del Papa, sollecitato dal Giudice Santiapichi a mostrare la sua esatta figura storica (cioè chi c’è dietro di lui) egli ebbe a ribattere che “era la reincarnazione di Gesù Cristo”.
Lo facesse chiunque di noi si guadagnerebbe il manicomio, ma Ali era talmente conosciuto come un furbo di tre cotte che la magistratura non diede seguito a queste dichiarazioni; l’ineffabile turco, dopo aver fatto sapere di conoscere benissimo “il terzo segreto di Fatima”, fece sapere anche che era al corrente del luogo dove veniva tenuta prigioniera la giovane Emanuela Orlandi, rapita nel bel mezzo dello Stato della Città del Vaticano e la cui vicenda, secondo lui, era intrecciata alla sua.
Il Santo Padre, in una conversazione poco prima della sua morte, avvalorò la tesi che dietro Agca c’era il KGB, in quello che lui stesso definì “uno degli ultimi singulti di un regime morente”: nessuno è riuscito a sapere qualcosa dall’interessato che ha sempre giocato tra menzogne e mezze affermazioni di verità.
Il secondo “liberato” dalle prigioni è il prof. Carlo Cremonini, condannato a 30 anni di reclusione per il duplice omicidio avvenuto nel 1992 di una vicina di casa e del di lei figlio, avvenuta come suol dirsi “per futili motivi”, cioè perché infastidito dai rumori che provenivano dall’appartamento delle vittime che abitavano al piano di sopra di quello dell’omicida; in appello il verdetto venne modificato in quanto l’imputato fu riconosciuto “pazzo” e quindi non punibile e pertanto fu condannato a 10 anni di cure da effettuarsi nel manicomio giudiziale di Castiglione delle Siviere; adesso vive in una residenza protetta vicino a Pordenone e – se non ci saranno controindicazioni – sarà libero di gestire le sue giornate.
L’omicida al processo ebbe a dichiarare che gli dispiaceva di non avere sterminato l’intera famiglia e quindi i superstiti – il marito della donna uccisa e la figlia – vivono nel terrore e non osano uscire di casa per paura di incontrare il “pazzo” che viene a completare il lavoro.
Auguriamoci che coloro che dovevano controllare abbiano controllato bene e che non succeda qualche fatto increscioso, ma poiché ne sono successi tanti, come fare a stare tranquilli?? I due superstiti della strage del 1992 vivono nel terrore; come dar loro torto, specie visti i precedenti accaduti varie volte in Italia!!